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Il rame in agricoltura ed i prodotti rameici penetranti
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Leonanton

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Inviato il: 13/12/2014 12:49:53

In seguito alla potatura dell'olivo con il metodo di potatura a vaso policonico, mi accingo a proteggere le ferite dovute ai tagli e ad abbassare la concentrazione funginea, presente sotto forma di conidi spore e micelio, sicuramente aumentata a causa delle temperature miti e elevata umidità di quest'ultimo periodo, sulle piante di olivo;

Prima di procedere col metodo tradizionale della poltiglia bordolese, mi sono documentato per la ricerca di eventuali innovazioni nel comparto degli agro farmaci riguardanti la protezione dalle crittogame, meglio se con metodi di agricoltura biologica o al più integrata.

Il rame in tutte le sue combinazioni, continua a svolgere un ruolo principale;
Ho letto di preparazioni penetranti del rame che consentono una concentrazione molto limitata di solfato di rame (in genere sotto il 10%), il quale viene veicolato a livello sistemico (solo fogliare), attraverso la combinazione con aminoacidi o altre sostanze di sintesi.
Alcuni di questi prodotti sono il gluconato (venduto come fertilizzante fogliare) ed il peptidato di rame.

Nel forum so che ci sono diversi esperti di chimica e non solo
Vi chiedo se ci fossero processi "semplici" per utilizzare il solfato di rame (facilmente reperibile a basso costo) per legarlo a queste molecole; inoltre volevo chiedervi, se avete anche qualche altra info in merito all'uso e ai risultati ottenuti con l'uso dei suddetti preparati.

Da quello che leggo in rete, sembra che i peptidati di rame, siano molto meno fitotossici ed espletino un protezione migliore a motivo della loro citotropicità; con questi dosaggi dello ione rame metallo, si raggiungono molto difficilmente i limiti imposti di 5 kg/h annui previsti dalle normative europee.

Ciao a tutti
http://www.cactofili.org/images/plants/immagine_12_457.png



Modificato da Leonanton - 13/12/2014, 19:48:14


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“Il progressivo sviluppo dell’uomo dipende dalle invenzioni. Esse sono il risultato più importante delle facoltà creative del cervello umano.
Lo scopo ultimo di queste facoltà è il dominio della mente sul mondo materiale, il conseguimento delle possibilità di incanalare le forze della natura così da soddisfare le esigenze umane.”
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Inviato il: 14/12/2014 06:42:22

Il solfato di rame, è un anticrittogamico da contatto. Il peptidato di rame ed il gluconato sono composti del rame sistemici, citotropici ad assorbimento translaminare. Per disinfettare i tagli di potatura non servono a nulla, meglio una soluzione concentrata al 20-25% di ossicloruro di rame con la quale tratti con un pennello il taglio. Una volta asciutto ricopri con un prodotto impermeabilizzante. Per una buona prevenzione disinfetta con candeggina tutti gli strumenti di taglio, niente motosega. So che è dura farne a meno, ma è l'unica cosa da fare per non diffondere malattie, la motosega è difficile da pulire.



Modificato da calcola - 14/12/2014, 06:50:09


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Leonanton

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Inviato il: 14/12/2014 09:25:14

Grazie calcola,
tutte precauzioni che ho già utilizzato... per i tagli grossi miscelo solfato di rame con colla vinilica e spalmo a pennello... ma sono veramente pochi perche piante relativamente giovani! (anche miscelati funzionano bene!)

Gli alberi sono già infettati da diverse crittogame e le condizioni meteo, anche queste autunnali, non avranno migliorato le cose per la prossima stagione... e l'inverno attualmente sembra una stagione che non arriverà... oggi lieve vento di scirocco previsti 20 gradi e la mattina rugiada a iosa!
Saranno i cambiamenti climatici? prob. SI; fatto sta che da diverse stagioni il problema persiste, con filloptosi pronunciata ogni anno. Dovrei usare la Dodina? boh?
I prodotti menzionati prima li volevo dare come sostituto dell'ossicloruro di rame proprio perchè sono citotropici, non proprio sistemici, e parzialmente di contatto, ed abbassano la concentrazione di rame usato (onde prevenire l'accumulazione di rame nel suolo) per la prevenzione dalle crittogame (ad es. occhio di pavone); infatti avevo chiesto se qualcuno avesse esperienza su questi prodotti per il contenimento di tali fitopatologie nell'olivo, in quanto so che per i frutteti e vigneti vengono già utilizzati da tempo.
Poi, in seconda istanza, perchè volevo fare qualche esperimento di chimica "spicciola" se fosse materialmente possibile...

