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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Accumulatori

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La batteria al piombo, un sito inglese che spiega le cose fondamentali
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DOLOMITICO

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Inviato il: 18/8/2009,14:34

questo sito spiega molto bene anche se in inglese i principi basilari delle batterie a scarica profonda,oltre a questo tratta l'argomento del riciclo delle varie parti,una sorta di ABC per cominciare:
Le batterie deep cycle

Per chi non sa l'inglese consiglio il traduttore di google "stumenti per le lingue" traduce molto bene anche se non perfettamente faccine/smile.gif

Ps: nella sezione DOWNLOAD vi è una sorta di libro del 1922 che tratta il tema delle batterie




Modificato da DOLOMITICO - 18/8/2009, 16:01
 

DOLOMITICO

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Inviato il: 18/8/2009,20:20

Il link del libro:

libro accumulatori al piombo Inglese

Un libro sicuramente vecchio,ma mooolto interessante,per certi versi molto simile a quello che ho comprato,e per certi versi piu completo,per gli amanti del genere faccine/smile.gif faccine/smile.gif

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 19/8/2009,12:09

Ho dato una letta ieri sera al libro che ho linkato qui sopra,anche se ormai storico contiene delle chicche su tecniche ormai perdute,contiene molte immagini fatte molto bene che spiegano anche come esaminare o sostituire i pezzi corrosi,evidentemente all'epoca non c'era ancora la mania dell'usa e getta,e quindi anche le batterie si aggiustavano.
Direi senza dubbio che era la bibbia degli elettrauto di una volta,e noi che dopo 90 anni trattiamo ancora questi argomenti è ancora una guida valida...
Sono curioso del parere di veterani quali Ferro o altri.
Non so se interessa,ma ho visto che essendo pagine HTLM ho aperto le singole pagine e con l'aiuto degli strumenti delle lingue di google ho gia tradotto 2/3 pag,per correttezza ho lasciato il testo in inglese e vi ho aggiunto in neretto quello in italiano,anche se non correttissimo è pur sempre comprensibile.
Se interessa si puo pubblicare in bilingue una volta finito....
Non credo ci siano problemi di copyright in caso fatemi sapere...che me lo tengo faccine/tongue.gif faccine/tongue.gif

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 20/8/2009,14:26

Appena posso ci do una scorsa, anche se devo tradurlo in qualche modo perché non conosco l'inglese (qualche parola quà e là.... Più che altro termini di elettronica o elettrotecnica.....)
Comunque come dici tu non è che adesso ci sia poi molto di nuovo, specialmente nel fai-da-te.

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 20/8/2009,15:43

Di nuovo no.....pero in questo caso direi di vecchio si,e per assurdo che sia ci sono dei passaggi interessanti sulla riparazione e rimessa in opera,come accennavo sopra è un libro scritto per gle elettrauiti di altri tempi,ma per questo è un po una scienza dimenticata,basta fare una domanda ad un elettrauto moderno sul funzionamento di un accumulatore e liu ti dira inesorabilmente che se è fiacca o scarica conviene sostituire,invece il libro è piu incentrato su apertura riparazione e riciclo.
Mi sono piaciuti i vasi in vetro con le celle sott'elettrolita,non so ma ha un che di artistico....
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1250779463.jpg

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 20/8/2009,21:39

A quei tempi tutto veniva costruito anche con un aspetto il più possibile artistico o piacevole all'occhio. Anche le cose strettamente tecniche erano curate anche esteticamente. Poi col passare del tempo si è passati allo strettamente tecnico, tralasciando la parte estetica, "inutilmente" costosa.
Anche nel secondo manuale sugli accumulatori che ho postato io c'è un capitolo dedicato alla riparazione degli accumulatori (da pag. 122 a pag. 126), ma riguarda chiaramente gli accumulatori per auto di vecchia costruzione, quelli a coperchi indipendenti sigillati con catrame.....

