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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Sezione Generica

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Piombo nuovo da vecchie batterie.
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Ferrobattuto

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Inviato il: 19/7/2008,22:29

Salve a tutti.
Inserisco questa nuova discussione, sperando che sia di interesse generale.
Metto quì nell'eolico la discussione perché non so in quale argomento metterla, se non va bene si può spostare altrove.
Tempo fa sono venuto in possesso di due vecchie batterie, di quelle con il contenitore in ebanite nera, sigillate col catrame, come si usavano tanto tempo fa. Una da 32Ah, ex Fiat 500D e l'altra ad occhio e croce (mancava qualsiasi etichetta) da 75-80Ah, da camioncino. Avendoci lavorato su da giovane so perfettamente come si aprono, e ho pensato subito di smontarle per riutilizzarne i contenitori e recuperare il piombo. In un secondo tempo penso di rifonderlo in piastre da inserire dentro quello più grande e provare a rifare un accumulatore. Naturalmente non si recupera tutto, ma ne ho già recuperato molto da batterie di tipo più nuovo, che purtroppo non si possono aprire senza distruggerne i contenitori.
La batteria più grande è questa:

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/ForumEA/batt_grande.jpg

Quella più piccola questa:

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216502600.jpg

Prima di procedere, bisogna svuotarle accuratamente di tutto l'elettrolita. Per farlo basta metterle a testa in giù sopra una bacinella di plastica e lasciarle sgocciolare qualche ora, o meglio tutta una notte. Ne esce un liquido che dovrebbe essere incolore come l'acqua, ma di solito è sporco della polvere delle piastre interne, che con l'uso si sbriciolano, per cui è più o meno marrone, del colore dell'ossido di piombo che compone le piastre positive. L'elettrolita esausto si può lasciar decantare bene, i sali di piombo sono molto pesanti e vanno in fondo, poi recuperare e conservare in una tanica di plastica. Con l'aggiunta di altro acido solforico e l'aiuto di un densimetro si può ripristinare la densità e riutilizzare.
Per non correre rischi Sarebbe meglio usare dei guanti di gomma spessa, da lavoro, se ne trovano dai ferramenta. Sarebbe bene anche effettuare un lavaggio interno con acqua prima di aprirle, ma ogniuno si può regolare come crede. Ricordatevi che siete in presenza di acido solforico, che anche diluito mangia la stoffa dei vestiti e quantomeno brucia sulla pelle.
A questo punto si scalda lentamente il catrame, con una fiamma a gas messa al minimo, passandola delicatamente intorno ai coperchi, uno alla volta, e si asporta il catrame dalle fessure man mano che si fonde con un cacciavite a lama piatta. Scaldare lentamente e con precauzione, l'ebanite è una "gomma supervulcanizzata", ossia una gomma solida, e ha la spiacevole abitudine di ammollarsi prima e di prendere fuoco poi....

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216500154.jpg

Il catrame catrame tolto non serve più per sigillare la batteria, perché i coperchi sarà molto difficile recuperarli, in quanto sono stati stampati intorno agli elettrodi di piombo che ne fuoriescono. Io li ho rotti, perché la batteria che intendo ricostruire sarà una batteria stazionaria e non necessita di coperchi sigillati. Comunque se qualcuno fosse interessato posso descrivere poi il metodo per averli integri. Con quel catrame, mescolato ad acquaragia e olio di lino cotto se ne ricava un'ottima vernice contro le intemperie per il ferro (battuto... hehehe) di cancelli e ringhiere. A chi è interessato mando le proporzioni.
Ricordarsi sempre che stiamo lavorando con acido e sali di piombo, ossidi e solfati, non propriamente salubri per il nostro fisico e meno che mai per l'ambiente. Evitare il contatto con la bocca, il naso e gli occhi! Evitare di buttare i rimasugli nell'immondizia! Sono altamente inquinanti. Personalmente li metto in una scatola di cartone e li porto da un amico sfasciacarrozze, sempre ben felice di pressare nelle macchine destinate alla fonderia ogni sorta di cose che ne aumentino il peso...
Tolto più catrame possibile e scoperti i ponticelli tra gli elementi, questi si debbono tagliare con una lama di seghetto, o anche la punta di una sega a sciabola per legno, che il piombo è molto tenero, poi dopo scaldato ulteriormente nelle fessure che contenevano il catrame si fa leva coi cacciaviti sotto i tronconi dei ponticelli e si sfilano con precauzione gli elementi dal contenitore.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216501799.jpg

