mac-giver
| Inviato il: 9/11/2010,22:05
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allora ragazzi, è da un pò che bazzico sul forum NIA, e a quanto pare i ragazzi di questo forum stanno veramente facendo un buon lavoro..
per la loro preparazione e la passione che mettono nella ricerca.. ho messo un pò di link riguardanti i vulcani e i terremoti..
ma questo che sto mettendo ora (faccio un copia e incolla per i più pigri) mi ha incuriosito non poco..
che ne pensate?
................................................................................................... parte 1) PERCHE’ LE SCOPERTE DI PLANCK, POYNTING, EINSTEIN, ECC. SMENTISCONO LA TEORIA DELL’“EFFETTO-SERRA”
Uno degli aspetti più affascinanti della fisica, è il fatto che non di rado un medesimo fenomeno (es. trasmissione di calore, gravitazione, ecc.), può essere studiato partendo da approcci e leggi fisiche differenti, giungendo però a risultati molto simili o uguali, e che dimostrano l’intima coerenza e validità reciproca delle leggi fisiche applicate.
Ne ho avuto ancora una volta la conferma, proprio riflettendo qualche tempo fa – anche grazie alle osservazioni stimolanti di alcuni lettori di NIA – sul tema dell’”effetto-serra”, teoria sempre più contestata, e sulla quale da diverso tempo sto esponendo qui le argomentazioni che la rendono scientificamente improponibile.
Vi ricordate il romanzo “Alice nel paese delle meraviglie” di Lewis Carroll (pseudonimo di Charles Dodgson)? O l’omonimo cartoon di Walt Disney?
Si narra di una bambina che, casualmente, finisce in uno strano luogo in cui tutte le leggi fisiche (gravitazione, riflessione, impenetrabilità dei corpi, creazione “ex nihilo” di materia ed energia) sono sovvertite. Qualcosa di simile è accaduto per la famosa teoria dell’”effetto-serra”: nonostante sovverta molte leggi fisiche, molte persone la credono vera.
Qualcuno qui – e non solo qui – ha contestato la validità dell’applicazione del 1° e del 2° principio della termodinamica all’effetto-serra, per falsificarlo, cioè per dimostrarne l’erroneità.
E tuttavia, come dicevo, proprio riflettendoci mi sono accorto che la teoria dell’effetto-serra è sbagliata non solo perché viola i due principi della termodinamica, ma anche perché altre leggi fisiche – del tutto coerenti con i principi della termodinamica – sono incompatibili con l’effetto-serra.
In altre parole, se la teoria dell’effetto serra fosse vera, dovremmo buttare a mare non solo i principi della termodinamica, ma anche le scoperte di Maxwell e Planck sull’elettromagnetismo, le metodologie di calcolo dei flussi energetici e radiativi di Poynting, i principi del calcolo vettoriale delle forze, i principi della meccanica quantistica ed ondulatoria di Bohr ed Einstein, il concetto di entropia,ecc. ecc.
Un po’ troppo, direte voi….
Eppure è proprio così, ed è per questo che – come molti altri – mi batto con forza contro questa teoria che, da circa 30 anni, ha inquinato la fisica seria con considerazioni pseudo-scientifiche che hanno divulgato una “junk-science”, una scienza-spazzatura, tra molte persone – anche di buon livello d’istruzione – confondendo le loro idee e radicando in loro convinzioni totalmente errate. Una “junk-science” che ha inoltre la gravissima responsabilità di aver portato allo sperpero di somme enormi, che avrebbero potuto essere impiegate per risolvere altri e più gravi problemi. E la lettera clamorosa di dimissioni dello scienziato Harold Lewis, pubblicata qui su NIA nei giorni scorsi, è solo l’ultimo dei tanti episodi di denuncia, da parte di molti scienziati seri e non corruttibili.
Perché l’effetto-serra è solo “scienza-spazzatura”, e non ha alcuna validità dal punto di vista fisico-matematico? Qui di seguito verranno esposte sinteticamente – ma rigorosamente – le applicazioni delle leggi e dei concetti fisici e matematici che contraddicono l’effetto-serra. Chiunque voglia contestarli è libero di farlo, ma deve essere (almeno) altrettanto rigoroso, e mostrare numeri, leggi fisiche, calcoli, altrimenti perdiamo tempo, perché checché ne dicano, la matematica e la fisica non sono un’opinione.
