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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Eolico

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modifica alternatore auto, per uso eolico
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Libero51

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Inviato il: 4/10/2008,08:09

CITAZIONE (fly1971 @ 3/10/2008, 11:56)
. . . e si magentizza man mano che faccio girare la tensione nelle fasi sale fino a quando non supera la tensione che arriva dalla batteria per il rotore e questo punto il rotore si magnetizza di più e . . .

Ciao a tutti , e ciao Luigi le cose non stanno proprio così. Vorrei escludere il regolatore per eliminare variabili da analizzare: il funzionmento dell'alternatore è abbastanza semplice se terrai conto di alcuni concetti che cercherò di esprimerti anche con qualche disegno. Anche se l'idea che avevo per ricavare un alternatore a bassi giri per caricare le batteria era diversa, e ne potremo parlare più avanti, il tentativo sperimentale che stai facendo può essere utile come banco di prova pratico e come modello per capire ed interpretare gli aspetti teorici.

Incominciamo con il primo disegno, dal trasformatore all'alternatore.

Nel particolare A :
la bobina blù del secondario è sottoposta alla variazione di flusso magnetico indotto dalla corrente alternata a 50 Hz che circola nella bobina rossa. Il valore massimo di tale flusso dipende dal valore massimo della corrente che circola nella bobina rossa e da quante spire essa ha.
Il prodotto corrente per numero di spire si chiama forzamagnetomotrice f.m.m.
Tale flusso quindi cambia 50 volte in un secondo tra due valori uguali positivo o negativo .

Ma la bobina blù . . . non ha occhi e non ha orecchi.

Lei è solo in grado di produrre ai suoi capi una tensione proporzionale

alle spire, alla intensita massima del flusso che "concatena" e a quanto velocemente esso varia.

Se sostituiamo la bobina rossa alimentata in c.a. con un magnete che riproduca un valore massimo del flusso pari a quello prodotto dalla rossa e facciamo ruotare tale magnete a 50 giri al secondo in modo da riprodurre le 50 inversioni di flusso al secondo, otteniamo ai capi della blù la stessa tensione . 50 x 60 secondi = 3000 giri al minuto. . .

Nel particolare B :
abbiamo trasformato un trasformatore ! ! ! . . . in un alternatore a magneti alla cui categoria appartiene l'alternatore Piggot.

Se poi sostituiamo il magnete con una bobina rossa alimentata in corrente continua (elettrocalamita) . . .

Nel particolare C :
otteniamo un alternatore con avvolgimento induttore in c.c simile a quello automobilistico che Luigi sta modificando e simile a quello di tutte le megacentrali di produzione.

Manca un argomento indispensabile per spiegare i concetti di eccitazione, sovraeccitazione che crucciano fly1971, la prossima volta cercherò di spiegarvi quale curiosa memoria artificiale si nasconde in un pezzetto di ferro,

Il migliore pregio di un docente è riuscire a suscitare un tale interesse che chi impara . . . non se ne accorge. E' una cosa difficile da realizzare , non è sempre possibile, ma tutti i docenti dovrebbero cercare di andare in quella direzione.

Un saluto a tutti.


P.S. Sono naturalmente d'accordo con eneo per spostare la discussione dove meglio crede.



http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/2/2/6/2/4/8/7/t/1223101016.jpg

 

Elektron

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Inviato il: 4/10/2008,12:01

CITAZIONE (fly1971 @ 3/10/2008, 19:41)
Lo schema c'è ma mancano i valori dei componenti.

Prova così, con piccoli aggiustamenti funziona sicuro.