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216502755.jpg

Per questa sera ho sudato abbastanza! faccine/wacko.gif Soprattutto per imparare ad inserire le immagini. Purtroppo è la prima volta che scrivo in un forum e sono molto imbranato. Mi scuso per le immagini, ma non ho fotocamera e sono fatte col cellulare (quello dell'AGIP!). Per il resto vediamo appresso. Per qualsiasi cosa sono a disposizione.
Saluti.
Ferro




Modificato da PinoTux - 14/11/2013, 20:26
 

dega.81

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Inviato il: 21/7/2008,19:02

Ciao Ferro, volevo sapere cosa te ne fai del piombo una volta recuperato.

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 21/7/2008,19:55

Salve a tutti.
L'ho detto in apertura Dega. Proverò a fondere delle nuove piastre da rimettere nel contenitore per costruire una nuova batteria. Ma naturalmente ognuno ci può fare quello che vuole... Venderlo mi pare uno spreco, anche se lo pagano bene.
Adesso le piastre per accumulatori vengono costruite "già pronte", ovvero vengono fuse delle griglie (si vedrà poi) su cui viene pressato il materiale attivo, cosicchè alla prima carica sono pronte, poi vengono svuotate e vendute "secche", cioè senza elettrolito che te lo danno a parte in una tanichetta di plastica, oppure in genere se le prendi all'autoricambi ci pensa il ricambista a riempirle. Invece prima (molto tempo fa) le piastre erano fuse in piombo metallico, poi con successive cariche e scariche si "formava" il materiale attivo, ossia biossido di piombo sulla positiva e "piombo spugnoso" (non chiedermi cos'è) sulla negativa, poi dopo andavano in uso. Cariche e scariche continue è quello che facciamo noi, no?
Fondere il piombo è facile, basta un po' di gas, non molto, e uno stampo di gesso. Si può preparare un modello di piastra anche con del compensato verniciato, poi si fa uno stampo a conchiglia (nel caso poi vediamo come si fa) con del comune gesso o della scagliola, si fa asciugare MOLTO bene e ci si versa il piombo fuso, anche in un barattolo di ferro dei pomodori sul fornello di cucina (signora permettendo). In alternativa, per non inquinare col gas, si può usare della carbonella di legna, che in campagna si rimedia gratis dal forno del pane, o si recupera dal camino, ma anche in città si trova a quattro soldi nei supermercati per il barbeque. La carbonella non inquina, per i noti motivi. Dopo continuo la descrizione.
Saluti.
Ferro


 

Ferrobattuto

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Inviato il: 21/7/2008,21:27

Sono ancora quà.
Come si vede nella foto, l'elemento è composto da piastre positive (rosse) e piastre negative (grigie) intercalate tra loro e distanziate da separatori isolanti in plastica spugnosa antiacido. Lasciano passare la corrente ma impediscono il contatto e il cortocircuito. Io li ho recuperati tutti per poterli eventualmente riusare.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216666848.jpg

Con un po' di pazienza si sfilano e si separano i due gruppi di piastre, che sono attaccate a dei ponticelli, poi le piastre si tagliano via.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216667309.jpg

I pezzi più grossi di piombo, ossia i ponticelli esterni e interni si possono fondere così come sono, la piastre invece se messe nel crogiolo danno molto residuo solido che non permette bene di recuperare il metallo fuso, così si devono battere con delicatezza affinché cada il materiale attivo, cristallino, e rimangano le griglie di metallo morbido. A questo punto si fonde il tutto. Quelle negative danno una griglia quasi integra, a meno che la batteria sia molto logora, mentre quelle positive si sbriciolano e danno pochissimo metallo. Alla pazienza di ognuno la decisione di usarle o meno...