Per capirlo analizziamo ancora una volta l’affermazione-chiave di coloro che (come l’IPCC) sostengono questa teoria.
“I gas serra assorbono radiazioni IR (infrarosse) provenienti dalla superficie terrestre, e ne rimandano una parte verso la superficie terrestre, accrescendone le temperature.”
Tutto ciò è pura fantascienza, dal punto di vista fisico, e se fosse vero significherebbe che 150 anni di fisica dovrebbero finire nel cestino, da Maxwell a Bohr, da Planck ad Einstein, e dovremmo studiare le favole di Alice.
Il concetto fondamentale è che le radiazioni IR (come tutte le radiazioni) sono onde elettromagnetiche, e cioè sono onde (e quindi entità fisiche immateriali), che – come hanno scoperto Bohr ed Einstein – possiedono una duplice natura sia corpuscolare che ondulatoria. http://it.wikipedia.org/wiki/Onde_elettrom...lettromagnetica
E dunque sono al tempo stesso onde e particelle – fotoni, granellini privi di massa – che muovendosi nello spazio spostano energia, e non materia. Ma le onde elettromagnetiche sono anche forze, come sono forze la gravità, l’attrito, ecc.
I vettori
Tutte le forze vengono descritte, in fisica, da un ente geometrico che è denominato vettore, tramite il quale è altresì possibile effettuare calcoli su di esse. Insomma: senza i vettori in fisica non si lavora e non si riesce a fare i calcoli. www.crema.unimi.it/didattica/matedisc/Vettori1_2.html
In pratica il vettore è una freccia, un segmento tramite il quale possiamo dire che una determinata forza fisica ha una direzione (nord, sud, ecc.) un verso (avanti, indietro) e un modulo (quantità: 1, 3, 25…ecc.), che corrisponde all’intensità di quella forza..
Quindi, anche le radiazioni IR, propagandosi nello spazio e nell’atmosfera, trasportano energia, ed essendo forze possono essere descritte matematicamente da onde e vettori.
Quando la superficie terrestre – riscaldata – emette energia termica, cioè radiazioni IR, in proporzione alla temperatura (e sappiamo che più un corpo è caldo, più radiazioni IR emette, per lo meno entro il limite del c.d “calor bianco” circa 1200° C.) questa energia viene solitamente quantificata attraverso un’unità di misura che è il W/m2, cioè watt per metro quadrato. Queste radiazioni IR, in forma di onda elettromagnetica, si dirigeranno spontaneamente verso il corpo più freddo, cioè l’atmosfera (il calore si muove sempre spontaneamente dal corpo più caldo a quello più freddo per il secondo principio della termodinamica, e quindi secondo il c.d “gradiente termico”), quindi possiamo utilizzare un vettore che ha direzione atmosfera, verso in avanti , e modulo, ad esempio, di 240 (W/m2) che indica l’intensità della radiazione emessa.
Ora, noi sappiamo che le molecole dei gas dell’atmosfera a loro volta assorbiranno solo una parte di questa radiazione, e poi ne rimanderanno il resto in tutte le direzioni, quindi anche verso la superficie terrestre. Questa è un’altra legge fisica invalicabile, che stabilisce che una radiazione, andando ad incidere su di un corpo (es. molecole di CO2), si scompone in tre coefficienti: a) riflettività (che determina quanta parte di quella radiazione viene riflessa) b) assorbimento (che stabilisce quanta radiazione viene assorbita da quel corpo) c) trasmittanza (che determina quanta parte di radiazione fuoriesce da quel corpo e viene dispersa). http://it.wikipedia.org/wiki/Irraggiamento...ergia_raggiante
La somma di quei coefficienti DEVE dare 1 (= 100%), sempre per un’altra legge fisica insuperabile che è il principio di conservazione dell’energia, cioè sempre il famoso 1° principio della termodinamica, che stabilisce che in un sistema isolato (ed il sistema Terra – atmosfera – Sole è isolato, come in generale si considera isolato il sistema universo) l’energia rimane costante, quindi non si crea, né si distrugge, ma si trasforma. Quindi, anche se – per ipotesi – avessimo la possibilità di riflettere al 100% una radiazione incidente su un corpo (e peraltro non succede mai, perché anche uno specchio assorbe mediamente lo 0.01% di radiazione incidente, quindi ne rimanda il 99.99%, non il 100%), NON avremmo mai una radiazione riflessa che possa essere più grande per intensità di quella incidente.
