| Libero51
| Inviato il: 1/8/2008,22:20
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CITAZIONE (paolosport @ 1/8/2008, 12:06) . . . Permettimi una battuta da buon fiorentino: non siamo mica tutti così fresconi a Firenze!! . . . A questo ci avevi pensato? Ciao a tutti e ciao a paolosport , La mia venerazione per il "poeta" mi permette al massimo una battuta come questa : "hovvia non l'ho hensato perchè nhon l'ho crhedo . . . " Sono io che mi devo scusare . . . per abuso di pazienza altrui.
Torniamo ai nostri magneti che si "incollano allo spunto" . Se i magneti "abbracciano molte cave " il fenomeno è molto minore .
Un rotore con due espansioni polari si "incolla" sicuramente su due magneti al pari di un rotore a 50 poli che si "incolla" inesorabilmente su 50 magneti.
Ho preparato un disegnino della trasformazione da motore o dinamo cc in alternatore anche se ritengo che la soluzione di ferro sia migliore . Come avete saggiamente spiegato la scelta dipende molto dal tipo di "rottame" che volete rimettere in funzione.Un motore trifase da 3 o 4 kW , magari a 4 poli , con un indotto modificato con l'aggiunta di 8 magneti probabilmente funziona subito. Dovrebbe girare normalmente a 1400 giri al minuto ma se i magneti permanenti . . . fornissero. . . il flusso originario, a 140 giri al minuto il collegamento a stella fornirebbe 38 volt con una resistenza interna davvero bassa (la potenza scenderebbe naturalmente a 300 o 400 watt). E' tutto da verificare sul banco (sopratutto quel. . . fornissero . . . ) ma esistono concreti presupposti teorici perchè questo avvenga. Se sbaglio, sarei contento che qualcuno mi correggesse "il tiro". Ho modificato un disegno di una macchina cc a magneti permanenti per spiegare meglio la trasformazione in alternatore. L'anello esterno grigio che ho dovuto aggiungere (non ho disegnato le linee di flusso che per l'alta permeabilità del ferro sono in pratica tutte in esso contenute) è un tubo in ferro pieno .(La scarsa variazione di flusso in tale circuito magnetico non obbliga a laminare il ferro, ma questa è un'altra storia . . .) Personalmente lascerei tutto com'è , spazzole comprese, ma questa è solo un'opinione come tante altre dettate dalla lunga serie di compromessi che bisogna pur fare.

Un saluto a tutti 
Modificato da Libero51 - 2/8/2008, 08:08
| | | | gino33
| Inviato il: 2/8/2008,08:18
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Caro Ferrobattuto, io ti batto, sono del 41. Ho fatto vari mestieri, ma mai che riguardassero l'elettricità. Ho anche molto studiato, forse mi sarà servito a disincrostare la zucca ma di sicuro quel poco che ho imparato l'ho imparato lavorando.
Ringrazio tutti quelli che tentano, con scarso successo, di farmi capire qualcosa.
La resistenza da stufa non si trova: cercherò nei rottami.
Intanto ho fatto le pove della Windside sull'auto per simulare il vento. Come al solito non ci capisco nulla. Riferisco solo a stella.
Rispetto al 48 poli con metà spire e metà magneti, l'attuale 24 poli mi dà il doppio di volt a vuoto (50 a 6 m/s, dalle altre prove a banco risulterebbero 120 giri del ventolone ) però mettendolo in corto mi dà meno ampere (solo un 70-80% di prima) immagino dipenda dagli ohm passati da 0,4x3 a 0,6x3.
Quello che non capisco è come mai con le lampadine come carico mi si raddoppino i watt mentre con la batteria i watt calino un poco. E dire che a banco "il rendimento" sembrava minore nel caso delle lampade e maggiore con la batteria 
Direi proprio che lo statore sia da rifare: salvo vostri suggerimenti ridurrò le spire da 66 a 33; dovrei dimezzare la resistenza e spero che i volt calino meno della metà visto che il traferro si ridurrà molto. Spero anche di riuscire a farlo meglio: ora ho una corrente un po' ballerina, non ugualissima fase per fase (le bobine non sono proprio identiche). Forse è per questo che a triangolo mi frena di più del precedente? Ho guardato nel circuito facendolo girare a mano: circolano 3-4 volt mente nell'altro ne circolano un decimo.
Peccato che abbia comprato un rocchettone di filo tondo... avessi saputo della piattina! Dovrebbero uscire delle bobine, non solo più compatte, ma anche che "stanno insieme" meglio. Ora io le bagno con della resina mentre le avvolgo in modo che restino a misura. Forse vi interessa sapere che lo statore non lo impregno tutto di resina, ma solo gli anelli esterni, così il foro bobina è libero e posso stare più vicino coi magneti.