 

Keyosz
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Inviato il: 24/8/2009,10:55

Come per il disegno sul libro proposto da Ferro anche qui in questa figura si vede chiaramente come i primi elementi stazionari a 2V, seppur a gliglia positiva, prevedessero la bellezza di 1/3 dell'altezza totale di spazio vuoto sotto le piastre per i sedimenti, al di là delle considerazioni prettamente tecniche, mi piace vedere come una volta si imponeva l'idea iniziale di un progetto che dovesse durare nel tempo, non che bisognasse tenere in considerazione i guadagni futuri derivanti dalla manutenzione/sostituzione già in fase di progettazione, allora forse non ci pensavano ancora e venivano fuori delle cose ben pensate e durevoli faccine/biggrin.gif

E poi almeno il 100% delle enrgie della progettazione erano finalizzate al buon prodotto, al lato tecnico, la sfera commerciale aveva poca influenza.....

Mi ricordo la frase di uno di una centrale elettrica che mi diceva "una volta erano i tecnici a decidere cosa fare nella centrale, adesso li hanno mandati quasi tutti a casa, c'è solo manovalanza che esegue gli ordini dei commerciali e che non deve discutere anche se viene ordinato di fare delle cavolate a livello tecnico"

Tutto viene tirato al limite in onore al dio soldo, forse è per quello che ogni tanto ci sono i famosi black-out.... ma io me ne frego sono in loop chiuso locale faccine/wink.gif

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 24/8/2009,10:58

Gia,parole sante,ti consiglio di scaricarti il libro,questo è gratis,spiega molte cose anche se in inglese,ovviamente i componenti elettronici sono vintage,non esistevano diodi solidi,solo valvole...ball cmq

per chi vuole solo dare un'occhio veloce si trova anche qui come sito web:
libro su web

 

Keyosz
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Inviato il: 24/8/2009,11:28

No problem per l'inglese, i will enjoy reading the old book you posted, mi spiace solo per chi non ha la possibilità di comprenderlo per via dell'inglese, ma poissiamo darci una mano a vicenda in quelle parti un pò difficili, se no cosa stiamo qui a fare? faccine/happy.gif

Stà sera iniziao a leggerlo, lo sai che sono avido di informazioni utili, fa niente se molte cose si ripetono, meglio rimarcarle bene nella mente e poi si scova sempre auclosa di nuovo o qualche sfaccettatura faccine/smile.gif

p.s.
sono ancora curioso di capire che ruolo può giocare lo stagno nella chimica delle piombo-acido, avevo già chiesto altrove, non ricordo dove, ma non eravamo venuti a un dunque, non tanto perchè lo volgio usare di proposito, ci mancherebbe, ma perchè lo trovo comodo per saldare i collettori di corrente interni immersi in soluzione, a me sembra che non dia molto fastidio, ma non sapendo nulla di chimica non so cosa aspettarmi a lungo termine, le saldature solo con piopmbo vengono male, bisognerebbe farle per fusione a stampo con piombo liquido ma mi risulta impraticabile nella fase di assemblaggio dell'elemento finale.

Insomma lo stagno da saldatura elettronica (quello 60% stagno e 40% piombo) con un buon saldatore da 80-100W è comodissimo per assemblare tutte le piastre e i collettori di un elemento fai-da-te, ma visto che un giorno o l'altro mi metto a realizzare qualcosa di grosso con tanti elementi vorrei capire se va bene o se sappiamo già in partenza che poi tali saldature si corroderanno prima del piombo stesso e quindi mi ritroverò a svuotare, smontare e risaldare tutte le mille e mille piastre .....

Lupo? Dega? o chiunque se ne intenda?

Cosa diventa Sn sul positivo e negativo di una cella con acido solforico in soluzione?


 

Ferrobattuto

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Inviato il: 24/8/2009,13:33

CITAZIONE
Lupo? Dega? o chiunque se ne intenda?

Cosa diventa Sn sul positivo e negativo di una cella con acido solforico in soluzione?

Manda loro un MP, anche se credo che Lupo stia in ferie e fuori sede.
Personalmente non ne ho idea.
Ciao

 

Keyosz
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Inviato il: 24/8/2009,18:57

Ok, grazie Ferro.