Ammettiamo che il 50% di queste radiazioni (onde) IR venga rimandato dai gas atmosferici verso Terra, come sostiene l’IPCC.
I flussi termici
Dal punto di vista fisico avremo allora un nuovo vettore, che ha direzione superficie terrestre, verso indietro, modulo/intensità = 120 (50% di 240 W/m2 = radiazioni ricevute da terra), cioè in pratica avremo un’onda elettromagnetica descritta da un vettore opposto al primo.
Quindi, in sostanza avremo due frecce in direzione opposte: una verso l’alto (energia radiante in uscita dalla superficie terrestre verso l’atmosfera) con un modulo pari a 240, e l’altra verso il basso (energia radiante rimandata al suolo dai gas atmosferici), con un modulo di 120.
Per le regole matematiche del calcolo vettoriale, per calcolare l’effetto di queste due onde che si incontrano e sovrappongono provenendo da direzioni opposte, è sufficiente sommare algebricamente il vettore 240 con quello 120, che però – essendo un vettore opposto nel verso – avrà segno meno (-) davanti, quindi avremo 240 – 120 = 120 (W/m2)
Ciò significa che l’incontro e la sovrapposizione di queste due onde non crea affatto energia addizionale, perché due onde elettromagnetiche che si incontrano provenendo da direzioni opposte non possono essere sommate, per calcolare l’effetto energetico di una loro sovrapposizione, ma vettorialmente vanno sottratte. L’equazione del flusso termico è pertanto la seguente: http://en.wikipedia.org/wiki/Heat_flux
∂ E entrante – ∂ E uscente = ∂ E accumulata ∂t ∂t ∂t che si legge semplicemente come: l’energia termica accumulata da una superficie in un tempo t è uguale alla differenza tra la variazione del flusso termico in entrata (lasciando costante il flusso in uscita) e la variazione flusso termico in uscita (lasciando costante il flusso in entrata).
Il vettore di Poynting
Un grande fisico, Robert Poynting, ha utilizzato questo concetto per elaborare una importante legge fisica che viene utilizzata abitualmente per calcolare la potenza del flusso di energia che attraversa una superficie, e tale legge prende appunto il nome di “vettore di Poynting”, e viene normalmente usata in fisica ed ingegneria per il calcolo dei flussi radianti ( termici ed elettrici).
Il vettore di Poynting, e quindi la potenza di un flusso radiante attraverso una superficie.è dato dalla seg. formula: http://en.wikipedia.org/wiki/Poynting_vector
S = E . H
Dove S è il vettore di Poynting, E è il campo elettrico ed H quello magnetico. Quindi il flusso di energia radiante attraverso una superficie è pari al flusso del vettore di Poynting attraverso di essa, ed il modulo (intensità) di quel vettore è dato semplicemente dal prodotto della intensità (modulo) dei due campi (elettrico e magnetico), mentre la sua direzione coincide con quella di propagazione.
Ma ciò significa che due flussi di energia radiante – dal suolo e dall’atmosfera – potranno essere individuati da due vettori di Poynting, con verso opposto. Quindi in definitiva anche la scoperta di Poynting conferma – dal punto di vista elettromagnetico – la relazione vettoriale sui flussi termici nelle superfici.
In pratica è semplicemente un flusso di energie radianti attraverso una superficie, se in superficie avete 240 di energia in uscita, e solo 120 in entrata, ovviamente non riuscirete mai ad avere 1 W/m2 in più sulla superficie, quindi non riuscirete mai ad innalzare la temperatura della superficie (sappiamo che un incremento di energia radiante IR accresce la temperatura della superficie su cui incide). Per farlo dovreste avere almeno 241 W/m2 in entrata a contrastare i 240 W/m2 in uscita, e allora avreste come risultante un vettore di modulo/intensità 1 W/m2 e verso rivolto alla superficie terrestre, quindi in quel caso avreste un incremento di 1 W/m2 dell’energia radiante in superficie, e dunque un aumento di temperature. Ad ogni istante – anzi secondo – avete 240 W/m2 che escono dalla superficie terrestre, e quindi TOLGONO energia, mentre nello stesso istante avete 120 W/m2 che entrano dall’alto (dai gas atmosferici), e quindi IMMETTONO energia. Dopo un certo periodo la superficie si raffredderà, perché comunque avete un flusso costante di energia radiante di modulo (intensità) 120 in uscita dalla superficie terrestre.