Saluti a tutti
| | | | eneo
| Inviato il: 2/8/2008,08:33
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ciao a tutti, ciao ferro la risposta era per libero.....che si e' risentito dalla precedente risposta che senza volere devo avere causato non so come...... a me non interessa chi e' ,che ha fatto nella vita e cosa ha studiato, ci accomuna il piacere di realizzare qualcosa, un hobby alternativo come tanti.....io sono molto giovane forse, anzi mi manca l'esperienza che si acquisisce con il passare del tempo.... per gino la resistenza a stella non si calcola moltiplicando per le fasi ma bensi sempre per 1.73 volte....mentre a delta diminuisce di 1.73 volte, questo numero e' la radice di 3. tra stella e delta infatti la resistenza e' di tre volte superiore. con le lampadine i watt sono maggiori perche' la corrente viene assorbita tutta, mentre con la batteria no, esempio l'alternatore produce 15V solo tre volt vanno nella batteria per la ricarica, se la resistenza dello statore e' 1 ohm avremo 3vx1= 3 A che fanno 12x3=36w mentre i watt dissipati saranno 3x3x1 = 9w il totale e' 36 + 9 =45w che produce l'alternatore
| | | | gino33
| Inviato il: 2/8/2008,10:18
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CITAZIONE (eneo @ 2/8/2008, 09:33) ....per gino la resistenza a stella non si calcola moltiplicando per le fasi ma bensi sempre per 1.73 volte....mentre a delta diminuisce di 1.73 volte, questo numero e' la radice di 3. tra stella e delta infatti la resistenza e' di tre volte superiore.
Senz'altro giusto. Ho scritto 0,4x3 0,6x3 credendo d'essere più chiaro, prima dicevo 0,4 0,6 ohm per fase. Comunqe mi pare chiaro che anche la resistenza totale (quale che sia) è aumentata del 50%
con le lampadine i watt sono maggiori perche' la corrente viene assorbita tutta, mentre con la batteria no, esempio l'alternatore produce 15V solo tre volt vanno nella batteria per la ricarica, se la resistenza dello statore e' 1 ohm avremo 3vx1= 3 A che fanno 12x3=36w mentre i watt dissipati saranno 3x3x1 = 9w il totale e' 36 + 9 =45w che produce l'alternatore
Sì questo me lo avevi già chiarito. La questione non è fra batteria e lampadine in sè, è che con le lampadine le cose migliorate mentre sono peggiorate con la batteria.
Fra l'altro oggi ho rifatto le prove con nuove lampade di marca diversa: va tutto in volt e non si vede un ampere... immagino saranno fatte diverse, forse con molti più ohm delle precedenti... dovrò trovare una stufa vecchia.
Ciao
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 2/8/2008,13:19
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Salve a tutti i volenterosi del forum. Per Libero: Penso che trasformare un motore (o una dinamo) CC in alternatore per poi raddrizzare di nuovo la corrente possa risultare superfluo, a meno che in questo modo non si riesca ada aumentare il rendimento ed abbassare i giri.... Ma se il motore così com'è, fatto girare produce CC si può lasciare anche così, tanto i giri in eolico sono sempre bassissimi e le spazzole causano pochissimi grattacapi. Quello che rovina i collettori e le spazzole è l'alto numero di giri. Per quel che riguarda la trasformazione di un motore CA in alternatore di grosso calibri penso che la difficoltà maggiore sia reperire magneti delle dimensioni adatte senza dover fare un mutuo per acquistarli. Per il resto... Per Eneo: Bene, chiarite come stanno le cose, avrei una piccola precisazione da fare, se me la passi, ma credo che si sia trattato di una svista. I volt che vanno nella batteria sono 12 (o 13,8 a batteria carica, o tutte le tensioni intermedie) che moltiplicati per gli ampere danno i W utili (abbi pazienza, ho cominciato facendo l'elettrauto...), mentre il resto se ne va in calore. Anche se sono convinto che gli ampere su una batteria dovrebbero aumentare, perché la tensione richiesta è più bassa, mentre su una resistenza no, perché la corrente segue una variazione lineare secondo gli ohm. Poi se ti va mi darai conferma. Caro Gino: Ti faccio i miei complimenti! E' proprio vero che l'età è quella che si sente dentro. Ho degli amici più giovani di te che già ragionano come dei Matusalemme, mentre tu hai ancora voglia di sperimentare. Mi spiace che stiamo lontani. Per quello che riguarda il carico da collegare all'alternatore, la resistenza potresti farla anche di filo di ferro sottile. La resistenza dei metalli segue una formuletta semplice: ro x L/s. Ro è una lettera greca che non so riprodurre nel forun con la tastiera del computer (si può fare nel Word con l'Equation Editor) che indica la "resistività specifica" del metallo che usi, L si esprime in metri ed s in mmq. Il rame ha una resistività di 0,017 ohm per mmq/m, ossia un filo di 1mmq di sezione lungo un metro ha una resistenza di 0,017 ohm. Il ferro ha una resistività di circa 0,1 ohm, perciò un filo di ferro di 12 decimi di mm di diametro (cioè con circa 1mmq di sezione), ha 0,1 ohm di resistenza per ogni metro di lunghezza. A questo punto puoi metterne tanti metri, avvolti su qualcosa di isolante (spire isolate tra loro, mi raccomando!), quanti te ne servono per arrivare alla resistenza che ti occorre. Anche queste resistenze fatte così però variano di valore al variare della temperatura, che sono metalli semplici e non "leghe dedicate" come la Costantana delle stufe, però puoi tuffare il carico fatto così in un recipiente pieno d'acqua, che ne dissipi il calore. Tanto le tensioni in uso nel nostro campo sono basse e non ci sono particolari pericoli di cortocircuito. Per il resto ci sono Eneo che ha grande pratica e Sun_son che è un elettronico, e altri più competenti di me che possono darti tanti consigli. Pace e bene a tutti. Ferro
Questo l'ho trovato su Wikipedia
Di seguito sono riportate le resistività caratteristiche di alcuni materiali alla temperatura di 20 °C.