Bellissima la sezione riguardante le Farm Lighting Cells, praticamente già all'epoca (1922 e giù di li il libro?) si facevano degli impianti ad isola, solo che allora non c'erano le celle fotovoltaice e un alternatore con motore caricava un banco batterie fatto di celle stazionarie a 2V!
Stiamo parlando di circa 80 anni fà!!! faccine/blink.gif

Riassumendo quello che racconta il libro: all'epoca le nascenti compagnie elettriche non raggiungevano ancora tutto il territorio, quindi le zone più isolate (90% le fattorie) avevano la possibilità di equipaggiarsi con dei sistemi autonomi chiamati semplicemente di "illuminazione delle fattorie" (Farm Lighting System), visto che allora l'energia elettrica era conosciuta principalmente per l'illuminazione con le lampadine ad incandescenza.
Così già 80 anni fà venivano costruite le batterie piombo-acido stazionarie, allora le facevano appositamente per questi "kit" di alimentazione autonoma per alimentare l'illuminazione delle "fattorie" da qui il nome di queste primi elementi stazionari, tradotto letteralmente "Celle per l'illuminazione delle fattorie".
E' da un pò che vedo questi bisnonni degli attuali elementi stazionari a 2V chiamati in questo buffo modo, infatti erano intesi come accumulatori a scarica lenta.

C'è anche una bella raffigurazione del sistema completo di generatore, parlano di sala batterie, ovviamente i carichi (90% lampadine) erano a bassa tensione DC, però accennano anche alla possibilità di usare ricaldatori, boilers elettrici e utensili a motore elettrico, insomma qualcosa di fantascentifico per delle fattorie dell'22 faccine/w00t.gif

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/3/4/0/3/8/1/5/1251135155.jpg

http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/3/4/0/3/8/1/5/1251135156.gif

Ancora una volta vedo come questi elementi stazionari del passato (sottolineo stazionari che duravano tanto) avessero i separatori in legno!
Avevamo già parlato del legno come possibile materiale poroso e quasi resistente all'acido solforico, ma ora mi chiedo, forse per il fai-da-te andrebbe bene, però non ricordo bene, forse sul libro proposto da Ferro lo specificavano ma non lo trovo più, che tipo di legno è meglio?

Delle piastre pressate tra strati di legno fino tipo non più di 5mm non sarebbe male come idea, ma non so che legno procurami... se mai intreprendessi questa soluzione.

Poi un altro punto molto interessante nella sezione riguardante la riparazione delle batterie auto di allora è interessante come spiega chiaramente che la maggior parte dei problemi sono dovuti ai corti attraverso i separatori che per via dell'attacco dell'acido e per via del solfato vengono inquinati i pori del materiale, quindi o si sgretola (ma non penso sia il caso di quelli odierni) o si satura di solfato, che impedisce il circolo delll'elettrolita/ioni e poi in fase di ricarica dal lato negativo si converte in piombo metallico conduttivo, un bel conduttore in polvere tutto dentro i pori dei separatori, ora è chiaro come le scariche profonde e l'usura portino molto di frequente ai corti delle celle! Trovato conferma ai miei dubbi in questo ottimo libro!

Più si va indietro con questi libir e più si trova una miniera di informazioni!

Trovate qualche pergamena originale delle pile di baghdad e avremo fatto bingo! faccine/laugh.gif

Scherzi a parte, a questo punto mi sento di riassumere che il problema numero uno delle batterie commerciali sono i corti, ovvero i separatori veramente PESSIMI, tutto a risparmiare spazio, vuoi anche per ridurre la resistenz ainterna o per calcolate stime di vita massima, i separatori sono il problema n.1, poi secondo me viene in seconda posizione la fragilità delle piastre.

Parlano di solfatazione già nel 22, e di come sia possibile rimuoverla con una carica a corrente costante prolungata per molti giorni, possibilmente usando una soluzione a bassa densità o con solo acqua, la chiamano "water cure", Dolomitico, tu l'hai provata con risultati deludenti, ma sai il perchè? i SEPARATORI! in una batteria solfatata odierna quelle sottilissime pellicole chiamate separatori sono completamente inquinate di solfato, che riempe i pori o adirittura provoca delle microlesioni per via della sua forma cristallina e dell'incremento di volume, ergo pressione tra le piastre e sui miseri strati separatori.