Oppure, pensate ad un recipiente bucato, dal quale fuoriescano 240 litri di acqua in un’ora, mentre un rubinetto aperto contemporaneamente ne fa entrare solo 120 in un’ora. Ovviamente non riuscirete mai a far salire il livello dell’acqua, perché anche se il flusso in uscita si dimezza, dopo che avete aperto il rubinetto, avrete comunque ogni ora 120 litri che si perdono, e alla fine il recipiente si svuoterà. I flussi termici seguono lo stesso principio.
Ecco quindi dimostrato matematicamente e fisicamente (meccanica ondulatoria) che l’ipotesi divulgata dall’IPCC, e cioè che la “backradiation” dei gas atmosferici possa accrescere le temperature al suolo, è FALSA.
Ripetiamo ancora: la semplice restituzione di radiazioni infrarosse da parte dei gas atmosferici (più freddi, e quindi incapaci di rimandare radiazioni IR più intense) NON può fare salire le temperature alla superficie terrestre (che sono più alte e quindi inviano più radiazioni IR verso l’atmosfera), e chi lo dice non sa nulla di fisica (oppure se sa mente, sapendo di mentire, il che è molto peggio), e divulga “junk-science” cioè spazzatura pseudoscientifica.
Fine Prima Parte
L'ATOMOSFERA NON è NE UNA COMPERTA NE UNA SERRA!.
Il punto fondamentale è che il concetto di “effetto-serra” o “effetto-coperta”, nel caso dell’atmosfera terrestre, è fuorviante ed errato, semplicemente perché è totalmente scorretto paragonare degli oggetti passivi ed inerti come la coperta, o il soffitto in plastica o vetro e le chiusure delle serre, ad un luogo enormemente complesso, attivo e dinamico qual è l’atmosfera terrestre.
Sarebbe un po’ come equiparare una lavagna di ardesia ad un PC ultra-moderno, per il fatto che entrambi gli oggetti possono essere usati per scriverci sopra e hanno uno schermo nero!
Tutti i modelli dell’IPCC sono errati perché offrono sempre un’immagine piatta, rozza, semplicistica e bi-dimensionale dell’atmosfera terrestre, come uno spazio statico in cui avvengono solo movimenti in entrata ed in uscita: entrano x radiazioni, ne fuoriescono y.
Ma l’atmosfera terrestre è talmente dinamica e complessa, che noi riusciamo a malapena a prevedere per 4-5 giorni, o al più una settimana, le reazioni meteoclimatiche degli elementi che la compongono!
Ecco quindi che – come vedremo subito – è errato credere che una variazione in aumento dei “gas-serra” determini tout court – se non un aumento delle temperature (e abbiamo visto che non è possibile per le leggi fisiche) – un “rallentamento” crescente dei tempi quotidiani e stagionali di raffreddamento, nel passaggio dal giorno alla notte, e dall’estate all’inverno.
Il concetto fondamentale è che se da un lato i gas atmosferici rallentano i tempi di raffreddamento, nel contempo essi possiedono anche una vigorosa azione rinfrescante, che per intensità supera sempre la prima.
Quindi, se aumentano i gas atmosferici, in particolare la CO2 e l’umidità (H2O), questi gas in primo luogo “schermano” le radiazioni solari in entrata, inoltre un loro aumento si traduce anche in una crescita di nuvolosità, e dunque di pioggia e neve (in inverno e a determinate latitudini), e questa azione è SEMPRE prevalente e più intensa dell’azione di “rallentamento” dei tempi di raffreddamento delle temperature.
