| Lupo cattivo
| Inviato il: 27/7/2009,14:06
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CITAZIONE (Keyosz @ 26/7/2009, 23:17) Adesso che mi ci fai pensare, un signore anziano che montava impianti fotovoltaici nelle baite, mi aveva detto di usare gasolio sui poli delle batterie per non farli ossidare, mi spiegava che era leggermente basico e combatteva l'acido che trasudava, quello che ha detto Ferro mi ha fatto venire in mente questa cosa, sarà vero? non ho mai provato....
Non sapevo neanche che il gasolio fosse basico.... No, basico non è, nel senso che è una miscela di idrocarburi alifatico e non ha ossidrilioni liberi capaci di reagire con un acido. Però è, come dice ferro, idrorepellente e può isolare dall'elettrolita i poli della batteria. Io userei la vaselina che è assai simile al gasolio: è solo l'ultima frazione di distillazione del petrolio. Inoltre eviterei di usare del gasolio su dei poli dove facilmente possono scoccare scintille. In una baita in montagna tutta in legno, poi...brrrrr...
P.S. Keyosz, scusa volevo citarti e ti ho modificato... Controlla se è tutto a posto, braccia, gambe, accessori varii...
| | | | Keyosz
| Inviato il: 27/7/2009,16:58
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sono ancora tutto intero.....
ecco, forse è per quello che non avevo dato ascolto al vecchietto, mi pareva anche a me un pò strano mettere del combustibile sulle batterie.....
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 27/7/2009,22:24
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Ragazzi.... Tutto sommato è infiammabile anche la vaselina, o quel grasso per cuscinetti che mettevamo quando non c'era.... L'importante è che nessun fesso stacchi i cavi con le batterie in esercizio. E mantenendo ben disossidate le varie parti di contatto molto difficilmente si produrranno scintille e sfrigolamenti vari... Ma potete fare come vi pare. Saluti. Ferro
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 28/7/2009,08:58
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Beh a quanto vedo è un argomento non ancora limpido. Il fatto è che ovviamente se si apre una batteria per recuperare e rimontarla come si vuole ovviamente è un problema noioso. Proprio in questi giorni sto facendo una prova di recupero che se avra successo postero piu avanti,con le batterie da 200A,visto che una era solo spaccata su 2 celle ho fatto come il bravo Keyosz e con la colla a caldo ho sigillato gli squarci,ma mi pare che ci sono degli elementi in corto perche la tensione scende sempre da 10 a 6V dopo varie ore che è li ferma. Quindi bisognera aprirla e dopo aver sfilato le piastre e rimontata si presentera sta rogna dell'acido che trasuda,ed essendo che volevo un sistema non sigillato ci vuole qualcosa che blocchi appunto la risalita. I costruttori usano resina epossidica,ma di sicuro ci sara un'altro sistema
| | | | Lupo cattivo
| Inviato il: 28/7/2009,10:05
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Per ferrobattuto: sì, è vero anche la vaselina è infiammabile, ma ci vuole decisamente di più per incendiarla, non conosco la temperatura di innesco, ma, credo, a spanna, sia molto meno infiammabile del gasolio. E' incredibile la quantità di problemi che sorgono se uno decide di analizzare a fondo la costruzione di un oggetto, apparentemente semplice, come un accumulatore al piombo.
| | | | Pyron
| Inviato il: 28/7/2009,12:08
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confermo, grasso di vasellina, e i poli sono protetti da ossidi e trasudazioni varie, provato da 20 anni da mio padre e da me ereditato e le batterie hanno sempre avuto i morsetti puliti
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 28/7/2009,12:11
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Mi è venuta in mente una cosa: se giustamente l'acido risale il metallo sotto forma di ossido,se noi si lasciasse un'anello di plastica attorno al polo,mi spiego meglio,quando ho trapanato il bordo di ogni cella per togliere il coperchio in plastica per levare le pile da 2V potevo fare tanti fori intorno al polo positivo e negativo cosi da lasciare un'anello di plastica attorno al polo,lasciandolo cosi l'acido non ha piu la continuita metallica per ricoprire interamente la superfice del polo,in quanto la plastica fa da divisore.a voi che ne pare?
| | | | Pyron
| Inviato il: 28/7/2009,12:13
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nel caso di batterie di fabbrica certo, ma nelle fai da te? io pensavo ad una piccola colata in loco di epossidica...
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 28/7/2009,12:23
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CITAZIONE (Pyron @ 28/7/2009, 13:13) nel caso di batterie di fabbrica certo, ma nelle fai da te? io pensavo ad una piccola colata in loco di epossidica... Sono d'accordo,ma io cercavo una soluzione smontabile,l'idea di questa prova è ricostruire l'accumulatore togliendo i coperchi di ogni cella,rimettendo a posto le celle e poi fare un coperchio in plexiglass fissabile e eventualmente removibile,se metti la resina non è piu removibile. Se il divisore in plastica funziona non ci sono grossi problemi...
| | | | Pyron
| Inviato il: 28/7/2009,14:27
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si può fare un foro nel plexiglass, tagliare i poli della batteria rasi così che siano sottoposti al plex, bucarli e filettarli, mettere delle boccole di gomma resistendi all'acido nel coperchio, far passare un perno di rame all'interno delle boccole fino alla filettatura, così che la parte gommosa, esistono anche pvc espansi, quindi resistenti all'acido, faccia da strozzatura alla risalita
e poi vasellina a profusione
| | | | DOLOMITICO
| Inviato il: 29/7/2009,09:54
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Ma la gomma (intendo le banali rondelle in gomma)resistono all'acido? Prima faccio una prova che ho in mente e poi semmai adotto il tuo metodo
| | | | Pyron
| Inviato il: 29/7/2009,11:29
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devono essere di pvc teflon o nylon, altrimenti le troverai dopo un pò squagliate, se non sbaglio anche il silicone regge
| | | | Keyosz
| Inviato il: 29/7/2009,22:37
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Mi chiedevo anche un altra cosa, io nei prototipi, per semplicità, saldo le lamelle, barrette e piastre di piombo con lo stano, quello 40% piombo e 60% stagno per intenderci, anche e sopratutto nelle parti immerse in elettrolita e quindi coinvolte pienamente nelle reazioni, una tecnica, quella di saldare a stagno, che ho usato anche su 5 elementi da 200Ah tubolari che avevano i collettori interni rotti.
Ora la saldatura sembra reggere bene immersa nelle reazioni a distanza di 2 anni, con gli elementi che sono stati soggetti a correnti anche di 50A parecchie volte, però mi chiedevo cosa facesse lo stagno in questo scenario. Da un analisi visiva la saldatura, nelle parti soggette a polarizzazione positiva, si colora di nero (rosso scuro) proprio a suggerire la formazione del ormai noto PbO2 probabilmente da quel 40% di piombo contenuto nella lega del filo da saldatura, ma lo stagno? Reagisce e forma qualcosa? o resta inerte? Se reagisce significa che si consuma e provoca sedimenti, lasciando il punto spugnoso e indebolendo la saldatura? Viceversa, se non reagisce, potrebbe essere fonte di autoscarica disperdendo le cariche elettrice? tipo elettrolisi? o altro?
Qualche esperto di chimica se la sente di ipotizzare uno scenario con lo stagno presente in grande percentuale nei punti di saldatura?
Se nella teoria sorgono punti a sfavore prevedo saldature solo a piombo nelle prossime realizzazioni in scala leggermente maggiore....
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