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216667705.jpg

Come si vede, questo è quello che si può recuperare. Purtroppo è nelle piastre positive che avviene l'accumulo di corrente sotto forma di composto chimico, precisamente ossido di piombo (i chimici del forum sapranno spiegarne la natura meglio di me), e sono quelle che si logorano di più, che si spezzettano e interrompono il passaggio della corrente (batteria morta), oppure che accumulano sali sul fondo che mettono in corto l'elemento, e durante il funzionamento o la ricarica "bolle" generando una quantità pericolosa di gas esplosivo (idrogeno e ossigeno in proporzioni perfette). In questi casi staccare prima ogni utilizzatore o ricaricatore, poi staccare i morsetti, in modo da evitare scintille che possono causare esplosioni. Personalmente ne sono stato vittima una volta sola e mi è bastato: sono stato inondato da una marea di schizzi di elettrolita acido, sulle mani sulla faccia e negli occhi, che ho salvato soltanto perché vicino avevo un rubinetto dell'acqua con cui mi sono immediatamente lavato il viso e sciacquato le orbite. Bruciore terribile, corsa al pronto soccorso, alcuni giorni con gli occhi come pomodori, tuta da lavoro da buttare, e incazzatura gigante del datore di lavoro (tutto sommato più spaventato di me...).

Il piombo recuperato in questo modo, come percentuale del peso della batteria originale non è molto:
Peso totale della batteria prima 36Kg
Peso della scatola vuota, dei separatori, delle briciole, dei coperchi e del catrame 10Kg
Peso del piombo ricavato 6Kg
Ossidi in briciole, tutto il rimanente.
E' poco? Ricordiamoci che la materia prima è completamente gratis (a meno che non è della vostra macchina... hehehe), anzi, il vostro meccanico sarà ben contento che lo sbarazziate delle batterie vecchie, che lui deve pagare per smaltire. Con un minimo di pratica poi in un giorno si possono demolire molte batterie e recuperare molti chili di metallo. Non so quanto valutiate il vostro tempo, ma io il mio lo impiego molto volentieri.
Nella foto sotto: crogiolo (il fondo di una vecchia bombola da 10Kg), "pizze" di piombo colato, lingotto e "lingottiera (uno stampo fatto con due pezzi di lamiera di ferro da 2mm).

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1216669334.jpg

E vero comunque che dalle batterie più moderne, anche se contengono meno piombo, in peso percentuale si ricava più metallo: hanno i contenitori più leggeri e sottili, come anche i separatori, ma per dare più corrente di spunto con ugual peso, anche le piastre, che si rovinano prima e di più. Le attuali batterie per auto durano in media due o tre anni, quelle del tipo sopra descritto invece ne duravano cinque o sei.
Per ricavare piombo da queste moderne ci sono due metodi: uno "pulito" e uno "sporco". Relativamente all'ambiente e all'inquinamento, s'intende.
Dato che sono sigillate e chiuse per incollaggio delle due parti superiore e inferiore, si possono aprire soltanto rompendole, con una piccozza da muratore (il famoso male-e-peggio) o col martello, e ricavare il metallo come descritto prima. Metodo pulito. Oppure si possono impilare le une sulle altre un po' a casaccio sopra una grata o un treppiede, e dar loro fuoco. Cola il metallo fuso, che si può recuperare mettendoci sotto una lamiera. Non se ne recupera molto ma non si fatica. Personalmente non l'ho mai fatto, l'ho soltanto visto fare. Si alza un fumo denso e maleodorante, sicuramente pieno di diossina e chissà quali altre diavolerie, e si producono ceneri piene di sali metallici e porcherie. Ricordatevi che "Anche chi inquina, prima o poi beve l'acqua!"
Comunque questa volta mi sono chiesto anche io se si poteva recuperare ulteriore metallo dalle briciole degli ossidi. Mi sono ricordato del sistema di riduzione col carbone dei minerali di ferro, negli altiforni. Così ho mescolato parte dele briciole con eguale volume di carbone sbriciolato e ho messo il miscuglio sui carboni accesi della mia forgia (quella nell'avatar): appena si è infuocato il miscuglio è cominciato a colare piombo liquido dal foro inferiore, quello dove si tolgono le ceneri. Il risultato sono stati altri quattro chili di metallo pulito. A questo punto penso che in futuro costruirò qualcosa per tentare di recuperare tutto il metallo possibile, ma nel frattempo col piombo che ho già voglio provare a rifare un accumulatore.
Anche per stasera credo di aver scritto abbastanza. Fatemi sapere se l'argomento è di interesse generale. Il seguito alla prossima puntata.
Saluti a tutti.
Ferro