Una prova di ciò l’abbiamo proprio osservando che i luoghi della Terra in cui si raggiungono le temperature più alte che altrove, sono proprio i luoghi aridi e i deserti (Sahara, Penisola arabica, Valle della Morte, ecc.) nei quali non vi è alcuna umidità e non piove quasi mai. Lì vi è anche una grande escursione termica, voi potete passare da +50°C all’ombra nelle ore di massima insolazione, a 0°C o sotto lo zero di notte, proprio perché non esiste alcuna umidità né gas che rallentino il raffreddamento delle temperature, ma d’altra parte non avete neppure nubi che schermino i raggi solari in entrata, impedendo loro di raggiungere la massima intensità.
Per contro, nei luoghi tropicali, equatoriali, o monsonici (Filippine, Vietnam, Brasile, ecc.) caratterizzati da elevate umidità ed ampia vegetazione pluviale, le temperature non scendono mai sotto i 15°C, mediamente, e addirittura voi avete molte località in cui tra giorno e notte avete un’escursione termica minima, e a volte nulla, potete trovare 27° C di giorno e 24°-25°C di notte.
Ma d’altra parte l’elevata umidità atmosferica impedisce anche che si raggiungano temperature massime troppo elevate, come nei deserti citati.
Ecco perché ha poco senso – come capita di leggere spesso – calcolare teoricamente cosa succederebbe se raddoppiasse la CO2 attuale, o se triplicasse o decuplicasse, ecc.
Il prof. Heinz Hug, ad esempio www.john-daly.com/artifact.htm ha calcolato, in laboratorio, che se l’attuale CO2 atmosferica, che è più o meno lo 0.0357% di tutti i gas, raddoppiasse e arrivasse allo 0.0714, le temperature salirebbero solo di 0.017°C.
Il geofisico Timothy Casey http://greenhouse.geologist-1011.net/ ha calcolato (cfr. al punto 3.1 in fondo) invece che se anche si aumentasse a 10.000 ppm (= parti x milione) la quantità di CO2 presente nell’atmosfera (cioè la si aumentasse di oltre 25 volte!) la crescita delle temperature sarebbe solo di 0.04°C, cioè nulla.
Ma lo stesso Casey si affretta ad aggiungere che tale crescita delle temperature nell’atmosfera (teorica) verrebbe però compensata da un meccanismo di riequilibrio che vedrebbe diminuire le temperature a bassa quota, mentre salirebbero quelle degli alti strati della Troposfera, a 11 km. di altitudine ed oltre.
Le stesse considerazioni che faceva il noto fisico Miskolczi, analizzando l’azione di riequilibrio termico dell’atmosfera, rispetto ai fenomeni di “riscaldamento” che vi avvengono.
Ora, lasciamo perdere il fatto che – come abbiamo visto – anziché parlare di modestissima crescita delle temperature sarebbe corretto invece parlare di modestissimo rallentamento teorico dei tempi di raffreddamento, poiché i gas atmosferici (più freddi) non possono mai accrescere le temperature dei suoli (più caldi).
Ma il punto è che tutti questi calcoli teorici con la CO2 presa isolatamente e in laboratorio, o con la CO2 + umidità (che peraltro costituisce il 95% e più dei c.dd. “gas serra”) non tengono conto del fatto che nella realtà l’azione “rallentante-del-raffreddamento” dei gas atmosferici è modesta, ed è soverchiata dalla loro capacità di schermare nel contempo le radiazioni solari, o innescare fenomeni rinfrescanti quali la condensazione dei gas caldi in nubi (espandendosi e salendo di quota), e poi la formazione di piogge o nevi, o di venti impetuosi (raffreddanti) per differenze di pressioni tra i vari strati d’aria.
6) Inquinamento e temperature
Una delle falsità e manipolazioni peggiori e più irresponsabili operate dai propagandisti dell’IPCC e dai politici e media loro sodali, è quella di avere fatto passare nella testa delle persone concetti totalmente errati e fuorvianti, quali ad esempio: + “gas-serra” = + caldo nell’atmosfera e + caldo in superficie, oppure: + inquinamento atmosferico = + caldo.
Nella realtà chiunque conosca il clima e l’ambiente, oltre che le leggi fisiche, sa che non esiste alcun rapporto tra la crescita dell’inquinamento atmosferico e la crescita delle temperature, anzi semmai è vero il contrario: + inquinamento atmosferico = calo delle temperature terrestri!
