Era da un po’ che mi chiedevo perché i software facciano le analisi giornaliere partendo dalla mezzanotte, invece di considerare l’alba come punto di inizio.
Perché lo dico? Perché chi ha un impianto a isola (o anche ibrido) ha esigenze particolari: tra le tante cose deve capire se riesce a superare la notte con i consumi. Ad esempio, può essere anche utile sapere se conviene rimandare l’uso dell’energia elettrica durante le ore notturne o rimandarle al giorno dopo.
Per questo volevo provare a fare un’analisi “da alba ad alba”, che naturalmente varia di giorno in giorno. In particolare, parlo dell’alba fotovoltaica, cioè il momento in cui l’impianto inizia a produrre un po’ di energia, che arriva prima dell’alba astronomica reale — e lo stesso vale per il tramonto: la produzione continua un po’ oltre. In pratica, per i pannelli solari, la durata del “giorno utile” è più lunga rispetto al semplice intervallo tra alba e tramonto astronomici.
Ad esempio, in questi giorni cade l’equinozio, quando la durata del giorno e della notte è uguale. Ma, per gli impianti fotovoltaici, l’equinozio “effettivo” deve ancora arrivare, perché il periodo in cui i pannelli producono energia è ancora leggermente più lungo rispetto alla notte.
Vabbè… piccole filosofie spicciole, ma non troppo, perché alla fine l’obiettivo è riuscire a prevedere in anticipo quando potrebbe essere necessario far intervenire l’Enel, evitarlo o addirittura avviare il gruppo elettrogeno!
Quanto prima posto un video della simulazione di più giornate!