Tu metti acqua e dai impulsi/ricarica e fino a qui hai fatto tutto a regola d'arte, ma quando il soflato inizia a riconvertirsi quello presente nei separatori è una bomba ad orologeria, appena la reazione lo riconverte in biossido di piombo e piombo sui due lati del separatore arriva ad un punto che si toccano e parte il piccolo corto, tantissimi microscopici corti, punte di materiale attivo che si toccano, magari prese singolarmente dissipano microampere, ma prova a contare i micropori di un separatore, ce ne saranno a migliaia di migliaia per piastra, ecco fatto.

Quindi tu fai il lavoro giusto, ma dovresti mettere dei separatori nuovi ad un certo punto della desolfatazione.

Questa lettura mi ha anche chiarito le idee in merito alle batterie commerciali odierne che se caricate a polarità invertita vanno ancora in corto, ovvio, i pori inquinati che da una parte erano già piopmbo (lato negativo) diventano altro piombo sul polo positivo caricato al contrario e si innescano ancroa una volta i corti.

Questi libri "di una volta" sono una vera miniera di informazioni su cui basare tutti i ragionamenti, molti passi sono scontati, magari un pò noiosi o fanno riferimento ad apparecchiature ormai obsolete, ma poi di tanto in tanto leggendoli pazientemente trovi delgi spunti ottimi.

Diciamo che una cosa è chiara, i separatori sono la cosa da non riutilizzare assolutamente di una batteria usata, specialmente quelli di oggi, infatti suggerivano di cambiarli per rivolvere la metà dei problemi delle batterie usate di allora.

Ho letto solo una parte del libro, ma è più interessante di qualsiasi programma tv anche tecnico che ci sia e poi è utile per il fai-da-te!

Mi ha colpito una cosa delel foto delle lavorazioni di riparazione delle batterie auto, tutti gli "addetti" maneggiavano le piastre di piombo a mani nude, anche se vecchie, di bassa qualità e in bianco e nero si vede come le dita di tali persone fossero scure, probabilmente annerite dal biossido di piombo, poveretti, nessuno gli diceva che il piombo è tossico e almeno i fanghi o le piastre che ruilasciano particelle fini di piombo e assidi andrebbero maneggiate con guanti!!!

Importantissimo per chiunque oggi voglia cimentarsi in tali cose, guanti, occhiali protettivi, indumenti coprenti e ambiente ventilato, occhio che le sostanze in questione sono dannose per la salute se ingerite o inalate, purtoppo questo è l'unico neo del libro, al tempo forse dovevano ancora scoprire la tossicità di certe sostanze ancora sconosciute ai più.

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 25/8/2009,08:18

CITAZIONE
Questi libri "di una volta" sono una vera miniera di informazioni su cui basare tutti i ragionamenti, molti passi sono scontati, magari un pò noiosi o fanno riferimento ad apparecchiature ormai obsolete, ma poi di tanto in tanto leggendoli pazientemente trovi delgi spunti ottimi.

Come dicevo gia è un libro scritto nell'epoca dell'apice (o giu di li) della tecnologia al piombo,dico apice perche c'èrano negozi per la riparazione di tali batterie,e le usavano al posto di qualsiasi pila,quindi la sapavano molto lunga,secondo me un'elettrauto moderno non saprebbe metter mano come facevano loro a tagliare saldare e fare riparazioni simili.

CITAZIONE
Dolomitico, tu l'hai provata con risultati deludenti, ma sai il perchè? i SEPARATORI! in una batteria solfatata odierna quelle sottilissime pellicole chiamate separatori sono completamente inquinate di solfato,

Gia me la ricordo benissimo,in effetti quando l'ho smontata c'èra una pressione fortissima fra i ponti delle griglie a causa del rigonfiamento del solfato,forse smontandola e rimontandola con separatori nuovi si sarebbe fatto meglio ma si è rotta nello smontarla.