Materiale Resistività Argento 0,0159 Rame crudo 0,0172 Rame ricotto 0,0178 Oro 0,0244 Alluminio 0,0282 Tungsteno 0,056 Ottone 0,07 Ferro 0,1 Platino 0,11 Acciaio 0,12 Piombo 0,22 Nickelcromo 1,50 Carbonio 35 Germanio 0,46 Silicio 640
Non so se può servire. Ferro
| | | | eneo
| Inviato il: 4/8/2008,09:09
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ciao a tutti. gino33 per la rsistenza se guardi in rete si puo' fare anche con asta filettata o bullone variando la lunghezza con i dadi, le resistenze puoi trovarli anche nei vecchi elettrodomestici, phon, lavatrici, forni, lavastoviglie, scaldabagni...ecc.....occhio pero' che sono a 220v per il 12V il discorso cambia (vedi discorso gia' affrontato da ferro).....
per ferro non so se ho capito bene, cmq ci provo , questo e' dipeso perche' ,durante la fase di carica, la tensione della batteria aumenta perchè e' legata alla caduta di tensione sulla resistenza interna da parte della corrente di carica che la attraversa. All'aumentare dello stato di carica la resistenza interna diminuisce e quindi la anche la caduta di tensione . i normali regolatori intervengono su questo fattore, dimuiniscono la corrente di carica gradualmente fino a quasi 0 a batteria carica......questo intendevi?
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 4/8/2008,12:40
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Salve a tutti. Eneo, ho l'impressione che mi si siano mischiate le idee.  Mi scuso se non riesco ad essere chiaro. Volevo dire questo: A batteria scarica hai una tensione minore, poniamo 11V. Il regolatore lascia passare 10A. I W utili sono 11 x 10 =110W. Man mano che la batteria sale di carica, i volt aumentano, fino alla tensione finale, che in teoria dovrebbe essere 13,8V. A quel punto la corrente si interrompe per non danneggiare le batterie, chiaro, ma la potenza utile è sempre i volt ai morsetti della batteria moltiplicati gli ampere di carica. Ora, credo che un regolatore per eolico (non ne ho mai avuto uno, ma è certamente un'apparecchiatura elettronica....) abbia in ingresso una tensione maggiore di quella in uscita sulle batterie, questa differenza di tensione in più, moltiplicata per gli ampere in ingresso al regolatore (che possono essere differenti da quelli in uscita) danno i W in perdita. Mi spiego meglio: all'uscita del regolatore e sui morsetti della batteria hai ad esempio 12,5V con 10A, in ingresso al regolatore ne hai 14, la differenza, ossia 2,5V moltiplicata gli ampere in ingresso al regolatore danno la potenza perduta. Spero di essere riuscito a spiegarmi. Comunque sono discorsi del "dopo cena", l'importante è che tutto funzioni bene. Saluti. Ferro
| | | | paolosport
Watt   Gruppo:Utente Messaggi:81
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| Inviato il: 4/8/2008,14:11
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Ciao a tutti, Cerco di descrivere quanto più facilmente possibile cosa succede quando si ricarica una batteria, ad esempio il tipico accumulatore al piombo.... Tutti sappiamo cha la batteria ha una sua tensione iniziale, poniamo sia pari a 12 V, quindi fino a che la tensione del generatore non supererà tale tensione il nostro alternatore non fornirà alcuna corrente e quindi sarà libero di ruotare senza alcuna coppia meccanica resistente. Quando le tensione dell'alternatore, che ovviamente avremo preventivamente raddrizzato, inizia a superare la sopra citata tensione di 12 V accade che si ha circolazione di corrente con conseguente formazione di una coppia meccanica resistente all'albero del mulino. Ma quanta corrente Circola? Supponiamo che a vuoto a un determinato numero di giri l'alternatore avrebbe fornito una tensione di 14 Volt... Suppaniamo anche che il nostro alternatore abbia una resistenza interna di 1 Ohm......il calcolo da fare è il seguente:
(Volt generatore - Volt batteria) / (Resistenza int Batteria + Resistenza int Generatore) = Corrente circolante
(14 - 12) / (0 + 1) = 2 / 1 = 2 Ampere
La resistenza interna dell'accumulatore non la conosciamo ma verosimilmente possiamo supporla molto prossima allo zero, soprattutto se parliamo di accumulatori per autotrazione che sono destinate a fornire correnti di spunto molto elevate.......