Modificato da NonSoloBolleDiAcqua - 7/11/2013, 10:31
 

OggettoVolanteIdentificato

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Inviato il: 22/7/2008,00:10

L'argomento,a ME,interessa.
Agli ALTRI,non lo so,e non me ne curo. faccine/laugh.gif
Prosegui cosi',mi piacciono troppo i pasticci casereccio-elettrotecnici di questo tipo!






P.S. piu' che in eolico,avrei messo la discussione sotto un'altra voce,a meno che la futura batteria non debba servire .....in accoppiata con un ventolone

 

dega.81

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Inviato il: 22/7/2008,18:25

Molto bello e interessante! faccine/clap.gif
Sapresti dirmi come siamo messi dal punto di vista della tossicità durante la fusione del piombo?

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 22/7/2008,21:47

Salve a tutti.
Bene, sono contento che ci siano degli interessati all'argomento! faccine/clap.gif

Per Oggetto:
in effetti per adesso del fotovoltaico non ne posso fare, nonostante abbia un tetto di 130mq stò messo male, ho una casa di tre o quattro secoli che necessita di un sacco di lavori di riparazione e ristrutturazione. Anche la disposizione poi con il colmo centrale disposto quasi esattamente nord-sud non è delle migliori. Se mi riesce di regolarizzare una stalla-rimessa che ho in fondo al giardino, disposta con la pendenza quasi perfettamente a sud poi potrò pensare di farlo. Perciò credo che per prima cosa faro un eolico, anche se il vento.... Comunque ho premesso che se la discussione va messa altrove possono spostarla quando vogliono.

Per Dega:
Io ho usato carbone da forgia perché lo avevo, inquinante anche soltanto perché di origine minerale, che non è distillato ne purificato. Quando brucia manda già da se un leggero odore sulfureo, ma questa volta mi sembra che ne mandasse di più. Di sicuro le batterie erano ferme da moltissimo tempo (dal 75 circa) e perciò molto solfatate. Probabile che ci fossero dei vapori di anidride solforosa dovuti alla riduzione del solfato di piombo col carbone. Se ti intendi di chimica puoi saperlo meglio di me. Comunque sono convinto che se anche tutti noi del forum ci mettessimo a scassare batterie per una settimana inquineremmo sempre di meno della centrale Alessandro Volta in un'ora.... Anche se inquinare non va mai bene. Dal punto di vista del piombo non credo che ci siano emissioni, gli ossidi si riducono in metallo e anidride carbonica, e credo che eventuali altri composti siano solidi e non gassosi. Alla fine erano rimaste poche briciole di carbone e quella "crosta" che fa il carbone di forgia di solito sul fondo del refrattario. Niente altro. L'importante è usare delle precauzioni, non gettare in giro i residui, usare guanti e molta attenzione. Penso che usando carbone di legna (anche più economico) ci siano meno residui, ma devo provare. Penso che cercherò di migliorare il più possibile il sistema, per recuperare la maggior quantità di metallo possibile. Per ora voglio realizzare la batteria che ho detto, come prova, poi si vedrà.
Una cosa buona sarebbe individuare che cosa si potrebbe usare per contenitore, senza dover dipendere dai contenitori di vecchie batterie, quasi introvabili. Dalle bacinelle di plastica rigida a eventuali contenitori fai-da-te. Possibilmente economici e anche senza divisori, per elementi singoli da 2V di grossa capacità. Se sono stretti e alti è meglio.
Per qualsiasi cosa sono quì.
Saluti a tutti.
Ferro

