semar
| Inviato il: 2/8/2012,08:39
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Salve a tutti,
vorrei qualche ragguaglio teorico/pratico sul secondo principio.
Tutto nasce dall'intenzione di realizzare un generatore di corrente utilizzando un magnete.
L'idea e' quella di alimentare un motorino che fa girare un magnete.
Il movimento di tale magnete trovandosi al disopra di una bobina opportunamente orientata, genera in essa una corrente indotta.
Dovete immaginarvi il sistema cosi': bobina fissa su un supporto, asse orientato verso l'alto, e sopra di essa il magnete che gira a mo' di elica di elicottero, con l'asse in verticale, ma un po' spostato rispetto a quello della bobina. Per semplicita', trascuriamo tutte le perdite dovute ad attriti vari, per semplificare il ragionamento. Comunque le stesse considerazioni valgono per un qualunque altro sistema bobina fissa/magnete rotante o viceversa.
Alla bobina si collega una lampadina, e facendo girare il motorino (alimentato con una batteria), la lampadina si accende.
Come ad alcuni di voi sara' certamente capitato, ben presto viene l'idea di sfruttare l'energia elettrica prodotta, per alimentare lo stesso motorino.
Ma l'energia prodotta, diciamo 0.5 A, non e' sufficiente a far girare il motorino, che necessita di 1 A (e' solo un esempio).
Bene, allora io cambio il magnete, ne metto uno piu' potente, o/e cambio la bobina, aumentandone le dimensioni (spire) per ottenere la corrente richiesta. E qui viene in gioco il secondo principio.
Se ho capito bene, anche se aumento le spire o la potenza del magnete, ottengo si' piu' energia, ma ne spendo anche di piu' per far girare il magnete, visto che nella bobina, secondo la legge di Lenz, si genera un campo magnetico contrario a quello del magnete che sta girando, quindi il magnete fa piu' 'fatica' a girare, compensando quindi in negativo l'aumento di energia prodotto.
Quindi il motorino ora non richiede piu' 1 A ma diciamo 1.3, e siamo di nuovo punto e a capo.
E' giusto questo ragionamento ? Ho interpretato bene il secondo principio ?
Gradirei un vostro commento, Sergio.
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