Quindi, come avrete intuito, alla fine ciò che determina la corrente circolante è proprio quella famosa resistenza interna dell'alternatore che con tutti gli espedienti possibili cerchiamo di tenere bassa.
Dal punto di vista del rendimento sapremo che abbiamo fornito 24 Watt al Carico (la nostra batteria) e 4 Watt saranno stati dissipati nelle bobine dell'alternatore, da cui se ne deduce un rendimento elettrico pari a:
Potenza fornita al carico /Potenza totale generata = rendimento elettrico
24 / 28 = 0,85 ovvero 85%
Un saluto a tutti Paolo
| | | | eneo
| Inviato il: 4/8/2008,14:30
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ciao ferro. scusami non avevo capito ....
| | | | gino33
| Inviato il: 6/8/2008,14:40
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Spiegazioni molto chiare.
Però oltre alla resistenza ci sono perdite dovute a com'è fatto l'alternatore e mi pare che non ci sia altra strada che quella di misurare la coppia di reazione della carcassa se si vuole sapere cosa s'ha in mano. Inoltre mi pare sarebbe bene non usare la batteria come carico per semplificare i conteggi.
Ferro! ho misurato gli ohm di un metro di filo inox da 2 mm e sono giusto 0,3 ohm. Posso usarlo come carico per il mio test di rendimento?
Tu hai detto che 0,3 ohm vanno bene per testare un alternatore da 500 watt. Io però vorrei testare da 10 a 1000 watt. Devo cambiare la resistenza tutte le volte? Mi spiego. Diciamo che voglia provare il rendimento a 10 watt, devo mettere una resistenza di x ohm e poi regolare i giri fino a che non vedo una combinazione volt x ampere = 10? Oppure una certa resistenza va bene almeno da-a?
Ci sarà una regola per stabilire gli hom fa usare!
Capisco che usando l'inox invece della costantana mi cambiano gli hom, ma se metto il filo dentro un bidone d'acqua?
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Quella della piattina sarebbe una cosa bellissima! Fare una bobina come una molla da orologio sarebbe facilissimo. Però quelle che sto facendo ora a 33 spire hanno un'area del fascio fili di 22x6 mm, quindi ci vorrebbe una piattina di circa 0,6 x 6 mm, ma ho visto il catalogo della italfili e partono, ahimè da 1 mm di spessore. Sapete di altri fornitori?
Modificato da gino33 - 6/8/2008, 16:01
| | | | eneo
| Inviato il: 6/8/2008,15:54
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per gino33, dipende dove attacchi i morsetti al filo inox. esempio se lo prendi alle estremita' di un metro hai 0.3 ohm, se lo prendi invece ad una estremita' e poi a circa 66 cm ottieni 0.2 ohm, se lo prendi invece a 33 cm ottieni 0.1 ohm e cosi via dicendo........ne puoi realizzare uno, non so di una lunghezza di circa 10 mt e attaccarci tanti morsetti, cosi' da avere un range che varia da 3 ohm a 0.1 ohm...... un altra idea per migliorare le bobine, ovvero ridurre lo spazio vuoto all'interno delle stesse, e' quello di farli con filo avente diametro piu' piccolo.....occhio pero' bisogna tenere conto di alcuni fattori....esempio pratico se prima avevo filo da 2 mmq e tre bobine con 60 avvolgimenti fanno 180 avvolgimenti per fase posso usare tre bobine in parallelo per fase avente ciascuno 180 avvolgimenti, il filo da usare invece e' 2 mmq/3 ottengo un filo da 0.9-1 mm di diametro.