 

Nuvoloso

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Inviato il: 23/7/2008,08:00

Vai Ferro, l'armomento interessa anche me.
bravo e complimenti

 

NonSoloBolleDiAcqua

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Inviato il: 23/7/2008,10:15

CITAZIONE (OggettoVolanteIdentificato @ 22/7/2008, 01:10)
...avrei messo la discussione sotto un'altra voce,a meno che la futura batteria non debba servire....

Hai ragione...vediamo come evolve la situazione e inserirla nel posto migliore...



CITAZIONE (Ferrobattuto @ 22/7/2008, 22:47)
Bene, sono contento che ci siano degli interessati all'argomento! faccine/clap.gif

Interessa a molti...ed anche al sottoscritto...
In passato sotto le mani mi era capitata della documentazione di un tizio americano che realizzava batterie fai da te...ma non la trovo più...non so se può esserti utile...
Complimenti anche da parte mia!
faccine/clap.gif
Bolle



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Chi sa raccontare bene le bugie ha la verità in pugno (by PinoTux).
Un risultato se non è ripetibile non esiste (by qqcreafis).

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 23/7/2008,13:16

Salve a tutti.
Bolle, se ti ricapita tra le mani quella roba mi fa comodo, anche se ho della documentazione in italiano di mio.
Per il resto datemi il tempo di fare questo benedetto stampo per le piastre che poi vado avanti. Anche se le piastre interne si possono ritagliare dalla lamiera di piombo, quella che si mette intorno ai comignoli, ma costa un pacco di soldi, e il sistema non è bene allineato con lo spirito del fai-da-te.
Saluti circolari.
Ferro

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 25/7/2008,22:54

Salve a tutti, riprendo il discorso.
Passa del tempo perché le prove sono in "diretta". faccine/tongue.gif
Quella sotto è la foto dei contenitori, puliti e sciacquati, poi lavati con un po' di benzina per tirare via i residui del catrame, pronti per l'uso. Sopra quello più piccolo ci sono impilati i distanziatori.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217015979.jpg

Ho ritagliato da un foglio di plastica rigida spesso 3mm (un avanzo di insegna per negozi) la sagoma di una piastra di piombo, delle dimensioni adatte al contenitore che ho, lasciando lungo il nastro di collegamento sopra, tanto poi tutti i ritagli si possono rifondere tranquillamente.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217016174.jpg

Con quel modello si può fare lo stampo. I bordi vanno svasati tutti nella stessa direzione, per poterlo poi sfilare dallo stampo di gesso senza causare rotture. Si blocca poi la sagoma (difficilmente la lastra di plastica non è svergolata...) su una lastra di vetro, meglio se un po' spesso, che rimane rigido e non si deforma. Io l'ho bloccata con quattro piccole gocce di cianoacrilico, ma forse va bene anche del nastro biadesivo, con la svasatura in alto.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217016918.jpg

Quello a fianco è un pane di plastilina, col quale si fa un "recinto" intorno alla sagoma alto 3 o 4cm e distante qualche centimetro, dentro il quale si verserà il gesso. Il nastro di plastilina deve essere ben attaccato al vetro.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217017166.jpg

