Ciao a tutti,
come promesso ho messo insieme le informazioni riguardo la versione 5 dell'impianto ad isola di casa alimentato con pannelli fotovoltaici. Come al solito non è un progetto partito da 0 ma una naturale evoluzione delle versioni precedenti, questa volta con una grossa novità, ho portato la tensione delle batterie a 48V di conseguenza ho dovuto recuperare altre batterie e ho comprato un nuovo inverter con l'idea che fosse quello definitivo per l'impianto finale di casa.
Dall'esperienza del sistema n.4 in cui c'erano dei giorni in cui avevo energia in eccesso, ho anche voluto introdurre un carico di diversione dell'energia in eccess, ovvero un altro sistema di accumulo sotto forma di acqua calda, un boiler elettrico, che preriscalda l'acqua sanitaria sull'ingresso della caldaia a gas fruttando l'energia in eccesso durante le fasi di fine carica o carica completa delle batterie, il tutto pilotato da una cpu da me programmata.
Questo è lo schema di principio di come ho voluto realizzare l'impianto:
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Questo è lo schema dettagliato dei componenti utilizzati:
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Il campo fotovoltaico è composto da 15 moduli della Sharp da 183Wp l'uno, connessi 3 a 3 in serie e poi tutte le 5 stringhe in parallelo con dei diodi. I pannelli sono gli stessi usati in Isola 4 con l'aggiunta di altri 6 nuovi aggiuntivi per aumentare la potenza, sono del tipo per grid-connected che costavano un pò di meno a parità di potenza, avendo 48 celle l'uno sono stato fortunato in quanto collegandone 3 in serie ottengo 144 celle che equivale a 4 pannelli 12V nominali in serie (36 celle l'uno) ottenendo una tensione nominale di 48V giusta per l'impianto ad isola con le batterie!
I 6 pannelli aggiuntivi li ho posizionati nel giradino di casa in attesa che l'impresa edile finisca i lavori e la nuova sezione di tetto dove poi alla fine posizionerò tutti i moduli definitivamente.
Erano anche caduti per terra per via del forte vento quella settimana di circa 1 anno fà quando ero a Roma, non li avevo ancorati bene al muro e mi chiamò mio padre che avevano sentito un bel rumore, fortunatamente non si sono neanche graffiati!!!
I moduli aggintivi li avevo pagati lo stesso prezzo di quello che ho riportato in Isola 4.
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Il regolatore di carica è sempre lo stesso ereditato da Isola 4, il TS-60 della Morningstar, portata 60A tensione selezionabile tra 12, 24 e 48V.
A parte funzionare molto bene, questo regolatore di carica ha anche una utilissima porta RS-232 (seriale pc) tramite la quale è possibile comunicare in protocollo mod-bus con un pc, cpu embedded o microcontrollore e leggere in tempo reale tutti i valori di carica (tensione batterie, corrente, valore pwm) e lo stato del regolatore (carica bulk, absorption, float, equalization ...). Queste informazioni mi sono state utilissime per la realizzazione dell'automazione dell'impianto.
Come potete vedere nella foto, oltre i cavi di potenza pannelli e batterie, al regolatore è collegato anche il cavetto seriale per la comunicazione dati.
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Per la realizzazione di questo impianto prototipo ho anche comprato un regolatore di carica Tarom 440 della Steca in quanto mi incuriosiva la funzione di calcolo dello stato di carica (SOC) degli accumulatori che tramite un sensore ad effetto di hall monitorizza la corrente entrante/uscente dalle batterie e, se opportunamente configurato con il giusto valore di capacità (Ah), è in grado di stabilire l'esatta percentuale di energia residua negli accumulatori senza false lettura basata sulla sola tensione.
Ho anche implementato l'algoritmo di calcolo sulla cpu da me programmata in modo tale da testare in software in parallelo al prodotto commerciale ed eventualmente affinare la tecnica od eventuali bugs.