ciao



Modificato da Leonanton - 14/12/2014, 09:38:55


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Inviato il: 14/12/2014 14:14:23


CITAZIONE

I prodotti menzionati prima li volevo dare come sostituto dell'ossicloruro di rame proprio perchè sono citotropici, non proprio sistemici, e parzialmente di contatto, ed abbassano la concentrazione di rame usato (onde prevenire l'accumulazione di rame nel suolo) per la prevenzione dalle crittogame (ad es. occhio di pavone); infatti avevo chiesto se qualcuno avesse esperienza su questi prodotti per il contenimento di tali fitopatologie nell'olivo, in quanto so che per i frutteti e vigneti vengono già utilizzati da tempo.


Di ulivo ne so nulla. Curo un piccolo vigneto per uso familiare e qualche pianta da frutto. Per esperienza ti posso dire che i sistemici qualunque sia il loro meccanismo d'azione vanno usati come ultima spiaggia, sono efficaci, ma troppo selettivi e stimolano il fenomeno della resistenza. Se si usano abitualmente inizia una rincorsa senza fine ed il consumo di tali pesticidi (il termine fitofarmaci non mi piace) aumenta in modo esponenziale.

Le mie piante da frutto le curo con trattamenti preventivi invernali con ossicloruro di rame, e polisolfuro di calcio. In primavera allo stadio di bottone un trattamento con un sistemico per la monilia e bolla del pesco, uno solo. Poi continuo con il polisofuro di calcio sull'albicocco e negli ultimi anni su ciliegio e ossicloruro di rame su pesco.

Per la vigna durante l'inverno un trattamento su legno con ossicloruro di rame o solfato di rame abbastanza concentrato. Alla ripresa vegetativa continuo con un trattamento leggero di ossicloruro di rame + zolfo bagnabile, alla schiusa del fiore solo zolfo (no rame altrimenti si hanno problemi di allegagione). Nelle annate particolarmente piovose durante la fioritura un trattamento con folpet o mancozeb altrimenti solo zolfo. Alla chiusura del grappolo inizio con i trattamenti di zolfo ramato, pulvirulento (con il ventilatore) lo trovo molto efficace. Di trattamenti pulvirulenti ne faccio tre durante la stagione, il trattamento la mattina presto con le piante bagnate di rugiada. Tra un pulvirulento e l'altro uno con zame+ zolfo e due trattamenti con insetticida per lo scafoideus titanus (sono obbligatori per legge e secondo me assolutamente inutili però...). A fine luglio, prima di andare in ferie un trattamento con un sistemico, l'ultimo dell'anno.

Mele e pere, solo qualche trattamento per le crittogame due-tre al massimo. Lotta biologica contro la carpocapsa.

Poi come va, va.

PS: piante dell'orto, solo zolfo ramato.



Modificato da calcola - 14/12/2014, 14:17:38


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Inviato il: 14/12/2014 17:44:31

circa i sistemici di sintesi ti do pienamente ragione, ma il meccanismo di azione dei prodotti di cui dicevo al'inizio è sempre dato dal rame, il quale viene veicolato all'interno dei tessuti vegetali con l'ausilio dell'aminoacido...
come sappiamo il rame non può generare resistenze, ecco uno dei motivi per preferirlo ad altre molecole di sintesi, con inoltre i vantaggi suddetti.
grazie della tua esperienza



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Inviato il: 14/12/2014 18:19:23

Sei sicuro che sia proprio così? Quando hanno messo in commercio il fosetil Al + rame dicevano la stessa cosa, mentre ora consigliano di non superare i 3 trattamenti anno, perchè un po' di resistenza...
Comunque verifico meglio, per il momento il gluconato di rame è autorizzato come concime fogliare. Certe volte però... anche le cose più semplici... come quella di avvitare una vite (o più viti) di rame al tronco. Se dopo qualche tempo rimuovi la vite è corrosa, quindi... però non sai mai quanto ne è entrato e se fa male.