Ed ecco perché il c.d. “effetto-serra”, oltre ad essere una bufala pseudoscientifica, non ha nulla a che fare con l’inquinamento dell’atmosfera, che crea semmai un effetto contrario a quello sostenuto dai ciarlatani dell’IPCC.
Lo possiamo dimostrare subito, sulla base dell’osservazione di TUTTI i fenomeni atmosferici e climatici che troviamo in natura.
E’ ben noto che quando si verificano eruzioni vulcaniche di grande portata, come fu quella del Pinatubo negli anni ’90 http://en.wikipedia.org/wiki/Mount_Pinatubo , o come fu nel 1815 quella del vulcano Tambora, in Indonesia http://it.wikipedia.org/wiki/Anno_senza_estate si assiste a fenomeni di CALO delle temperature, o addirittura all’abolizione delle estati, come avvenne nel 1816 anche in Europa, quando vi fu un’estate freddissima, con nevi a giugno (!), quale diretta conseguenza dell’eruzione del vulcano indonesiano l’anno precedente e di alcuni altri vulcani.
Ciò perché l’enorme quantità di particelle di silicati, solfuri, polveri, ecc. che le grandi eruzioni vulcaniche sprigionano nell’atmosfera, crea una schermatura durevole delle radiazioni solari in entrata, e ciò si ripercuote sulle temperature, che scendono al suolo.
Ma lo stesso avviene – anche se su scala minore – nelle località urbane dove è – o era – più alto l’inquinamento atmosferico, lì si verifica IL CONTRARIO di un ipotetico effetto-serra, perché lì si verificano fenomeni di INVERSIONE TERMICA, quindi avete più caldo in quota, fino ad 1-2 km, e PIU’ FREDDO AL SUOLO!
http://it.wikipedia.org/wiki/Inversione_termica
Ciò accade perché lo smog e le polveri sottili creano cappe o nubi di smog nei bassi strati atmosferici, che determinano un’inversione dei gradienti termici, quindi al suolo avete temperature inferiori rispetto a quelle che trovate ad 1-2 km di quota, dove lo smog cessa, e circola aria più calda.
E’ quanto avviene anche ai Poli e nelle località dove c’è molta neve: il Sole non riesce a riscaldare (anche per la riflessione dei raggi per il fenomeno dell’albedo) la superficie terrestre gelata, dove l’aria solitamente è più fredda che alle altitudini più elevate, e anche lì c’è un’inversione del normale gradiente termico, (che fa sì che di solito salendo in quota le temperature si abbassino, fino ai –55°C dell’alta Troposfera, sopra gli 11 km. di altitudine al Polo e ai 20 km. all’Equatore).
Ma quello che conta è che in realtà “l’effetto-serra” non si è mai visto in natura, neppure là dove c’è il maggiore inquinamento atmosferico, e le città diventavano vere “camere a gas” invivibili.
Perfino lì, perfino a Londra quando vi fu nel 1952 la più pestilenziale nube di smog che uccise in pochi giorni moltissime persone, non accadde che vi fossero al suolo temperature più alte di quelle in quota, come ci vogliono fare credere i fanatici del serrismo.
Si verificò proprio l’opposto! Al suolo era fresco ed umido, e in quota, sopra la coltre di smog, le temperature erano più elevate, un classico caso di inversione termica, L’OPPOSTO di un ipotetico e fantasioso “effetto-serra” che riscalderebbe il suolo per opera dei gas in alto nell’atmosfera.
Quindi non vi è alcun rapporto tra la lotta all’inquinamento atmosferico – che ovviamente è giusta e sacrosanta per la nostra stessa salute e vita – ed un ipotetico calo delle temperature e lotta al “riscaldamento globale”. Si tratta di fenomeni totalmente diversi, e che non hanno alcun rapporto tra loro, come i media ed i politici ignoranti vogliono farci credere.
Paradossalmente più inquinamento atmosferico (vulcani, smog, ecc.) significa anche temperature più basse al suolo, NON più alte!
Anche perché l’inquinamento atmosferico è determinato non già dai c.dd “gas serra”, che sono gas del tutto naturali e necessari alla vita, come la CO2 (che la natura produce da milioni di anni in quantità 1000 volte superiori a quelle umane ed è fondamentale nel metabolismo delle piante!) o il vapore acqueo delle nubi (che è 100 volte maggiore della CO2 e viene prodotto dall’evaporazione delle acque oceaniche), bensì dalla combustione industriale di sostanze tossiche come i benzeni, i solfuri, i cloruri, i fenoli, dal pm10 e le polveri sottili, ecc. ecc.