Immagine Allegata: alt_11_1.gif

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/Uploads/post-1906707-1223118090.gif


 

fly1971

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Inviato il: 5/10/2008,01:36

Ciao Libero, credo che i miei dubbi si sono presentati nel momento che ho fatte queste prove e quindi verificare se erano giuste con quelle poche conoscenza di elettrotecnica, sono un ingegnere civile al mio corso universitario ho fatto un esame semestrale di elettrotecnica dove si sono toccati un pò tutti gli argomenti ma fatti in modo blando.
Ti ringrazio per i tuoi interventi e anche sul fatto di non usare un linguaggio troppo "tecnico" , aspetto il tua prossima spiegazione sulla questione delle correnti di sovra e sotto eccitazione.
Ho smontato il porta spazzole e ho scollegato i connettori del regolatore dalle spazzole , purtroppo non riesco a vedere il circuito è annegato in una specie di colla, ora possa fare la prova che mi chiedevi, anzi a riguardo se mi puoi dire l emodalità e quale letture fare, del tipo:
Prova senza rotazione:
-se alimento il rotore solo con la lampada e misuro l'assorbimento
Prova con rotazione:
- se alimentare o non, il rotore anche con i diodi delle fasi
- fare delle misure della tensione/giri a vuoto o con un carico ( lampada o batteria)

X elektron ti ringrazio per il dimensionamento dei valori, però il BD137 non è un pò basso come potenza?, magari meglio sostuirlo con uno di almeno 3-5 A , nel rotore ci scorrono correnti finoa 3.5A

Un saluto Luigi

 

Libero51

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Inviato il: 5/10/2008,06:27

CITAZIONE (fly1971 @ 5/10/2008, 02:36)
. . . sul fatto di non usare un linguaggio troppo "tecnico" . . .

Ciao a tutti , ciao Fly 1971 e ciao Elektron. Lo scopo principale che sto mirando è quello di fornire le conoscenze di base per di consentire a tutti di operare un "fai da te" efficiente e consapevole . Un linguaggio specializzato e la distanza fisica che ci separa possono essere una barriera insormontabile che tento di diminuire "compromettendo" i termini tecnici . L'altro aspetto fondamentale è quello di semplificare al massimo il modello da analizzare eliminando variabili anche importanti ma non fondamentali.
Ringrazio Elektron per averci fornito i dati del regolatore e potremo "alla fine" ritornare sull'argomento ma, per il momento una lampadina è più che sufficiente allo scopo e consente di capire molto meglio il funzionamento di insieme.

Ma torniamo al dunque e consideriamo i dati completi forniti da Luigi-
". . . il rotore ha una resistenza agli anelli di 2.7Ohm, se lo collego alla batteria ha un assorbiemnto di 3.7A invece con la lampada da 10W ha un assorbimento di 0.6A ovviamente sempre collegate al regolatore."

La corrente che passa nel rotore è quella che alimenta la bobina rossa del particolare C del disegno che vi ho presentato nell'intervento precedente e che "magnetizza" il nucleo ferroso in rotazione.

Quale relazione esiste tra tale corrente (eccitazione) e l'effetto "magnetizzante" (induzione) ?

Il disegnino che ho preparato oggi spiega un sacco di cose.

Sulle ascisse abbiamo la corrente (f.m.m = numero spire x corrente).
Sulle ordinate abbiamo l'induzione ,

Prendiamo in considerazione la linea rossa che parte dall'origine, nessuna corrente , nessuna induzione. I "magnetini" rappresentati dalle molecole del ferro intrappolate nella loro struttura cristallina possono ruotare su se stessi con una certa facilità , come le persone in una piazza molto affollata.
Sul palco nessun oratore (corrente) sta ancora parlando e le persone sono rivolte a caso in tutte le direzioni. Anche le molecole "magnetiche" del ferro sono disordinatamente orientate con un effetto di totale vicendevole annullamento.
L'oratore inizia a parlare , e l'interesse che suscita è crescente, le persone, mano a mano che l'interesse (corrente) cresce si voltano verso l'oratore. Altrettanto fanno le molecole del ferro con una proporzionalità diretta tra corrente (causa) ed orientamento (effetto).
Tale aumento dell'orientamento aumenta l'induzione magnetica.
L'oratore incalza la folla con il suo discorso , anche i più distratti, a poco a poco si girano e si orientano verso di lui.
L'interesse ed il coinvolgimento della folla cresce, ma piano piano, sono sempre meno i distratti "disorientati", all'aumento dell'interesse non corrisponde più lo stesso aumento di orientamento. Anche i magnetini disorientati scarseggiano progressivamente ed ad ogni successivo aumento della corrente non corrisponde più lo stesso incremento di induzione.
La pendenza della linea rossa, incomincia a diminuire, e quel tratto curvo viene chiamato tecnicamente "ginocchio". A metà della favola la folla è tutta orientata ed i magnetini pure, anche se aumenta l'interesse verso l'oratore o la corrente di magnetizzazione, l'effetto di maggior orientamento e di aumento di induzione non può più "quasi" avvenire.
La pendenza prima del ginocchio indicata con mu (lettera greca) indica la permeabilità del ferro
mentre la pendenza dopo al ginocchio indica la permeabilità dell'aria molto simile a quella del vuoto ed è indicata con mu0.