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Inviato il: 14/12/2014 19:10:24

Se ti interessa, produrre il l'acido gluconico ed i suoi sali è facile. L'acido gluconico è il glucosio (non saccarosio) in forma ossidata, mescolando il glucosio con un idrossido e si ottiene l'acido gluconico salificato con il metallo dell'idrossido.
Mi è capitato di farla con l'idrossido di sodio, ma usando idrossido rameoso dovrebbe funzionare lo stesso.

Occorre solo trovare dell'idrossido rameoso, oppure lo si può fare mescolando l'ossido remeoso (ossido di dirame) in acqua. Una goccia di blu di metilene informa quando la reazione si è completata. Disponendo di idrossido pronto il gluconato lo si può fare al momento, ed è meglio.

Riguardo l'efficacia nutro molti dubbi proprio per la scarsa stabilità del gluconato.



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Inviato il: 15/12/2014 08:28:26

grazie calcola,
e per il peptidato?



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Inviato il: 15/12/2014 08:52:59

Ho letto sui meccanismi di azione del rame e sembrerebbe che l'azione chimico fisica che espleta prima sulla membrana cellulare e poi all'interno della cellula non dovrebbe creare fenomeni di resistenza, poi il fatto che ancora oggi funzioni dopo molto tempo farebbe pensare questo; circa i gluconati e peptidati ovviamente, non ne conosco l'efficacia in quanto non ho ne esperienza diretta e ne indiretta dell'uso degli stessi.
A che ci siamo, volevo chiederti le differenze e quali usare anche in funzione alla resistenza al dilavamento fra bordolese e ossicloruro; so che una differenza è la prontezza di azione della seconda formulazione in quanto permette una maggiore disponibilità dello ione Rame; della prima forse il vantaggio potrebbe essere il costo (?) e la facile preparazione; ma quando e perchè si dovrebbe preferire l'una o l'altra formulazione?



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Inviato il: 15/12/2014 12:36:32

Che il rame non dia resistenza è sicuro e non è questo il punto. Però sarà lo stesso anche per il gluconato di rame? L'assorbimento avviene in forma molecolare o ionica? Ho cercato senza trovare nulla a proposito.

Oggi ho fatto delle prove con il glucosio, l'idrossido rameoso ed il blu di metilene. Non funziona, la reazione richiede un ambiente basico ed l'idrossido di rame non è una base sufficientemente forte. Con l'idrossido rameico potrebbe funzionare e senza blu di metilene, in quanto il rame si riduce a rameoso mentre il glucosio si ossida a gluconato, in pratica non la si riesce a fare perchè l'idrossido rameico ha un prodotto di solubilità troppo basso e in acqua non si scioglie.

Ho ottenuto un qualche risultato facendo la reazione tra il glucosio, il blu di metilene e l'idrossido di potassio, riscaldando e lasciando in agitazione fino al viraggio giallo persistente. Poi dopo neutralizzazione con HCl ho aggiunto del solfato di rame. La soluzione è diventata verde rame e sicuramente dentro vi sarà di-gluconato di rame e gluconato di potassio, almeno dovrebbero esserci. I composti sono rimasti in soluzione, quindi per poter sospettare la presenza di quanto ricercato, come minimo dovremmo sapere se in soluzione neutra il gluconato è in forma ionica o molecolare.


CITAZIONE

in funzione alla resistenza al dilavamento fra bordolese e ossicloruro


tempo fa ho letto che l'ossicloruro di rame è più persistente della poltiglia bordolese. In azione preventiva, sono efficaci entrambi i prodotti, io preferisco l'ossicloruro per la maggiore persistenza e per la facilità d'uso. La poltiglia pronta costa quanto l'ossicloruro, mentre a farla occorre stare attenti durante la neutralizzazione del solfato. Inoltre farne piccole quantità è più il tempo che si perde che altro.



