| isd88
Watt Gruppo:Utente Messaggi:44
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| Inviato il: 16/10/2011,21:03
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Buonasera a tutti, come sappiamo ormai tutti le batterie si solfatano e un po di impulsi a fronte ripido non gli fanno che bene ai nostri poveri accumulatori. Cosi mi son progettato un circuitino con un 555 , 4 resistenze un paio di condensartorini , un transistor un diodo e 2 induttori, il solito desolfatatore stile megapulse. Insoddisfatto della stabilità ho cercato in giro ed ho trovato questo
http://home.comcast.net/~ddenhardt201263/d...or/lowpower.htm
in particolare ho preso lo schema piu semplice e ne ho fatto la sovrapposizione degli effetti con il mio schem malfunzionante, ho aggiunto un condensatore , una resistenza ed ora è molto piu stabile anche se la sua efficacia cala tremendamente al calare della tensione della batteria...
Lo schema che preferisco per via della sua immediatezza è questo
http://home.comcast.net/~ddenhardt201263/d...r/schematic.gif
Terminato il test sul primo prototipo che si teneva su col nastro isolante ne ho fatta una versione piu compatta e adatta per la mia serie di due paralleli di AGM.
Eccone una foto
Poi stamani inaspettatamente a porta portese ho preso un oscilloscopio ed ho quindi fatto anchei test sul funzionamento dell'aggeggio
nella prima immagine potete vedere l'effetto che fa su una batteria praticamente scarica (10 volt), e nella seconda la caduta di tenzione su una resistenza in serie di 4,7 ohm. Manca solo la fase di tuning dei componenti per cercare il miglior compromesso tra consumo ed efficacia, vi terrò aggiornati!
| | | | kekko.alchemi
| Inviato il: 16/10/2011,22:56
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Bene complimenti, ottimo lavoro!!
Ho delle perplessità sul funzionamento di D1 e C4, ho paura che il sistema così progettato mandi sulla batteria poco e niente per quanto riguarda l'alta tensione, sarebbe più efficace un sistema di induttori con un secondario galvanicamente isolato.
Dovresti poi aggiungere un diodo zener da 12 - 13 V in parallelo al condensatore C1, che proteggerebbe l'integrato in caso di superamento del voltaggio a causa delle extratensioni.
I puntali della sonda dell'oscillo devono stare entrambi sui collettori di piombo della batteria, e da nessuna altra parte. Solo così saprai vermante cosa sta succedendo. Ultima cosa, dovresti indicare nelle foto la base tempi e i volt per divisione per capire di cosa stiamo parlando.
Kekko
Modificato da kekko.alchemi - 17/10/2011, 00:13
--------------- L'universo è dominato dagli estremi, l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo. Ma l'equilibrio è ciò che plasma la materia di cui siamo fatti. by kekko
| | | | PinoTux
| Inviato il: 17/10/2011,00:08
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Forse questo può essere utile a qualcuno...
--------------- "Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" http://iv3gfn.altervista.org/ http://pptea.altervista.org/
| | | | | | | | | | PinoTux
| Inviato il: 17/10/2011,10:34
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Cammini con solo un sandalo....
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| | | | isd88
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| Inviato il: 17/10/2011,10:37
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lo volevo quasi specificare ma mi pareva chiaro che quello è parte integrante del sistema di sospensione da per terra dell'oscilloscopio sto ospite dai nonni l armadio rack non me lo hanno fatto montare!
| | | | kekko.alchemi
| Inviato il: 17/10/2011,11:25
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Ok
Per galvaniacamente isolato intendo questo. Facendola semplice semplice, immagina un toroide con due bobine avvolte, sulla prima dai un impulso a 12V proveniente da un alimentatore, appena cessa l'impulso sulla seconda bobina ti troverai una tensione di polarità opposta e con una tensione di voltaggio V che dipende dall'induttanza e altri fattori (che poi vedremo) da inviare così com'è senza diodi ne condensatori in parallelo ad una batteria che vuoi desolfatare/ricaricare. L'unico componente che dovrà esserci tra la seconda bobina e la batteria è un diodo schottky in serie per evitare che la batteria si scarichi sulla bobina. Un circuito semplicissimo, forse con anche meno pezzi di quelli che hai usato, ma sicuramente molto ma molto efficace in quanto sulla batteria arrivano veramente impulsi di alta tensione.