Come potete vedere nella foto il regolatore Steca non prende parte alla regolazione di potenza ma solo come funzione logica:
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Questi sono i sensori di corrente posizionati sul cavo che va al banco batterie prima di ogni dispositivo (inverter, regolatore di carica, centralina...) in modo tale da rilevare qualsiasi corrente entrante ed uscente dalle batterie ed effettuare il calcolo SOC correttamente.
Quello nero è quello commerciale della Steca connesso al Tarom 440, quello azzurro è un sensore di corrente ad effetto di hall della Lem che ho comprato ed interfacciato opportunamente ad un ingresso analogico della cpu da me programmata.
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Questo è il nuovo inverter ad onda sinusoidale pura da 6000W a 48V che ho comprato nuovo per l'occasione, non ricordo esattamente il prezzo ma si aggirava intorno ai 3000-3500euro, in realtà questo inverter ergoa 5000W continui e 6000W per un massimo di 30 minuti.
Dalle prove da me effettuate fa funzionare di tutto, motori elettrici con grosso spunto compresi, è in grado di sopperire allo spunto di un condizionatore anche a pieno carico, bisogna però avere delle buone batterie in gradi di fornire elevate correnti, sono arrivato a misurare fino a 120A continui.
Ormai sono 3 anni che uso quasi giornalmente 24/24h questo inverter e devo dire che ne sono rimasto veramente soddisfatto, vale fino all'ultimo centesimo speso, pensate che ha anche un rendimento superiore agli onda quadra o modificata nell'alimentare una misera lampadina da 40W!!!!
Dopo aver provato questo dispositivo e le sue superiori caratteristiche ed elevata resa (94-96%) ho definitivamente terminato le mie sperimentazioni fai-da-te sulla costruzione di inverter
Pensate che alimentando una lampadina da 40W assorbiva 42W dalle batterie, considerando anche quanto è grosso sono veramente soddisfatto!
Il consumo a vuoto sempre acceso si aggira intorno ai 10W ma può essere impostato per la modalità che manda un impulso ogni tot secondi e resta acceso se il carico rilevato è superiore an un minimo regolabile da trimmer, io l'ho sempre usato sempre acceso in quanto con i pannelli che ho non mi preoccupo dei 10W a vuoto e preferisco avere la sinusoide 220 sempre presente come fosse la rete.
Questo inverter è anche in grado di erogare la sua piena potenza su una sola semionda e gestisce bene qualsiasi sfasamento, documentandomi ho scoperto che ributta in batteria (non chiedetemi esattamente come) qualsiasi sfasamento sulla linea o dovuta al bilanciamento del trasformatore, in teoria sarebbe anche possibile collegare un inverter grid connected sulla sua uscita e ributtare in batterie l'energia prodotta dal grid, ma non ho mai provato in quanto non oso neanche pensare di bruciare un tale costoso inverter per stupidi esperimenti!!!
Il dispositivo integra anche un eccezionale caricabatterie, infatti a lato 220V è presente un ingresso ed un uscita, in pratica fa da UPS, nel senso che se sente 220 in ingresso devia automaticamente tale corrente sull'uscita e si mette in modalità carica-batterie. Come caricabatterie è in grado di fornire fino a 70A di carica a 48V, regolabile fino a 0 tramite un trimmer in modo tale da anche disattivare tale funzione se necessario.
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Il banco batterie eredita gli elementi FIAMM da Isola 4 con l'aggiunta di 8 batterie da avviamento (automobile) della Ursus comprate in super offerta al brico, necessarie per portare la tensione del sistema a 48V, collegate in serie alle FIAMM. Queste batterie sono vissute poco meno di 6 mesi in uso ciclico giornaliero limitando la capacità usata a 150Ah tramite le centraline, dopo di chè erano in grado di dare solo circa 10Ah l'una, e due di esse erano anche andate in corto... Come dire, questa esperienza mi ha fatto capire definitivamente che le batterie auto fanno schifo e in partocolar modo le ursus, non che mi aspettassi chissà cosa da esse, ma speravo di tirare almeno 2 anni in attesa di recuperare altro
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Dopo aver fermato l'impianto per circa 1 mese a causa del fallimento delle ursus sono stato molto fortunato e ho recuperato questi elementi tudor stimati in 400Ah (non c'è nessuna etichetta a parrte min-max) testati per una settimana li ho poi collegati in serie alle fiamm al posto del banco ursus, putroppo erano solo 11 elementi così ho usato 2 degli altri elementi tudor più piccoli recuperati ai tempi di Isola 3, 2 collegati in parallelo e messi al posto del tudor grosso mancante...