B= mu x N x I

Per finire la spiegazione del diagramma diminuiamo la corrente di magnetizzazione ed imbocchiamo la linea blù che indica una conseguente riduzione dell'induzione.

Qualche cosa di strano accade perchè durante questo percorso a ritroso, un certo numero di magnetini rimane orientato nella vecchia direzione , bloccato da una sorta di "attrito" dovuto ai vincoli molecolari. Anche azzerando al corrente rimane un effetto di magnetismo residuo indicato dal tratto verde.

L'area grigia compresa tra le linee colorate rappresenta l'energia impiegata per smuovere tutta guella gente . . . pardon quelle molecole.

Una delle cause di riduzione del rendimento delle macchine elettriche è dovuta a questa energia che viene dissipata ad ogni ciclo e viene indicata alla voce "perdite nel ferro" e non ha nulla a che vedere con la dissipazione per effetto Joule delle correnti indotte nel ferro.

Dopo questa "pesante" e fondamentale spiegazione dovrebbe essere più agevole proseguire.

Dai dati comunicati da Luigi se alimentassimo direttamente il rotore senza regolatore e lampadina la corrente sarebbe di circa 12 Volt : 2,7 ohm = 4,4 Ampere.
Il dato letto di 3,7 Ampere ci dice che la resistenza complessiva è di 12 : 3,7 = 3,2 ohm
e che quindi il regolatore si comporta come una resistenza da 3,2 - 2,7 = 0,5 0hm; il consumo complessivo del rotore è di 12 Volt x 3,7 Ampere = 44 Watt.
Sarebbe una cosa accettabile se l'alternatore fornisse almeno . . . 400 Watt ?, Cosa per'altro normale se l'alternatore fosse attaccato al motore dell'auto.
Se il rotore sta fermo o gira piano , in queste condizioni . . . và in fumo.
Queste prime considerazione ci fanno immaginare che il risultato finale sarà probabilmente scarso. Ma procediamo per gradi. Occorre diminuire la corrente sul rotore e , a questo punto ,lascerei il regolatore dove stà e sostutuire la lampadina da 10 Watt con quella da 60 Watt del faro in modo da avere una corrente di un paio di Ampere.
In questo modo dovremmo sicuramente trovarci sotto il "ginocchio" ,lontano dalla saturazione del ferro e dall'arrostimento dell'avvolgimento induttore.

Rispetto alle ulteriori domande di Luigi sulle prove in rotazione direi che :

Alimenta il rotore con batteria 12 Volt , lampada 12 Volt 60 Watt in serie , regolatore in serie e comunicaci la corrente.

Collega il ponte di diodi alla batteria 12 Volt e misura la corrente di carica ai vari regimi di rotazione , la tensione non è importante , mentre importante sarà il tuo resoconto.

Il regolatore "sente" la tensione sulla batteria e se questa aumenta oltre una certa soglia provvede a ridurre la corrente di eccitazione del rotore e la conseguente corrente dello statore. La lampadina in serie al regolatore dovrebbe comunque escludere tale eventualità ma sarebbe utile controllare "comunque" che la corrente sul rotore non cambi sensibilmente falsandoci il ragionamento.