| | | | gino33
| Inviato il: 6/8/2008,17:07
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CITAZIONE (eneo @ 6/8/2008, 16:54) per gino33, dipende dove attacchi i morsetti al filo inox. esempio se lo prendi alle estremita' di un metro hai 0.3 ohm, se lo prendi invece ad una estremita' e poi a circa 66 cm ottieni 0.2 ohm, se lo prendi invece a 33 cm ottieni 0.1 ohm e cosi via dicendo........ne puoi realizzare uno, non so di una lunghezza di circa 10 mt e attaccarci tanti morsetti, cosi' da avere un range che varia da 3 ohm a 0.1 ohm...... Ottima idea, ma il mio problema è quali ohm devo attaccare man mano che modifico i giri e quindi cambia la potenza erogata. Va poi bene mettere il filo nell'acqua?un altra idea per migliorare le bobine, ovvero ridurre lo spazio vuoto all'interno delle stesse, e' quello di farli con filo avente diametro piu' piccolo.....occhio pero' bisogna tenere conto di alcuni fattori....esempio pratico se prima avevo filo da 2 mmq e tre bobine con 60 avvolgimenti fanno 180 avvolgimenti per fase posso usare tre bobine in parallelo per fase avente ciascuno 180 avvolgimenti, il filo da usare invece e' 2 mmq/3 ottengo un filo da 0.9-1 mm di diametro. Già, ma la piattina usata con una spira per strato (molla d'orologio) sfrutta tutto il posto disponibile e riduce enormemente gli ohm (nel mio caso passerebbe da 2,5 mmq a 0,6x6=3,6 mmq ) inoltre sarebbe facilissima da fare e da tenere insieme consentendo uno spessore di statore minimo.
Fra l'altro quando ho fatto il 48 poli ho usato il filo doppio da 1,32 ma con quello da 1,85 (il doppio in mmq) la bobina mi verrebbe un po' più piccola.
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 7/8/2008,08:13
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Salve a tutti. Gino, se ho capito bene il tuo alternatore è da 12V, o sbaglio? Comunque per sapere che resistenza mettere è semplice: sappiamo che per caricare completamente una batteria a 12V ci servono 14V in uscita all'alternatore, dopo il raddrizzatore, ossia sui morsetti. Ora, 1KW a 14V fanno 71,5A circa. Infatti i W equivalgono agli A moltiplicati per i V. Perciò per avere gli A si dividono i W per i V. Per sapere la corrente in A basta dividere i V per gli Ohm. Allora, se W=VxA e A=V/Ohm allora i W saranno uguali a V2/Ohm (Volt al quadrato diviso Ohm). Per avere direttamente la resistenza in Ohm dalla potenza in W per una data tensione basta fare i Volt al quadrato diviso la potenza in W. Nel nostro caso 14 al quadrato = 196 che diviso per 1000 da 0,196 Ohm. 0,196 Ohm a 14V lasciano passare 71,42A che moltiplicate per i V danno di nuovo 1000W. Spiegazione macchinosa e forse non molto chiara, ma daltrode non sono capace di meglio. Sono semplici formule della "Legge di Ohm" (che poi è quello che le ha inventate). Naturalmente se il tuo alternatore è di tensione differente basta rifare i conti con la nuova tensione e trovare la resistenza. Basta tener conto che per caricare bene una batteria a 12V nominali ce ne servono 14 all'uscita dell'alternatore (sotto carico), e per una da 24V ce ne servono 28... E così via a salire. Ottima l'idea del filo di acciaio inox. Puoi tranquillamente buttare tutto nell'acqua che non si ossida ne arrugginisce niente. In teoria nell'acqua dovrebbe diminuire la resistenza per le inevitabili dispersioni nel liquido, ma trattandosi di resistenze così basse la differenza è assolutamente irrisoria. Per misurare la potenza, potresti fare una resistenza di valore minimo, cioè quella necessaria alla potenza massima da misurare, poi variare soltanto la velocità e misurare ai vari giri tensione e corrente in uscita, contemporaneamente alla potenza misurata sul dinamometro, che poi è la condizione normale di funzionamento col vento. Senza fare tante resistenze di valore diverso. Almeno credo, altri potranno dartene conferma o meno, comunque è un buon modo per misurare. Per quel che riguarda le piattine, se il conduttore delle bobine non ha lunghezza eccessiva, si può ricavare una piattina tagliando con un po di attenzione e una forbice da lattoniere un foglio di lamiera di rame. C'è quello delle grondaie, da 0,5 o 0,6mm di spessore (puoi vedere se qualche industriola locale ha dei ritagli), che si può isolare strato da strato con della carta sottile anche pochi decimi di mm, tanto poi va tutto affogato nella resina e la carta s'impregna. Anche se non si impregnasse su tutto lo spessore, rimane comunque inglobata nella resina e resta impermeabile. Oppure usare della plastica sottile. Le tensioni in gioco sono tali che pochi centesimi di mm bastano all'isolamento, purché non penetri dell'umidità. Vedrai che acquistare della lamiera