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Questo è il boiler da 80L usato come accumulo secondario dell'energia in eccesso, è stato il mio banco di prova per il sistema di utilizzo dell'energia in eccesso, essendo che l'impianto finale avrebbe avuto un campo fotovoltaico sovradimensionato, calcolato per garantire una produzione minima in caso di nuvoloso ma che mi avrebbe inevitabilmente portato ad avere molta energia elettrica in eccesso nei giorni di sole.
Il boiler è collegato in serie (tramite delle valvole che possono baypassare) all'ingresso dell'acqua fredda sanitaria della caldaia a gas, in modo tale da far lavorare di meno la fiamma modulata in base alla temperatura dell'acqua e quindi utilizzare l'energia in eccesso per rispèarmiare gas metano.
E' anche successo di avere il boiler alla temperatura massima (credo intorno agli 80°C) a fine giornata tra luglio ed agosto, come potete vedere nella foto era uno di quei giorni in cui era in funzione e la lancetta è già a metà corsa....
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Ecco una vista complessiva dell'intero sistema elettronico, per favore non fate caso al disordine sia del locale che dei cablaggi, ho sempre dovuto fare le cose nel poco tempo libero ed ero ansioso di testare le cose nella pratica, poi vuoi anche un pò la mia pigrizia ed ecco il risultato...
La scatola appesa a fianco all'inverter è la centralina di automazione da me realizzata, che monta nella parte superiore una CPU x86 GX1 300Mhz operante con sistema operativo DOS ed un software sviluppato appositamente per l'automazione dell'impianto ad isola. Nella parte inferiore sono stivati tutta l'elettronica di interfacciamento campo (ingressi, uscite, analogici) sensori corrente e i pilotaggi di potenza (relè allo stato solido e teleruttore) per enel e boiler, avevo sfruttato la stessa cpu anche per pilotare 8 elettrovalvole per l'irrigazione automatica notturna del giardino
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Dettagli della centralina di automazione che monitorizza la corrente, conteggia lo stato di carica delle batterie, decide in automatico il passagio enel/solare attivando il teleruttore tra enel e ingresso inverter e pilota l'accensione del boiler per l'utilizzo dell'energia in eccesso in base ai dati letti dal regolatore di carica TS-60.
La cpu era connessa in rete e mi permetteva di verificare e controllare lo stato del sistema da qualsiasi pc in casa con una semplice connesione telnet, poi successivamente esteso alla linea adsl per connettermi in remoto dall'ufficio!
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Dettagli schea input/output realizzata sul bus ide della cpu dos:
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Sezione interfacce campo della centralina, a sinistra il teleruttore enel con le morsettiere, sotto il relè allo stato solido per il boiler, al centro il trasformatore per il 24V alternato delle elettrovalvole, a destra la scheda I/O e sopra la scheda per gli ingressi analogici (sensore di corrente).
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Questo è quanto, tale sistema ha alimentato circa metà del tempo nell'arco di 2 anni di utilizzo le utenze domestiche ed è stato il mio trampolino di lancio definitivo per l'impianto attuale (Isola 6) ancora in fase di sviluppo ma che mi stà alimentando attualmente, del quale, se avete pazienza e trovo il tempo, metterò a disposizione tutti i dettagli come per i precedenti.
Spero di non avervi annoiato troppo, ma più vado avanti e più ci sono componenti e cose da dire
Ciao a tutti e non abbiate paura di sperimentare anche voi il vostro impianto ad isola!!!