Un saluto a tutti



http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/2/2/6/2/4/8/7/t/1223178504.jpg




Modificato da Libero51 - 5/10/2008, 07:50
 

Elektron

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Inviato il: 5/10/2008,10:04

CITAZIONE (fly1971 @ 5/10/2008, 02:36)
Ciao Libero, credo che i miei dubbi si sono presentati nel momento che ho fatte queste .......

X elektron ti ringrazio per il dimensionamento dei valori, però il BD137 non è un pò basso come potenza?, magari meglio sostuirlo con uno di almeno 3-5 A , nel rotore ci scorrono correnti finoa 3.5A

Un saluto Luigi

Non sapendo bene la corrente avevo messo quello ... in effetti è bassino, meglio usare un TO220 come BDW93C oppure il classico MJ (TIP) 2N 3055.
Ma altri NPN qualsiasi vanno bene lo stesso, il circuito in se stesso non è critico e dovrebbe funzionare al primo colpo senza problemi. Poi con piccoli aggiustamenti si potrà ottimizzare la regolazione e la dissipazione sul finale di comando dell' avv. di campo.

 

fly1971

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Inviato il: 7/10/2008,00:21

Ciao Libero, interessante anche questa spiegazione, sai stavo pensando che c'è una certa analogia con le prove di carico-scarico sugli acciaii, anche li c'è un'area ( isteresi) di energia dispersa per la plasticità del materiale.
Faccio una mia osservazione:
Hai parlato di "perdite nel ferro" questo è un motivo perchè nei progetti dei generatori di Piggot le bobine sono avvolte in aria, quel tipo di perdite non ci sono, però c'è anche da dire che l'uso dei lamierini nei poli "incanala" meglio il flusso magnetico, infatti nei generatori che ho mensionato prima vengono mesi 2 magneti contarpposti per incanalare meglio il flusso magnetico.
Ho fatto le prove, devo dire che il trapano forzava parecchio, è quasi andato....si surriscaldano i 2 avvolgiemnti dello statore, magari se trovo del filo dello stesso diametro, ci rifaccio gli avvolgimenti tanto siamo in tema di bobine... faccine/tongue.gif
mi dispiace buttarlo, e robusto e una buona meccanica.

Le letture che ho fatto sono le seguenti:
lampada da 55W ha una resistenza di 0.2 Ohm, quella da 10W 1.5 Ohm
Ho collegato la lampada da 55W al regolatore, i diodi delle fasi che mi alimentavano il regolatore li ho scollegati, i diodi rettificatori li ho collegati alla batteria.
L'assorbimento con la 55W e di 2.65A
Per le misure degli Amper non ho usato il tester perchè secondo me il filo era un pò sottile dei puntali quindi ho preso un filo da 1.5mm e ci ho fatto una resistenza shunt , e leggevo la d.d.p.
I valori non sono precisi al 100% però hanno una certa corrispondenza.
420 rpm --> 2A
470 rpm -->3A
500 rpm -->4A
700 rpm -->7A
850 rpm -->9a

Questi sono le letture, oltre questi giri non sono andato un pò perchè ad un certo punto sentivo sentivo un rumore dalla batteria , uso una batteria 12V 7Ah piombo gel , forse alti amperaggi di ricarica non li gradisce, e poi il trapano forzava troppo e non ho voluto insistere.
Spero che questi 5 valori posso servire per dare un idea del comportamento dell'alternatore.

Un saluto a tutti

Per Eneo , ok per il titolo della discussione.

 

Libero51

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Inviato il: 11/10/2008,07:44

CITAZIONE (fly1971 @ 7/10/2008, 01:21)
. . . questo è un motivo perchè nei progetti dei generatori di Piggot le bobine sono avvolte in aria, quel tipo di perdite non ci sono
. . . sentivo un rumore dalla batteria , uso una batteria 12V 7Ah piombo gel , forse alti amperaggi di ricarica non li gradisce

Ciao a tutti e ciao fly1971. Scusa se non ho potuto rispondere prima e se , per ragioni di tempo non riesco a rispondere a tutte le questioni. Affronto rapidamente queste due che mi sembrano più importanti.