di rame da ritagliare, costerà sicuramente di meno che acquistare della piattina per avvolgimenti già isolata. Quella lamiera si vende in nastri larghi circa 50 0 60 cm nelle rivendite di materiale edile o dai grossisti di metalli. Anche se purtroppo adesso il rame costicchia. L'alternativa è smontartelo da dentro vecchi motorini di avviamento per auto, ma ne servono molti. Per ciò che riguarda la sezione del conduttore delle bobine, puoi tenerti sui 3 o 4Axmmq, ossia un mmq per 4A, 10mmq x 40A ecc. per le correnti "medie". A basso n° di giri avrai una bassa caduta di tensione sulla resistenza della bobina, ad alto n° di giri un po' di più. Questa faccenda delle cadute di tensione per la corrente è la ragione per cui si fanno gli impianti con tensioni maggiori, ossia minori correnti a parità di potenza e minori dissipazioni nelle apparecchiature e minore spreco della potenza del vento. Personalmente sono convinto che un impianto di potenza sopra il KW dovrebbe essere almeno a 24V. Bene, altri te ne daranno conferma o meno. Credo di ave esaurito le risposte. Saluti a tutti. Ferro
| | | | gino33
| Inviato il: 7/8/2008,14:49
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CITAZIONE (Ferrobattuto @ 7/8/2008, 09:13) Salve a tutti. Gino, se ho capito bene il tuo alternatore è da 12V, o sbaglio? Non so da quanti volt sia, so solo che a vuoto, a stella e raddrizzato, da 35 a 120 giri passa da 14 a 50 volt. Non è che dipende da come intendo usarlo? Comunque per sapere che resistenza mettere è semplice: sappiamo che per caricare completamente una batteria a 12V ci servono 14V in uscita all'alternatore, dopo il raddrizzatore, ossia sui morsetti. Ora, 1KW a 14V fanno 71,5A circa. Infatti i W equivalgono agli A moltiplicati per i V. Perciò per avere gli A si dividono i W per i V. Per sapere la corrente in A basta dividere i V per gli Ohm. Allora, se W=VxA e A=V/Ohm allora i W saranno uguali a V2/Ohm (Volt al quadrato diviso Ohm). Per avere direttamente la resistenza in Ohm dalla potenza in W per una data tensione basta fare i Volt al quadrato diviso la potenza in W. Nel nostro caso 14 al quadrato = 196 che diviso per 1000 da 0,196 Ohm. 0,196 Ohm a 14V lasciano passare 71,42A che moltiplicate per i V danno di nuovo 1000W. Spiegazione macchinosa e forse non molto chiara, ma daltrode non sono capace di meglio. Sono semplici formule della "Legge di Ohm" (che poi è quello che le ha inventate). Immagino che Ohm abbia derivato le formule dal risultato di prove fatte e che quindi siano da prendere ad occhi chiusi.Naturalmente se il tuo alternatore è di tensione differente basta rifare i conti con la nuova tensione e trovare la resistenza. Basta tener conto che per caricare bene una batteria a 12V nominali ce ne servono 14 all'uscita dell'alternatore (sotto carico), e per una da 24V ce ne servono 28... E così via a salire. Mi sembra chiaramente espresso però io vedo le cose più semplicemente.
Ho un aggeggio che genera differenze di potenziale ai capi di due fili e al momento non m'importa se lo userò per caricare una batteria, per scaldare dell'acqua, per fare delle scintille... Se ai due fili attacco qualcosa che fa "resistenza" e interpongo voltmetro e aperometro vedo che una parte dei volt si trasformano in ampere. So che volt x ampere = watt (potenza generata) e vedo che aumenta col crescere dei giri.
Bene, io sono curioso di vedere quanti watt devo fornire all'aggeggio per ricavare i watt elettrici e questo a 30, 40, 60, 80, 100, ... giri e mi sono attrezzato con una bilancia per misurare la coppia di reazione della carcassa tramite la quale risalirò alla potenza fornita Ottima l'idea del filo di acciaio inox. Puoi tranquillamente buttare tutto nell'acqua che non si ossida ne arrugginisce niente. In teoria nell'acqua dovrebbe diminuire la resistenza per le inevitabili dispersioni nel liquido, ma trattandosi di resistenze così basse la differenza è assolutamente irrisoria. Per misurare la potenza, potresti fare una resistenza di valore minimo, cioè quella necessaria alla potenza massima da misurare, poi variare soltanto la velocità e misurare ai vari giri tensione e corrente in uscita, Benissimo, allora se metto 0,3 ohm posso andare da 0 a 500 watt (non ci arriverò neanche perchè vedo che il motovariatore non ce la fa, almeno con uno statore con resistenza di fase pari a 0,6)
Forse mi conviene aumentare un po' gli ohm. Comunque quel valore tu lo hai calcolato sempre pensando ai 14 volt della batteria che non intendo usare. Da quel che intuisco conviene usare gli ohm che ripartiscono abbastanza equamente la potenza fra volt e ampere (se andasse tutto da una parte non si capirebbe nulla).