Ancora una volta si può constatare come l’ignoranza scientifica e la manipolazione delle credenze popolari da parte dei media e dei politici che li sostengono, crei poi convinzioni – come il fantomatico “effetto-serra” – che non hanno alcuna base né scientifica, né sperimentale, né riscontro alcuno nei fenomeni naturali osservabili.
7) L’atmosfera è un “radiatore”, non una coperta!
Vorrei quindi concludere con un’osservazione che mi sembra importante. Un’attenta osservazione dei fenomeni atmosferici, porta semmai a paragonare l’atmosfera ed i suoi complessi effetti ad un “radiatore” piuttosto che ad una serra o una coperta, quindi ci porta a ritenere che l’atmosfera raffreddi la superficie terrestre, e non la riscaldi affatto!
C’è poi un fenomeno/concetto – oltre quelli già esaminati sopra – che lo dimostra ampiamente, ed in modo visivamente chiaro.
E’ il concetto della “ CIRCOLAZIONE GENERALE ATMOSFERICA” che avviene nella Tropopausa, tra la Troposfera e la Stratosfera, sopra gli 11 km. di quota. www.meteorologia.it/didattica/avanz...%20generale.htm
Perché negli ultimi decenni la circolazione atmosferica generale ha richiamato sempre più l’attenzione dei meteorologi, onde poter formulare previsioni sempre più precise?
Perché lì si sviluppano venti freddissimi di grande intensità, tra i 200-300 km/h (Jet Stream o Corrente a Getto http://it.wikipedia.org/wiki/Corrente_a_getto ), di origine polare (e a –55°C), che ruotano attorno alla Terra secondo direzioni a volte vorticose e molto complesse (es. moto di Coriolis), e sono all’origine di moltissimi fenomeni atmosferici, tra cui le “supercelle” (nelle quali si sviluppano le grandi perturbazioni), e molti altri fenomeni atmosferici convettivi (es. onde di Rossby, tornado, monsoni, piogge tropicali, ecc.).
Ora, la grande circolazione atmosferica – se ci fate caso – funziona proprio come una sorta di gigantesco “radiatore” che avvolge la superficie terrestre, a somiglianza della ventola che la vostra auto aziona automaticamente per raffreddare il motore, e per evitare che fonda quando è troppo caldo.
Ecco perché ha poco – o nessun – senso pensare alla CO2 e ai presunti “gas-serra”, quando poi dobbiamo ammettere che i fenomeni atmosferici ci portano a vedere l’atmosfera come un “radiatore” attivo, e non come una coperta passiva ed inerte, e dunque ci portano a considerare i fenomeni termodinamici e termoconvettivi, e NON la valutazione “statica” e teorica delle proprietà dei gas.
In altre parole, e per ricorrere ad un esempio concreto: a voi importa se il motore della vostra auto è raffreddato da aria con più o meno CO2, o più o meno azoto e ossigeno?
Ovviamente no, perché quello che prevale e conta è il fatto che il meccanismo convettivo del radiatore faccia sì che lo spostamento dell’aria sia il fattore dominante nel raffreddamento del motore, NON la composizione dei gas che la ventola spinge verso il motore caldo.
Allo stesso modo, i meccanismi termoconvettivi “rinfrescanti” che portano alla formazione di nubi, venti, piogge e nevi nell’atmosfera terrestre, prevalgono sulla composizione e la percentuale dei singoli gas, e sui loro presunti effetti “riscaldanti” o “rallentanti-del-raffreddamento”, nella dinamica del raffreddamento di quel “motore” della Terra che sono i suoli terrestri, o le superfici oceaniche.
Quindi saranno i Cicli Solari, i movimenti astronomici di Sole e Terra, le grandi correnti oceaniche, la Circolazione Generale Atmosferica, e tutti i fenomeni termoconvettivi a loro connessi (venti, piogge, nevi, nuvolosità e perturbazioni) a dettare i ritmi dei cambiamenti climatici, non già un fantomatico ed inesistente “effetto-serra” da variazioni percentuali dei gas atmosferici.