Sembra il plastico di Fort Knox.... faccine/laugh.gif
Ora si impasta il gesso. Ho usato della scagliola, ossia il gesso da intonaci, perché il gesso normale quì è difficile trovarlo, ma dovrebbe essere la stessa cosa. Per preparare l'impasto si procede così: si mette in un recipiente un po' meno acqua di quanto più o meno è il volume da riempire, poi si aggiunge il gesso lentamente, prendendolo con la mano sinistra e lasciandolo scendere tra le dita, mentre si rimescola continuamente l'acqua con la destra, con l'aiuto di una spatola o di un cucchiaio. In alternativa si può usare un colino per far scendere la polvere più uniformemente (come si fa con lo zucchero a velo sulle frittelle dolci! faccine/laugh.gif ). Non mettere l'acqua nel gesso perché si formano dei grumi pazzeschi che non si sciolgono mai. Si seguita ad aggiungere e a rimescolare senza fermarsi fino a che il liquido prende una consistenza oleosa e densa, poi si versa con un moto circolare nello stampo sopra il modello, badando bene di non lasciare bolle d'aria. Più o meno come nella foto.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217018498.jpg

In pochi secondi il gesso si solidifica, e mentre tira si riscalda, tanto che si sente ben caldo sotto la mano. Dopo pochi minuti è solido, tanto che si può rovesciare lo stampo tranquillamente, per vedere se ci sono difetti o bolle d'aria. Naturalmente se le bolle sono nello spessore non si vedono, ma se si è versato con attenzione sicuramente non ci sono.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217018897.jpg

Subito dopo si può recuperare la plastilina, poi si lascia tirare bene e asciugare almeno 24h. Successivamente si stacca dal vetro con un po' di cautela e una lama sottile, facendo leva sotto uno degli spigoli. Il gesso viene via facilmente, e se avete posizionato bene la svasatura non ci dovrebbero essere rotture. Il modello sicuramente sarà rimasto attaccato al vetro e bisognerà staccarlo con un po' di cautela per non romperlo, poi rimetterlo nello stampo per prepararlo alla 2° colata. Si rimette di nuovo intorno il nastro di plastilina, lasciandolo sporgere sopra quanto prima sporgeva dal vetro.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217019543.jpg

La plastilina non attacca sul gesso umido, perciò per non lasciar trafilare il gesso liquido tutt'intorno si deve reggere accostata con qualcosa di pesante. Io ho usato dei mattoncini. Poi si praticano 3 o 4 fori conici o tondeggianti intorno al modello, quando si colerà il gesso si riempiranno e costituiranno dei "denti" che non permettono alle due parti dello stampo di scivolare l'una sull'altra. Io li ho fatti forando il gesso (è tenero) con il manico di un cucchiaio per una profondità di 5 o 6mm. Prima di fare la seconda colata si deve proteggere la superficie del gesso per non far "attaccare" quello che ci verseremo sopra. A differenza del cemento, di cui due colate successive non si legano, il gesso invece si, col rischio che il modello rimane in un blocco di gesso che poi non si apre. Per evitare questo rischio si passa un pennello umido sopra un pezzo di sapone da bucato, e si unge la superfice con quello. Facendo in modo che lo strato sia più sottile possibile, appena un velo, ma molto uniforme.
Naturalmente si ripete l'impasto e si cola come prima, quando è solido si toglie la plastilina e lo stampo è prono. Per ora è ancora chiuso, lo aprirò domani pomeriggio, dopo aver lasciato il tutto al sole per più ore possibile.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217020903.jpg

Sembra un sarcofago......
Prima di poterci colare dentro il piombo va lasciato asciugare molto bene, pena il rischio di rotture o scoppi dovuti al vapore. Il gesso deve risultare assolutamente asciutto. Questo tipo di stampo si chiama "stampo a conchiglia", per ovvi motivi. Il gesso regge ad un numero limitato di colate di piombo fuso, nel caso che si possano fare poi molte batterie stazionarie autocostruite, si può ricorrere ad uno stampo in ferro fresato, o ritagliato, praticamente indistruttibile. Nel caso si vedrà come farlo.
Nell'eventualità che non si abbia pratica, conviene prima fare una o più prove, con poco gesso e un piccolo stampo casuale, anche di una moneta o una medaglia.
Non è il primo stampo in gesso che faccio, ma l'ultimo l'ho fatto molti anni fa, speriamo che anche questo mi sia riuscito bene.
Anche per stasera ho fatto tardi.
Buonanotte a tutti.
Ferro