Temevo che la potenza fornita dipendesse dagli ohm del carico. Così non è, almeno mi pare d'aver capito. Naturalmente ciò non è vero nel caso della batteria (e difatti non intendevo usarla).
contemporaneamente alla potenza misurata sul dinamometro, che poi è la condizione normale di funzionamento col vento. Senza fare tante resistenze di valore diverso. Almeno credo, altri potranno dartene conferma o meno, comunque è un buon modo per misurare. Magnifico! Semplicissimo! Ma allora non è neanche necessario raffreddare il filo inox nell'acqua (a meno che non vada a fondere, in genere bastano pochi secondi per fare il test)Per quel che riguarda le piattine, se il conduttore delle bobine non ha lunghezza eccessiva, si può ricavare una piattina tagliando con un po di attenzione e una forbice da lattoniere un foglio di lamiera di rame. C'è quello delle grondaie, da 0,5 o 0,6mm di spessore (puoi vedere se qualche industriola locale ha dei ritagli), che si può isolare strato da strato con della carta sottile anche pochi decimi di mm, tanto poi va tutto affogato nella resina e la carta s'impregna. Anche se non si impregnasse su tutto lo spessore, rimane comunque inglobata nella resina e resta impermeabile. Oppure usare della plastica sottile. Le tensioni in gioco sono tali che pochi centesimi di mm bastano all'isolamento, purché non penetri dell'umidità. Vedrai che acquistare della lamiera di rame da ritagliare, costerà sicuramente di meno che acquistare della piattina per avvolgimenti già isolata. Quella lamiera si vende in nastri larghi circa 50 0 60 cm nelle rivendite di materiale edile o dai grossisti di metalli. Se solo lunghi almeno 8-10 metri andrebbero benissimo. Ci vorrebbero delle taglierine rotative, come quelle per rifilare i tabulati... Chissà se si trovano delle vernici isolanti, semplificherebbe molto la cosa. Ma è strano che in commercio ci siano solo degli spessori oltre il mm. Comunque prima vedo che succedere con lo statore in filo.Anche se purtroppo adesso il rame costicchia. L'alternativa è smontartelo da dentro vecchi motorini di avviamento per auto, ma ne servono molti. Per ciò che riguarda la sezione del conduttore delle bobine, puoi tenerti sui 3 o 4Axmmq, ossia un mmq per 4A, 10mmq x 40A ecc. per le correnti "medie". Da quel che ho capito non è tanto per avere alti ampere, quanto per avere pochi ohm interni e migliorare il rendimento (quello che intendo misurare, e che i produttori di alternatori per eolico non dichiarano mai). A basso n° di giri avrai una bassa caduta di tensione sulla resistenza della bobina, ad alto n° di giri un po' di più. Questa faccenda delle cadute di tensione per la corrente è la ragione per cui si fanno gli impianti con tensioni maggiori, ossia minori correnti a parità di potenza e minori dissipazioni nelle apparecchiature e minore spreco della potenza del vento. Personalmente sono convinto che un impianto di potenza sopra il KW dovrebbe essere almeno a 24V. Credo anch'io, ma io navigo in basse potenze Chissà poi se riusciranno nell'impresa di fare un inverter capace di racimolare molto di quanto fornisce così variabilmente l'eolico. Bene, altri te ne daranno conferma o meno. Credo di ave esaurito le risposte. Grazie tantissime, credo d'aver capito. Ora finisco lo statore spero con 0,3 ohm per fase (e meno volt ) poi faccio il test a banco e così potrò mostrarti la foto che desideravi.
Grazie a te, grazie a tutti.Saluti a tutti. Ferro
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 7/8/2008,16:16
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Salve a tutti. Dunque Gino, cerco di rispondere punto per punto come fai di solito tu. Penso che ti darò ulteriori motivi di grattacapi. Ma è una materia meravigliosa, almeno per me, e vale la pena di darseli.
CITAZIONE Non so da quanti volt sia, so solo che a vuoto, a stella e raddrizzato, da 35 a 120 giri passa da 14 a 50 volt. Non è che dipende da come intendo usarlo? Qualsiasi generatore, lasciato girare a vuoto produce tensioni più alte di quelle nominali (proprio per mancanza di "carico", ossia resistenza zero in uscita). Tanto è vero che gli alternatori per auto si raccomandano di non lasciarli senza carico, pena la distruzione del ponte raddrizzatore di diodi. Ora, in un generatore a magneti permanenti, in cui la "forza magnetica" delle calamite rimane costante, la tensione varia quasi linearmente in base al numero di giri.