8) Il “luminare” non è infallibile
Per concludere, se permettete, un piccolo consiglio, che ho sempre applicato a me stesso.
Questi sono argomenti sui quali è facile rimanere confusi, o fuorviati, perché il clima è un argomento complesso, che implica la conoscenza di molti concetti fisici, chimici, termodinamici, matematici, meteorologici, ecc., su cui non si troveranno mai due persone che la pensano proprio allo stesso modo.
Inoltre è facile rimanere perplessi, leggendo – come capita spesso – articoli sul clima nei quali si mostrano calcoli matematici molto complessi (e non comprensibili ai più), con integrali, funzioni implicite, hamiltoniane, laplaciane, ecc., tali da lasciare l’impressione che chi ha scritto quegli articoli sia un “luminare” dal quale possiamo solo imparare.
Ebbene, non è affatto così!
Mi sono reso conto che – non di rado – coloro che possiedono una grande preparazione specifica e tecnica, poi magari sviluppano ragionamenti e conclusioni finali errati perché partono da concetti più semplici, ma viziati da errori in partenza.
In questo articolo, come noterete, mi sono limitato ad illustrare i concetti fondamentali (senza calcoli o spiegazioni troppo complesse) che dimostrano – e non solo a mio parere, è ovvio – la totale infondatezza scientifica e sperimentale dell’effetto-serra, a cui – fino a 4-5 anni fa – anch’io avevo dato credito, semplicemente perché lo davo per scontato, sentendolo citare ovunque da anni da tantissime persone, e non riflettevo sull’inconsistenza delle sue basi scientifiche.
Ebbene, di recente ho avuto modo di parlare con un docente universitario abbastanza noto (di cui taccio il nome) che invece crede ancora che il concetto di “effetto-serra” sia valido.
Sono rimasto colpito dal fatto che – quando cercavo di illustrargli i concetti e i dati sperimentali che demoliscono tale falsa teoria (1° e 2° principio, serre di Wood, temperature lunari, inversione termica, grande circolazione atmosferica, coperta, thermos, ecc.), gli stessi che ho esposto qui, lui eludeva il discorso, si capiva che gli dava fastidio ragionarci su, si rifugiava in considerazioni marginali (essendo un chimico) e molto teoriche e tecniche sulle proprietà della CO2, ecc.
Beh, non ci crederete, ma perfino questo docente universitario ha dato prova di una lacuna madornale, e proprio nel campo in cui dovrebbe essere più preparato, la chimica (su cui in generale ne sa molto più di me, lo ammetto).
Ad un certo punto se ne è uscito dicendo che le molecole della CO2 che si era sviluppata nell’atmosfera di Roma, dopo l’incendio del 64 d.C. (attribuito all’imperatore Nerone), dovrebbero ancora essere in circolazione oggi, dopo quasi 2000 anni!
Sono rimasto sbalordito, perché avevo proprio letto poco tempo prima (abbastanza casualmente) un articolo (che allego) che dimostra che TUTTI i sondaggi effettuati utilizzando il carbonio 14 per stabilirne la datazione, portano a ritenere che le molecole di CO2 non possano permanere nell’atmosfera più di 5-15 anni, in media!
Solo i ciarlatani propagandisti dell’IPCC avevano avuto la spudoratezza di scrivere che la CO2 può stazionare nell’atmosfera fino a 200 anni, ma senza mai portare alcuna prova che lo dimostrasse.
www.c3headlines.com/2009/09/the-lib...dency-time.html
Ma neppure l’IPCC era arrivata a dire l’assurdità che ci possa essere ancora in circolazione la CO2 dell’incendio di Roma del 64 d.C.!
Eppure questo docente universitario non conosceva un concetto basilare: credeva che la CO2 potesse “vivere” fino a 2000 anni e oltre, anziché fino a 15, un po’ come se uno zoologo vi dicesse che un cane potrebbe vivere 2000 anni!
Ecco perché sono convinto che su questi argomenti sia importante informarsi, e considerare i concetti più importanti, andando al nocciolo delle questioni, e ragionando con la propria testa.
Ma mai fidarsi “ a scatola chiusa” di presunti “luminari”, potrebbero avere preso dei colossali abbagli.
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