| Ferrobattuto
| Inviato il: 21/4/2009,20:46
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Salve a tutti. Guardando i "resti mortali" della batteria del mio trattore mi sono accorto che le piastre negative erano praticamente tutte in buono stato, così ho deciso di provare a realizzare quello che avevo proposto di fare a Maxdef: un elemento 2V - 300Ah. Ho scelto le quattro serie di piastre migliori, purtroppo ormai senza bustine, in quanto pensavo di utilizzarle per recuperarne il piombo, e le ho messe da parte. Poi ho segato il contenitore originale della batteria, recuperandone due celle, alle quali ho pulito e limato i bordi, come si vede sotto.
Poi ho dovuto rimettere pazientemente le bustine sulle piastre, rigorosamente solo su quelle che alla fine saranno destinate a diventare le positive.
Nella foto ho rimesso soltanto la prima, ma poi ne ho dovute rimettere 32....... 16 su una serie e 16 su un'altra. Anche se alla fine il lavoro più rognoso di tutti è stato rinfilare le piastre delle due serie le une tra le altre: le bustine si incastravano in continuazione e si doveva farle scorrere e raddrizzare continuamente passandoci una lama di sega, col rischio di rompere il materiale attivo tra le griglie. Devo dire che i vecchi separatori rigidi erano molto più "seri".....
Mi spiace per la foto mossa. Alla fine, con molta pazienza e un po' di cautela, sono riuscito a rimetterli dentro, badando bene che non ci fossero corti e le bustine sporgessero sopra le piastre.
Come collegamento tra le sue serie, con un grosso saldatore di rame scaldato sulla fiamma, ho saldato due striscette di lamiera di piombo sui ponticelli.
Come si vede dalle bollicine nella foto sopra ho rimesso parte dell'acido tolto precedentemente dalla batteria, riportato prima alla densità giusta con l'aggiunta del solito "disgorgante". Alla fine ho messo il tutto sotto carica. Trattandosi di un elemento a 2V di grande capacità, e non avendo il caricabatterie di tensione e corrente adeguati, ho dovuto usare il normale caricabatterie a 12V che usavo per il trattore, inserendo una resistenza di caduta in serie.
La resistenza in questione l'ho ottenuta usando due rotoli di filo da impianti da 1,5mmq che avevo di rimanenza, quasi interi, collegati in parallelo. Si vedono le due scatole di cartone verticali, dietro l'elemento, da cui escono i due fili grigio e blu. La resistenza del tutto è tale che dentro l'elemento circolano 12 o 13A, che in circa 30 ore dovrebbero caricarlo completamente. Purtroppo così si dissipano inutilmente circa 120W in calore, ma per una prova una tantum si può fare. Alla fine della carica riscaricherò il tutto e farò un'inversione di polarità, in modo da scrostare e possibilmente distruggere eventuali residui di solfato. Dopo una buona "carica a fondo" proverò la capacità. Il seguito alla prossima. Saluti. Ferro
| | | | | | | maxdef
| Inviato il: 22/4/2009,11:44
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...dopo una buona carica, visto che non hai messo piastre nuove, dovresti riottenere subito tutti gli Ah ...ti seguirò con molto interesse
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 22/4/2009,12:19
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Ciao Ferro Gran bel tentativo!!! Volevo avvertirti che l'inversione di polarita per la formazione delle piastre si fa solo con le celle di tipo "plante". In questo caso per la cronaca per l'impasto positivo e negativo si usano 2 tipi di ossido diversi,pero non mi sono posto il problema di approfondire a causa del fatto che mi interessavo di piu alle plante. Per le griglie positive sul libro indicano una sorta di "RED LEAD" che tradotto si tratta di piombo rosso(????) Essendo del tipo a griglia si devono formare solo in seguito a UNA carica iniziale,non a inversione dei poli. Cmq vediamo dopo la prima carica cosa salta fuori,in caso farei una serie di carica/scariche,per prova. Ciao e bel lavoro veramente....
| | | | alby992
| Inviato il: 22/4/2009,21:08
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ciao Ferro,
lavoro certosino e perfetto,... spero che tutto funzioni a dovere...complimenti come sempre per la precisione dei tuoi manufatti!!!