Modificato da NonSoloBolleDiAcqua - 7/11/2013, 10:33
 

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Inviato il: 27/7/2008,14:29

Salve a tutti.
Ho aperto lo stampo. Sembra che sia riuscito bene, senza bolle o "scrostature". Adesso lo stò facendo asciugare, esponendolo al sole per più ore possibile, ma il gesso è bianco e non si scalda un granché e ci stà impiegando un sacco di tempo. In alternativa si potrebbe "infornare", anche nel forno di cucina, ma con molta cautela, il forno al minimo e lo sportello appena scostato. Pena rotture che vanificherebbero il lavoro.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217164818.jpg

Prima di usarlo si farà una svasatura intorno al foro di colata, dove inizia il nastro di contatto, a mo' di imbuto nel quale versare il metallo fuso. Ma vedremo in seguito.
Saluti.
Ferro




Modificato da NonSoloBolleDiAcqua - 7/11/2013, 10:34
 

Ferrobattuto

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Inviato il: 30/7/2008,19:59

Salve a tutti.
Anche se mi sa che tra ferie e vacanze varie stiamo rimanendo in pochi....
Ho avuto un incidente di percorso: lo stampo in gesso, fatto per le piastre si è spaccato. faccine/mad.gif Credevo di averlo lasciato asciugare bene, invece non ha resistito.

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/pptea/image/PPTEA_IMG_FORUM/1217443053.jpg

Come si vede dalla foto l'angolo in basso a destra dello stampo si è rotto, lasciando colare fuori il piombo liquido. faccine/sad.gif La prima colata è uscita incompleta, perché lo stampo era freddo, ed è la piastra incompleta che si vede vicino allo stampo rotto. Peccato perché venivano proprio bene. faccine/cry.gif Ho deciso che tempo perso per tempo perso proverò a fare uno stampo di metallo. Ho il materiale, ma ci vorrà un po'. faccine/construction.gif
Devo aver sbagliato evidentemente qualcosa, ma resta valido il sistema per fare stampi in gesso, magari di cose più piccole. Ho cominciato a fare stampi di gesso da bambino, per copiare i "soldatini spaziali" di plastica che si trovavano nei cioccolatini. faccine/happy.gif I cioccolatini arrivavano di rado e i soldatini erano pochi.... Il sistema lo imparai da mio padre, che realizzava particolari in piombo fuso per i modelli delle navi antiche che costruiva in casa, dopo il lavoro, in piccole serie (non era proprio un hobby...), cannoncini, ancore ecc.
Ormai ho deciso che voglio fare l'accumulatore fai-da-te e andrò fino in fondo! faccine/crash.gif Metterò comunque tutto nel forum.
Saluti a tutti.
Ferro




Modificato da NonSoloBolleDiAcqua - 7/11/2013, 10:37
 

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Inviato il: 30/7/2008,21:52

Credo sia uno choc termico,e non acqua intrappolata.Il gesso andrebbe preriscaldato almeno a 300°,estratto con guanti,e poi vi si cola il piombo fuso.
Anche perchè è meglio che gesso+piombo si raffreddino lentamente,e non 1 secondo dopo la colata.La lastra in piombo è venuta comunque piu' liscia e regolare di quanto immaginassi!

 

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Inviato il: 30/7/2008,22:04

Ciao Ferro, mi è venuta in mente un'idea che forse potrebbe evitare di rompere gli stampi... Perchè durante la colata di gesso per fare lo stampo non inserisci all'interno del gesso stesso una rete metallica? In questo modo avresti un'armatura interna che contrasterebbe eventuali rotture, tipo il vetro antisfondamento, hai presente?

 
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