In una batteria da 7Ah la corrente di carica non dovrebbe prudenzilmente superare 1,5 Ampere per non comprometterne la capacità e per non farla . . . esplodere.
Usa quindi una batteria da autovettura.
Le perdite nel ferro delle macchine elettriche si dividono in due categorie; perdite per "effetto Joule" dovuto alle correnti parassite e perdite per istersi magnetica. Per ridurre le correnti parassite ( il ferro pieno si comporta come un'unica massiccia spira in cortocircuito) si riduce il ferro in lamierini per aumentare la resistenza al percorso di tali correnti. Le perdite per isteresi possono essere ridotte solo scegliendo leghe ferrose appropriate. Le perdite nel ferro avvengono solo nelle sezioni ferrose sottoposte a variazioni di flusso in quanto ovviamente un flusso costante non comporta perdite di alcun tipo. L'alternatore "Piggot" è un compromesso costruttivo che comporta pregi e difetti come sempre avviene quando si passa "alla pratica".
Tutta la massiccia struttura dei due rotori e dei magneti ruota contemporaneamente e quindi non è sottoposta a variazione di flusso (non è del tutto vero ma non vale la pena di complicare la questione) . L'unico ferro che verrebbe sottoposto a variazione di flusso è quello che "andrebbe" collocato dentro le bobine . Andrebbe laminato in asse alle bobine, sarebbe sottile come lo statore , difficile da realizzare ed il compromesso scelto da "Piggot" è stato quello di eliminarlo del tutto . In questo modo al pregio di una innegabile semplicità costruttiva si oppone il grande deleterio traferro dovuto al doppio spazio che consente la rotazione dei due rotori rispetto allo statore ed alla mancanza di ferro dentro le bobine.
Continuo la prossima volta.

Ciao a tutti

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 12/10/2008,12:23

Salve a tutti.
In questo sito: http://windstuffnow.com/main/alt_from_scratch.htm sembra che il tipo abbia fatto il nucleo dello statore avvolgendo del nastro di ferro (o del filo? mannaggia l'inglese!) a spirale, bloccato con della resina e poi tagliato assialmente con la smerigliatrice per fare l'alloggiamento delle bobine. Ad occhio mi sembra che quelle bobine siano fatte molto bene, con i tratti radiali lunghi e dritti, ben intervallate come in un motore a corrente alternata tradizionale e con le "teste" ben avvolte. Visto che i magneti vangono attratti ugualmente per tutta la circonferenza, senza salti o scatti, sembra che non abbia problemi di "avviamento". Purtroppo non sono capace di leggere bene, a chi interessa..... Il sito mi sembra pieno di buone soluzioni.
Saluti a tutti.
Ferro

 

Elektron

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Inviato il: 12/10/2008,13:00

Il primo tentativo lo ha fatto con filo in acciaio per saldatura continua poi scartato per le difficoltà nel tagliare i settori ... poi (cito testualmente) con nastri di "metallo" tagliati da foglio ed intervallati da cartoncino poi impregnato con resina poliestere per compattare il tutto mantendo l'isolamento. Francamente e viste le basse frequenze in gioco ... penso che il disco freni della Volvo sia tutto sommato più semplice ed ugualmente efficace

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 12/10/2008,18:12

Salve a tutti.
Ciao Elektron, grazie per la traduzione. Purtroppo ho delle lacune....
Personalmente sono convinto che un nucleo di quel tipo, se fatto bene, con nastro di ferro possibilmente al silicio, come quello dei trasformatori toroidali, migliorerebbe di molto la cosa. Quanto alle frequenze basse in gioco, anche così, col ferro pieno avrai delle perdite...... Nel ferro pazzesche. Da sole frenerebbero le pale del rotore. I freni elettromagnetici degli autobus di linea sono fatti esattamente come un disco freni autoventilato, posto tra due file di elettromagneti, inseribili di numero a volontà tramite un commutatore posto sul cruscotto, ha un diametro di 50 o 60cm, perciò della misura di molti alternatori che girano per il forum, eppure quando lo inserisci frena in modo pazzesco, nonostante sia montato all'uscita del cambio, dove di giri non è che ce ne siano proprio tanti. E un bus pesa diverse tonnellate, specie se carico. Non sottovalutare le perdite per correnti parassite nel ferro..... Se un nucleo di trasformatore fosse pieno (50Hz non sono poi tanti...) dal secondario non uscirebbe praticamente nulla.
Saluti.
Ferro