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Inviato il: 15/12/2014 18:44:44

Alla fine ho trovato una quadra. Il gluconato di rame usato in agricoltura come concime fogliare è composto da acido gluconico diidrato allo stato cristallino con 8% di solfato di rame polverizzato. Tutto allo stato solido, si prepara in acqua al momento dell'uso.

Quindi come ho fatto è corretto, facendo reagire 10 g di glucosio con una soluzione di 8g di idrossido di potassio in 1/2 litro d'acqua e 8ml di blu di metilene allo 0,1%. Si prepara prima la soluzione basica e poi si mette il glucosio ed il blu di metilene. Si riscalda a 50°C circa e si tiene in agitazione fino a quando la soluzione diventa di colore giallo stabile. Poi si neutralizza con un acido forte. Alla fine si mette 4 g di solfato di rame. La soluzione contiene gluconato di rame e gluconato di potassio, concimi fogliari.

La cosa più semplice? comprare l'acido gluconico cristallizzato ed aggiungere 8% di solfato di rame.

Sarà efficace? Io prima di usarlo in sostituzione dei i normali prodotti cuprici attendo di leggere qualche dato in più. Anche perchè ho scoperto che nei fatti lo uso da anni in quanto sia l'acido gluconico che i sali di molti composti sono componenti del concime fogliare che uso 2-3 volte l'anno sulle piante di vite. Sempre in associazione all'ossicloruro.

PS: ATTENZIONE che la dissoluzione in acqua dell'idrossido di potassio libera vapori tossici e caustici sia per contatto che per inalazione.



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Inviato il: 16/12/2014 08:17:45

Grazie calcola per le risposte esaustive...



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Inviato il: 16/12/2014 08:30:47

Pensi che sarebbe il caso di fare un trattamento eradicante con un sistemico come la dodina intanto, visto come é andata l'annata in corso, e poi procedere a base di rame? O direttamente ossicloruro da subito?



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Inviato il: 16/12/2014 09:05:54

Non so consigliarti, non ho piante di ulivo. In linea di principio con la vite e le piante da frutto cerco di non trovarmi nelle tue condizioni, preferisco prevenire con prodotti tradizionali invece che curare con i sistemici. Però è ormai da due anni che sull'albicocco ed il pesco devo fare un trattamento con un sistemico ad inizio primavera altrimenti le piante di albicocco seccano completamente.

Negli ecosistemi le catene alimentari sono molto alterate, tanti parassiti non hanno più predatori e senza contenimento proliferano a noi non resta che agire con prudenza e buon senso. Ricordando che se si va alla spicciolata usando tutto quello che l'industria chimica ci mette a disposizione... si fa prima ad acquistare il prodotto al mercato, costerà meno e sarà uguale a quello che avremo coltivato. Se invece non si mette nulla, non si raccoglierà nulla e lo sforzo vanificato. Quindi, prevenzione e in casi estremi lotta integrata.

PS: l'acido gluconico lo vendono allo stato cristallino con il nome di GDL, (glucono D-lattone) è un additivo chelante e acidificante per gli alimenti, lo usano anche come lievitante chimico in panificazione.



Modificato da calcola - 16/12/2014, 09:11:21


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Inviato il: 16/12/2014 10:48:45

Grazie ancora e spero di fare qualche esperienza in tal senso...
L'idea di fondo era quella di ridurre la concentrazione attraverso l'accumulo, di rame al suolo... anche se il suo uso resta ancora il male minore.
Purtroppo l'ecosistema colturale è più ad immagine e somiglianza umana che naturale; se scomparisse l'azione dell'uomo, eliminando le pratiche agricole, le leggi naturali prevarrebbero, riconquistando il territorio: stare solo ad osservare purtroppo non si può (almeno sembrerebbe), altrimenti non raccogli e tutto va a catafascio (secondo una visione strettamente umana e miope).

ciao



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