Kekko
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| | | | isd88
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| Inviato il: 17/10/2011,11:50
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insomma una cosa tipo il ladro di joule? due bobine su un toroide solo? no xke io ne do decine di bobine del genere mi piace come soluzione! pero vorrei prendere l'alimentazione dalle batterie stesse e la cosa si complica
ps: comunque l ultima immagine sono i battimenti dei 2 desolfatatori in parallelo sulla stessa batteria, vista la modesta sovratensione (dell ordine dei 5 volt) non penso si diano problemi l un l altro.
| | | | kekko.alchemi
| Inviato il: 17/10/2011,12:23
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Era questo infatti quello che temevo, 5V di extratensione con picchi così larghi fanno poco e niente ai cristalli incrostati di solfato di piombo. Servono tensioni ben più alte, devono essere ripidissime appena appena visibili sull'oscillo "come fosse un capello", e la tensione deve sicuramente superare i 50V forse arrivare anche a 100V ma con con un amperaggio nell'ordine dei mA.
Per utilizzare la stessa alimentazione della batteria non so fino a che punto può andar bene, visto che un desolfatatore per fare bene il suo lavoro deve rimanere anche un mese collegato nelle batterie pesantemente solfatate. Per questo quando si desolfata una batteria si mette insieme al megapulse un caricabatteria che mantiene la carica alla batteria, quindi la soluzione di avere un caricabatterie desolfatante è la soluzione migliore.
Kekko
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| | | | isd88
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| Inviato il: 17/10/2011,12:31
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ah non so se l'avevo gia detto, ma penso proprio di no, la batteria su cui faccio le misurazioni è stata torturata dal maglio di keyosz per una settimana, quindi è abbastanza desolfatata, appena ne rimedio una provo su una supersolfatata, i picchi vista la resistenza interna altissima..
ah comunque sono interessato alla tua idea ma non saprei come svilupparla per bene, la metto tra le cose da fare chene dici? quello che vorrei ottenere non è rubare il lavoro a keyosz ma fare un desolfatatore always on, magari con una soglia inferiore ma comunque sempre attaccato!
| | | | kekko.alchemi
| Inviato il: 17/10/2011,13:18
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Ma guarda il desolfatatre di keyosz è già buono così com'è. Forse non può andar bene per amperaggi troppo alti, in quanto ci vorrebbe un eternità, ma basterebbe riprogettarlo con componenti opportuni.
Per quanto riguarda la desolfatazione, a volte basta far arrivare la batteria a tensioni alte. Ad esempio se facciamo arrivare una batteria a 6 celle a 14,8-15V e la lasciamo così in elettrolisi per qualche ora, vedremo che la gran parte di solfato viene rimosso senza l'ausilio di nessun desolfatatore. Perciò fare una prova di confronto fra desolfatatori per vedere se un desolfatatore funziona meglio di un altro, o semplicemente per vedere se funziona è sempre una cosa abbastanza relativa, che cambia sempre da caso a caso.
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| | | | isd88
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| Inviato il: 17/10/2011,13:25
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maaaa hai letto che ho scritto?? vorrei un sistema always on, il keyosz è per recuperarle poi serve qualcosa che non le faccia morire di nuovo
| | | | MarKoZaKKa
| Inviato il: 19/10/2011,12:20
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Parlando del desolfatatore di keyosz, lo schema nel primo post del thread è quello corretto, oppure ci sono stati aggiornamenti? ho un tot di batterie piccole di quelle sigillate, recuperate per il test dell'ups da 4,2KVa di cui parlavo tempo fa, di cui alcune potrebbero essere solfatate, e volevo costruirlo e fare dei test...
--------------- Tecnico qualificato in clownerie Windsurfer a tempo perso Slalomaro senza speranze
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