 

fly1971

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Inviato il: 14/10/2008,18:50

Ciao a tutti,
Libero ti voglio fare una domanda, se io triplico la lunghezza dei conduttori attivi in uno statore in pratica aumentantolo di tre volte il suo spessore e lascio invariati gli altri paramteri ( avvolgimenti , veolcità di rotazione) la f.e.m. dovrebbe triplicare?
Ti faccio questa domanda perchè ho recuperato 3 motori brushless da fotocapiatrice, un 12 poli trifase collegamento a stella dai 35-40 avvolgimenti , diamtro 72 mm, spessore 17mm .
Ho fatto delle prove usando come carico la solita lampada da faro e con il magnete in feerite originale, mi dava 10V 4A a circa 2000rpm.
Ho recuperato un pò di magneti da vecchi HD, ho provati a tagliarli facendoli una piccola incisione con una smerigliatrice con disco da 1 mm e poi spezzandoli, come risultato non è male se uno ci sta attendo a non surriscadlarli e spezzarli nel verso giusto, questi magneti sono curvi e hanno la doppia polarità , bisogna dividerli a metà.
Ho intenzione di fare questa prova , usare un solo statore, estraggo il magnete originale dalla campana e ci metto questi magneti al NeBo, lascio gli avvolgimenti originali e faccio una prova, se la prova ha buon esito , la mia intenzione era quella di unire i tre statori costruire e rifare la cassa rotante.
Allego una foto dei motori.

Immagine Allegata: brushless1.jpg

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/Uploads/post-1906707-1224006621.jpg


 

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Inviato il: 15/10/2008,15:20

CITAZIONE (fly1971 @ 14/10/2008, 19:50)
. . . se io triplico la lunghezza dei conduttori attivi in uno statore in pratica aumentantolo di tre volte il suo spessore e lascio invariati gli altri paramteri ( avvolgimenti , veolcità di rotazione) la f.e.m. dovrebbe triplicare?. . .

Ciao a tutti e ciao fly1971 , spero di aver capito la domanda :
La risposta è si se la parte "allungata" dei conduttori attivi è sottoposta alla stessa induzione del conduttori originali. In fondo se tu mettessi in "serie" gli avvolgimenti dei tre alternatori originali collegati sullo stesso asse otterresti lo stesso triplice risultato. Uno statore unico ed un rotore unico di lunghezza (spessore) triplo sarebbe più efficiente in quanto l'unico avvolgimanto avrebbe solo le sue due testate anzichè le sei dei tre avvolgimenti separati. Ho già spiegato che le macchine "lunghe" sono più efficienti delle macchine "piatte" proprio a causa del rapporto tra la lunghezza dei conduttori attivi e la lunghezza delle testate. In fondo la tua ipotesi sensata ti porta a modificare il piccolo , piatto, motore della fotocopiatrice aumentandone la lunghezza assiale (spessore) come costruttivamente sono realizzati i motori di media e grande potenza. Il guaio in cui incappano gli "eolici" è determinato dalla necessità di una bassa velocità di rotazione; tale condizione comporta un delicato compromesso tra efficienza, peso, diametro, spessore che Piggot ha sicuramente e coscientemente interpretato.

Un saluto a tutti.

 

fly1971

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Inviato il: 27/10/2008,16:31

Ciao Libero, coem va? senti non mi hai fatto più sapere un tuo parere sull'ultima prova che ho fatto.
Forse in questo perido sei un pò incasinato e non hai tempo per continuare con le tue "piccole lezioni" sull'alternatore.
Un saluto Luigi

 

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Inviato il: 28/10/2008,08:35

CITAZIONE (fly1971 @ 27/10/2008, 16:31)
. . . non mi hai fatto più sapere un tuo parere sull'ultima prova che ho fatto.
. . . forse in questo perido sei un pò incasinato . . .