Sono contento che ti piaccia,io l'ho trovato molto interessante,anche le foto sugli strumenti che servono per montare le piastre fare i vari pezzi per colata ecc:
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1251184880.jpg
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1251184901.jpg

Per i separatori puoi fare cosi se ci riesci:
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1251184917.jpg

faccine/tongue.gif faccine/tongue.gif

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 25/8/2009,17:26

Personalmente credo che in un elemento fai-da-te, specie se di grandi dimensioni, i separatori non ci servano..... Ricordo che quando mi trovai in visita in una grossa centrale Telecom, le grandi batterie da 3500Ah avevano le piastre separate da qualcosa che serviva solo a non farle toccare. I contenitori erano grosse vasche di plastica pesante rossa, coperte da una lastra di plexiglas trasparente con dei fori di sfogo appoggiata sopra, e le piastre erano "sospese", appoggiate a dei supporti laterali alti vicino al bordo del contenitore, e pendevano in basso quasi libere (non so se poggiassero anche sul fondo..... probabilmente si), separate da listelli di plastica trasparente. 48V x 3500Ah...... I conduttori erano barre di rame da 12x1cm, smaltate rosse e nere, e il "caricabatterie" occupava un intero locale adiacente.
Senza dover arrivare a dimensioni simili (ma perché no?..... faccine/laugh.gif ) si può pensare comunque di fare piastre "libere" senza separatori, in modo che eventuali "spolveri" di materiale attivo non si sedimentino tra le piastre a formare corti, ma si depositino semplicemente sul fondo, nello spazio sotto le piastre. Qualsiasi cosa si interponga, per quanto ben pressato, deve per forza di cose essere poroso, col risultato che lo spolvero di ossidi si sedimenta e produce ponti conduttivi.
I separatori di legno erano trattati in qualche modo, forse con paraffine o altro, non so, ma dopo qualche anno si sbriciolavano producendo una sorta di pasta di legno che rimaneva in loco solo grazie alla mancanza di spazio. Eppure, con tutto ciò, le vecchie batterie per auto dell'epoca (inizio anni '60 e prima ancora) duravano non meno di 7 - 8 anni..... Nonostante i materiali moderni e la tecnologia avanzata, quale batteria per auto attuale raggiunge una vita media simile?

 

Keyosz
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Inviato il: 25/8/2009,21:25

Si può fare e si è fatto Ferro! 48V 2000Ah faccine/wink.gif
ok ok commerciale, ma sono frenato solo dalla mancanza di materia prima per il fai-da-te, le batterietta 12V 7Ah ad elementi piatti è quasi un mese che fà cicli continui quasi a 0V, e prende sempre più vigore, un piccolo esperimento è vero, ma è la bozza per qualcosa di più grosso!

Poi sai, c'è un amico che è scettico in merito alle batterie, mi piacerebbe un giorno invitarlo a vedere un banco fai-da-te da almeno 500Ah 48V in funzione, così se si convince lo facciamo anche per casa sua faccine/biggrin.gif

mai dire mai..... basta dimenticarsi di avere fretta ed avere fede!

Sono andao avanti a leggere un pochino, ma avete visto le fabbriche della exide di allora? in certi locali sembra che camminassero nella poltiglia, che fosse poltiglia di ossidi di piombo? faccine/blink.gif

E poi quegli operai che spalmavano la materia attiva umida (ossido di piombo misto a soluzione di acido) a mani nude con delle spatole di legno sulle griglie... e io che mi preoccupavo di avere delle batterie in garage faccine/laugh.gif

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 26/8/2009,08:47

Si,in effetti non so a salute come stavano,ma in quegli anni non sapevano neanche certe cose sulla tossicita.
Per i divisori è cmq una cosa da valutare,secondo me qualcosa da sovrapporre è meglio,piu che non si realizzi un sistema che appunto tiene ferme le celle.
Non credo che sia per lascir vuote le scatole per apparenza, in quanto di 2 batterie una era piena,l'altra aveva le alette,usano gli stessi contenitori,ma se la capacita è piu bassa,invece che 250A ne mettono 180A lasciano la scatola e spessorano l'interno,tutto qua.

 
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