Ciao Alberto
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 22/4/2009,22:02
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Salve a tutti, e grazie per i complimenti. Oggi ho misurato la tensione, e siamo a 2,4V E le ore di carica non sono ancora finite, finiranno domani mattina. Poi farò una scarica profonda e infine una ricarica profonda inversa. Non tanto per formare le piastre, ma per staccare meglio eventuali residui di solfato di piombo rimasti sulle piastre. Soprattutto perché una delle serie delle piastre negative usate era dell'elemento in corto (si era perforata una bustina....), che non si era desolfatato con l'uso del desolfatatore. Le due matasse di filo vibrano per il campo magnetico pulsante che producono, e scaldano abbastanza in quanto dissipano oltre 100W, ma reggono bene e funzionano ottimamente. Domani o dopo posto i primi risultati. Penso che sia un buon sistema per ottenere elementi singoli di grande capacità, anche se con piastre a griglia di tipo automobilistico, e perciò di durata non eccelsa, ma molto economici in quanto tutto il materiale è di recupero, dai contenitori alle piastre, con materiale attivo già inserito, all'elettrolito di recupero dalle batterie smontate. Mi sembra di aver capito, come diceva già qualcun'altro, che le piastre siano un po' tutte della stessa misura, sia come superficie che come spessore (meno che in certe "sottomarche", e variano le capacità soltanto per il numero che ne mettono. Trovando un buon modo per risaldarne i reofori, si potrebbero assemblare elementi praticamente di qualsiasi capacità. Meno "serie" delle tubolari, ma se trattate con cautela abbastanza durature, e molto economiche. Si vedrà..... Saluti. Ferro
| | | | Keyosz
| Inviato il: 23/4/2009,08:01
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Ciao a tutti, l'idea di recuperare le piastre già fatte dalle batterie "esauste" (come s'è scritto sui contenitori di raccolta) per realizzare degli elementi nuovi è ottima, anche se prevede un bel pò di lavoro manuale, sopratutto con sostanze pericolose come l'acido, il fatto che siano a griglia sicuramente non ne farà degli accumulatori duraturi, ma concordo sul fatto che la materia prima è quasi a costo 0 (non dimenticate il carburante per andare in giro a recuperarle ed il tanto tempo da dedicare alla realizzazione) quindi anche se durassero solo 3/4 anni vanno bene. Resta da verificare la qualità del materiale attivo delle griglie negative commerciali se funziona bene convertito in PbO2, ma per questo attendiamo i resoconti di Ferro. Sono più dubbioso sui separatori che hanno dimostrato di essere molto fragili e del tutto inadeguati a realizzare accumulatori duraturi, mi verrebbe quasi volgia di provare a prendere una cesta lunga e stretta e disporre tutte le piastre positive su un lato e tutte le negative sull'altro, sicuramente la resistenza interna sarà più elevata ma mettendone insieme un grosso quantitativo (1000Ah o più) andrei a scaricarla con 1/100 o anche meno della sua capacità, tanto si parla di accumulo stazionario, in modo tale da usare un solo separatore nel centro per il lungo e ridurre così il rischio di corti, 1 solo separatore 1 solo ricshio di corto. Mi pare di capire che le batterie auto del giorno d'oggi potrebbero durare qualche anno in più se non avessero il problema dei corti, in quanto per la solfatazione abbiamo i pulser, quindi se mi metto a costruire un elemento con le piastre delle batterie auto/camion devo scongiurare i corti e sarei a cavallo....
p.s. stò notando che le bustine delle batterie odierne si assomigliano quasi tutte, che siano costruite dallo stesso produttore e poi distribuite a tutti gli assemblatori di batterie? mah.....
| | | | Lupo cattivo
| Inviato il: 23/4/2009,10:55
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Ferro, come al solito fai delle ottime realizzazioni. Sei di quelle bestie e avresti 3,6 kw/h a costo davvero basso. Alla Fiamm sono disperati
CITAZIONE (DOLOMITICO @ 22/4/2009, 13:19) ...omissis... Per le griglie positive sul libro indicano una sorta di "RED LEAD" che tradotto si tratta di piombo rosso(????) ... Il biossido di piombo è una polvere bruno scuro (ossido pulce) , il minio, rosso, è una miscela di PbO e PbO2 Diciamo che le piastre positive sono bruno- rossastre, credo sia quello che intendono per red lead, per distinguerle dalla grey lead del polo negativo
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 23/4/2009,11:34
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CITAZIONE Il biossido di piombo è una polvere bruno scuro (ossido pulce) , il minio, rosso, è una miscela di PbO e PbO2 Diciamo che le piastre positive sono bruno- rossastre, credo sia quello che intendono per red lead, per distinguerle dalla grey lead del polo negativo Grazie Lupo,ma precisamente come si fa ad ottenere una simile pasta color rosso? é un processo che si forma automaticamente oppure devi aggiungere delle sostanze chimiche? Sulle celle "plante"si forma da solo,ma sulle griglie non so di preciso....