CITAZIONE Immagino che Ohm abbia derivato le formule dal risultato di prove fatte e che quindi siano da prendere ad occhi chiusi. La "Legge di Ohm" è la base dell'elettrotecnica mondiale, in po' come la fisica di Newton.....
CITAZIONE Ho un aggeggio che genera differenze di potenziale ai capi di due fili e al momento non m'importa se lo userò per caricare una batteria, per scaldare dell'acqua, per fare delle scintille... Se ai due fili attacco qualcosa che fa "resistenza" e interpongo voltmetro e aperometro vedo che una parte dei volt si trasformano in ampere. So che volt x ampere = watt (potenza generata) e vedo che aumenta col crescere dei giri. Come abbiamo detto sopra, hai un aggeggio che genera una differenza di potenziale secondo il numero di giri, però. Quello che viene "trasformato in ampere" è la potenza in Watt. A vuoto cresce solo la tensione, mentre sotto carico la tensione scende perché la resistenza totale del circuito (interna dell'alternatore più esterna dela carico , in serie) provoca caduta di tensione secondo gli ampere di passaggio. Se hai una resistenza interna di 0,6 Ohm più una esterna di 0,4 Ohm, cioè una resistenza totale di 1 Ohm, si avrà una caduta di tensione di 1V per ogni ampere di passaggio. Questo con un carico resistivo, con le batterie la cosa si complica un po' ma ne riparliamo poi.
CITAZIONE Temevo che la potenza fornita dipendesse dagli ohm del carico. Così non è, almeno mi pare d'aver capito. Naturalmente ciò non è vero nel caso della batteria (e difatti non intendevo usarla). Invece è proprio così: W=OhmxA2 ossia resistenza per Ampere al quadrato. Ad ogni minima variazione del carico si modifica moltissimo la potenza erogata, per questo non si possono usare lampadine per prova. Allo stesso n° di giri puoi inserire o disinserire resistenze in parallelo o in serie a quella di carico e vedere che la potenza varia moltissimo.
CITAZIONE Magnifico! Semplicissimo! Ma allora non è neanche necessario raffreddare il filo inox nell'acqua (a meno che non vada a fondere, in genere bastano pochi secondi per fare il test) Secondo me invece ti conviene, perché il metallo riscalda velocemente, e anche in pochi secondi può variare la resistenza.
CITAZIONE Da quel che ho capito non è tanto per avere alti ampere, quanto per avere pochi ohm interni e migliorare il rendimento (quello che intendo misurare, e che i produttori di alternatori per eolico non dichiarano mai). Perfetto, vai così. Ma naturalmente poi a cose fatte e con un alternatore dall'ottimo rendimento, se non ci metti un aeromotore ben fatto ti sei giocato tutto. Eneo te ne darà conferma....
CITAZIONE Se solo lunghi almeno 8-10 metri andrebbero benissimo. Ci vorrebbero delle taglierine rotative, come quelle per rifilare i tabulati... Chissà se si trovano delle vernici isolanti, semplificherebbe molto la cosa. Ma è strano che in commercio ci siano solo degli spessori oltre il mm. Comunque prima vedo che succedere con lo statore in filo. Se ho ben capito, la lunghezza del filo delle tue bobine non dovrebbe essere molta. Se ricordo bene sono 33 spire, al massimo penso di una 15 di centimetri di circonferenza, fanno circa 5m. Potresti prendere 5m di lamiera e tagliarla a striscette di 6mm..... Ci vuole pazienza.... La taglierina a dischi come quella per i documenti vecchi si può fare (dubito che la trovi in commercio...) con un tornio e del tondo di acciaio (un vecchio semiasse di camion....), ma non so se il gioco vale la candela. Le vernici isolanti si trovano, ma qualsiasi smalto per metalli va altrettanto bene, viste le tensioni tra spira e spira. Gli spessori che si trovano in commercio sono alti perché le piattine si usano per avvolgimenti di macchine elettriche di grande potenza. Fare delle piattine sotto al millimetro non serve, si usa del normale filo tondo, più facile da fare e mettere in opera.
CITAZIONE Credo anch'io, ma io navigo in basse potenze  Non fa niente, penso che si possa fare la ventola un po' più grande....
CITAZIONE Chissà poi se riusciranno nell'impresa di fare un inverter capace di racimolare molto di quanto fornisce così variabilmente l'eolico. Credo che esista, ma chiedi in giro ad altri meglio informati di me...
CITAZIONE Grazie tantissime, credo d'aver capito. Ora finisco lo statore spero con 0,3 ohm per fase poi faccio il test a banco e così potrò mostrarti la foto che desideravi. Fai pure con calma. Penso che con le piattine gli ohm per fase calerebbero ulteriormente. E non ringraziarmi, che ogni volta ti fornisco qualche motivo in più per grattarti la pera!
Saluti a tutti. Ferro
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