Ciao a tutti e ciao fly1971, io sono incasinato per mia natura , ma in più deve essermi sfuggito qualche cosa . Pensavo di aver risposto per quanto potevo ma se non è sufficiente chiedi pure.
Purtroppo i limiti di tempo impediscono di sviluppare molti particolari che sarebbero utili.

A riguardo delle modifiche all'alternatore automobilistico è necessario valutare con l'attenzione il rapporto tra energia prodotta ed energia necessaria per alimentare l'avvolgimento induttore. Tale energia è indipendente dal numero di giri e quindi particolarmente sfavorevole ai bassi regimi.

Vedo che hai migrato verso soluzioni a magneti permanenti che evitano tale problema.

Dove abito il vento è generalmente scarso ma se dovessi provare un'alternativa al Piggot tenterei un'ipotesi di modifica di un motore asincrono trifase 380V da 2 o 3 KW di recupero. L' idea è di Ferrobattuto che saluto, e ne abbiamo parlato tempo fa in chat. L'ideale sarebbe un 4/8 poli.
Lasciando inalterato lo statore si tratta di modificare il rotore . Occorre sostituire o modificare la gabbia di scoiattolo inserendo i magneti permanenti opportunamente disposti e con le espansioni polari profilate con minimo traferro. Se si riuscisse ad ottenere l'induzione originaria per un quattro poli a 1500 giri si otterrebbero 380 volt ed a 150 giri 38 Volt con bassa resistenza interna. Per un otto poli tali condizioni si raggiungerebbero a 75 giri.
Naturalmente la difficoltà rimane nella modifica del rotore e nel sensibile peso della macchina rispetto alla potenza erogata . Se dovessi tentare l'esperimento incomincerei da un motore piccolo per limitare le spese , magari tentando , come te, di recuperare magneti dal surplus .

Un Saluto a tutti

 

fly1971

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Inviato il: 28/10/2008,13:13

CITAZIONE
Le letture che ho fatto sono le seguenti:
lampada da 55W ha una resistenza di 0.2 Ohm, quella da 10W 1.5 Ohm
Ho collegato la lampada da 55W al regolatore, i diodi delle fasi che mi alimentavano il regolatore li ho scollegati, i diodi rettificatori li ho collegati alla batteria.
L'assorbimento con la 55W e di 2.65A
Per le misure degli Amper non ho usato il tester perchè secondo me il filo era un pò sottile dei puntali quindi ho preso un filo da 1.5mm e ci ho fatto una resistenza shunt , e leggevo la d.d.p.
I valori non sono precisi al 100% però hanno una certa corrispondenza.
420 rpm --> 2A
470 rpm -->3A
500 rpm -->4A
700 rpm -->7A
850 rpm -->9a

Questi sono le letture, oltre questi giri non sono andato un pò perchè ad un certo punto sentivo sentivo un rumore dalla batteria , uso una batteria 12V 7Ah piombo gel , forse alti amperaggi di ricarica non li gradisce, e poi il trapano forzava troppo e non ho voluto insistere.
Spero che questi 5 valori posso servire per dare un idea del comportamento dell'alternatore.

Veramente mi riferivo a queste prove che ho fatto con l'aternatore d'auto , visto che gli ho rifatto gli avvolgimenti e mi hai indicato di fare questa prova per avere un idea di come si comportava l'alternatore.

Per la prova di quel motore brushlles devo sistemare i magneti nella campana e poi vedo faccio le prove, per ora penso di optare la soluzione di una moltiplica e alternatore d'auto per il futuro studieremo meglio l'uso di un generatore a magneti permaneti, un passo alla volta.
Ho recuparato la meccanica di una lavatrice e la cosa interessante e che oltre alla puleggia c'è il mozzo con cuscinetti e il supporto per il cestello formato da tre bracci ideale per fissare le pale, in questo modo mi riduce il lavoro di costruzione.
Un saluto Luigi

 
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