| | | | Lupo cattivo
| Inviato il: 23/4/2009,12:28
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CITAZIONE (DOLOMITICO @ 23/4/2009, 12:34) Grazie Lupo,ma precisamente come si fa ad ottenere una simile pasta color rosso? é un processo che si forma automaticamente oppure devi aggiungere delle sostanze chimiche? Sulle celle "plante"si forma da solo,ma sulle griglie non so di preciso.... Si forma automaticamente al passare della corrente. Un tempo le piastre degli accumulatori si "formavano" con ripetute cariche e scariche per rendere la superficie più spugnosa e quindi aumentarne grandemente la superficie ( si può arrivare a decuplicarla se non di più) Adesso il tempo è un fattore discriminante, i costi vanno abbattuti e la durata di un accumulatore è un fattore secondario: il biossido di piombo viene preparato a parte e fissato su delle piastre a griglia con una tecnologia che non conosco. Basta aggiungere l'elettrolita della giusta densità e l'accumulatore è pronto all'uso, senza lunghi processi di "formazione". Se poi dura poco.... Se ti interessa, ma non credo, come fare il PbO2 leggi QUI nella parte riguardante "principali composti ".
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 23/4/2009,23:51
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Salve a tutti.
CITAZIONE p.s. stò notando che le bustine delle batterie odierne si assomigliano quasi tutte, che siano costruite dallo stesso produttore e poi distribuite a tutti gli assemblatori di batterie? mah..... Credo Keyosz, che adesso in Europa ci siano una o due fabbriche di piastre di accumulatori per auto, e tutti gli altri si riforniscano da loro, assemblandole soltanto. Sicuramente per le bustine sarà la stessa cosa.....
CITAZIONE mi verrebbe quasi volgia di provare a prendere una cesta lunga e stretta e disporre tutte le piastre positive su un lato e tutte le negative sull'altro Otterresti senz'altro una resistenza interna molto alta, dato che la resistenza interna di questi accumulatori è inversamente proporzionale alla superficie affacciata degli elettrodi e direttamente proporzionale alla loro distanza. Un po' come per la capacità nei condensatori. Bisognerebbe procurarsi dei separatori rigidi di qualche natura, come quelli riciclati dalla vecchia batteria che ho usato per l'elemento sperimentale piccolo. Chissà se si trovano ancora?
Dodici di quelle bestie Lupo, e avrei l'impianto di capacità che cerco di ottenere da molto tempo, a costo praticamente ZERO, e alla Fiamm sarebbero ancora più disperati..... Ma non troppo, perché in fondo poi le piastre, anche negative, le fanno loro......
Oggi ho messo sotto scarica l'elemento sperimentale da 300A. Non avendo un amperometro di dimensioni e portata adatte ho deciso di usare quello del caricabatterie. Semplicemente invertendo i morsetti del caricabatterie, naturalmente con la spina staccata, la corrente circola dentro il caricabatterie, ma deve venire limitata da una resistenza in serie, in quanto il circuito interno ha una resistenza bassissima. Ho realizzato la resistenza-serie con un pezzo di filo isolato molto fino. Con 2V me ne è bastato un metro circa. E' quel filo giallo che si vede nella foto.
Il filo scaldava, ma non più di tanto. La corrente che vi circolava era di circa 15A, che con 2V fanno circa 30W. Di sicuro qualche Watt si dissipava anche nel circuito interno del caricabatterie (diodi, secondario del trasformatore ecc.), ma essendo costruito per erogare correnti superiori (é uno "starter", non ne ha riportato danni. La batteria ha retto questa scarica per circa dodici ore, dopodiché la tensione è scesa velocemente. Sotto la foto ravvicinata dell'amperomentro durante la scarica.
La capacità sembrerebbe più bassa dell'originale, ma il "trattamento" non è finito. Ora è sotto carica a tensione inversa, nel modo che si vedeva nelle foto di ieri. Domani eseguirò una bella carica a fondo, poi si vedrà. Saluti. Ferro
| | | | | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 24/4/2009,12:15
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Cavolo!! Un bel risultato a prima botta. E aggirando molti problemi classici come realizzare piastre e altro,di sicuro una soluzione veloce (proporzionata al risultato). Anche se 180 A sono appena un po piu di meta capacita di sicuro si puo migliorare ancora un pochino,forse lasciando caricare piu a lungo. Il solfato che so io si deposita sulle piastre positive,non sulle negativemtanto che con l'inversione di polarita cercano appunto di staccarla. Cmq tentar non nuoce.
| | | | Keyosz
| Inviato il: 24/4/2009,13:48
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Bisogna anche considerare che Ferro ha scaricato fino a 0 questo elemento di prova auto-costruito con gli elettrodi a griglia, sarei curioso di vedere quanti cicli fino a 0 sono in grado sopportare con l'assemblaggio minuzioso e ad imbustamento completo di Ferro....
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 29/4/2009,18:54
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Ciao Ferro,a che punto sei con la pila da 300A? Sono curioso di sapere se riesci ad avvicinarti ai 300A stimati,anche solo 250 sarebbero un vero successo.
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