| max_linux2000
| Inviato il: 10/7/2010,12:19
|
ciao a tutti
ho un dubbio (tanto per cambiare)...
sarebbe possibile collegare le celle fotovoltaiche direttamente alla batteria solo con un diodo e senza regolatore?
...siccome sento già il coro delle giuste e sacrosante critiche fatemi prima spiegare perchè ho pensato ad una configurazione cosí...strana.
sto pensando ad un quadriciclo elettrico a 36V (forse a 48V) con dei pannelli solari sopra per aiutare la ricarica delle batterie, che saranno 18 da 2 volts cadauna, al piombo, autocostruite (kabath al gel ovviamente).
un mezzo del genere è soggetto a forti vibrazioni, colpi, ammaccature, ecc e quindi le celle si possono ahimé rompere
vi immaginate cosa succede se si rompesse una singola cella in uno dei tre pannelli a 12 volts messi in serie per arrivare a 36 volt? Senza contare che èe possibile che una parte delle celle sia in ombra e quindi si fermi la produzione di energia
Al che sto cercando una soluzione per sopperire a questi probabili guasti e ombreggiamenti. Non si tratta di risparmiare sul regolatore, quanto di permettere al sistema di sopportare la rottura o il non funzionamento di alcune celle, continuando a ricaricare le batterie con quelle rimanenti.
Per cui ho pensato che se invece ci fossero molti piccoli pannelli solari in caso di guasto almeno sarebbe limitato ad una p
| | | | Pyron
| Inviato il: 10/7/2010,12:43
|
si potrebbe fare ma il regolatore ci vuole lo stesso ma non funziona tra batteria e pannelli ma tra batteria e un carico qualunque in grado di dissipare la corrente in eccesso, si chiama carico di diversione e alcuni regolatori tipo eolici come il tristar 45-60 della morningstar hanno la possibilità di essere configurati in questo modo
si connettono i pannelli direttamente alle batterie e quando la tensione supera la soglia di carica massima il regolatore attiva un carico, delle resistenze, un ventilatore, un inverter, quello che vuoi basta che assorba abbastanza da mantenere la tensione di fine carica
| | | | Ferrobattuto
| Inviato il: 10/7/2010,13:14
|
Dunque: per limitare i danni di una rottura (interruzione) o ombraggiamento delle fotocellule, nei normali pannelli ci sono dei diodi in parallelo ogni tot numero di elementi. In genere due per ogni pannello a 12V nominali, più il fatidico diodo in serie per impedire il rientro della corrente. Immaginando che i pannelli te li fai da te, potresti mettere più diodi e diminuire il numero delle fotocellule in parallelo ad ogniuno, in modo che se alcune sono ombreggiate o rotte ne vengono disinserite poche o pochissime. Sempre per il fatto dell'autocostruzione potresti mettere un numero di fotocellule che al massimo dell'insolazione abbia una tensione pari o poco superiore alla tensione massima delle batterie cariche. Puoi fare delle "stringhe" di fotocellule in cui ogni tre o quattro ci sia il diodo in parallelo, e alla fine della stringa il diodo di ritegno. Tante di queste stringhe in parallelo ti danno la corrente di ricarica. Il numero delle fotocellule deve essere tale che ti dia quei 14V e qualcosa che ti assicurano la buona ricarica delle batterie. Se poi ti serve cerco di mettere uno schemino. Questo è quello che di più semplice mi viene in mente, chiaro che la "solita" elettronica di controllo resta il modo più efficiente per gestire il tutto. Col sistema che ti ho detto sopra, chiaramente, se hai il sole basso o è nuvolo devi....... Attaccare la spina! E immagino che la "macchina" non starebbe mai ferma abbastanza da sovraccaricare le batterie.
| | | | max_linux2000
| Inviato il: 10/7/2010,14:10
|
CITAZIONE (Pyron @ 10/7/2010, 13:43) ..
si connettono i pannelli direttamente alle batterie e quando la tensione supera la soglia di carica massima il regolatore attiva un carico, delle resistenze, un ventilatore, un inverter, quello che vuoi basta che assorba abbastanza da mantenere la tensione di fine carica mmm, ma per fare questo basta un rilevatore di soglia, che per esempio quando si arriva a 38 volts, faccia attivare un carico...si faceva qualche cosa del genere con le vecchie 500 se non ricordo o interpreto male le spiegazioni di Ferro.
in ogni caso io sto proponendo di usare dei pannelli da 3 volts per caricare delle batterie da 2.2 volts .
Le batterie a loro volta sono collegate in serie.
capisco bene che in questo modo si potrebbe sfasare la carica delle batterie... ma stiamo parlando di caricare delle batterie da 200Ah c dei pannellini per un totale da 5-10A se va bene e nelle migliori condizioni, sempre che siano puliti dal fango e la polvere. Questi pannelli sono da intendere come extra, magari per alimentare il computer di bordo, le luci a led o poco più.
quindi dubito che ci siano problemi di sovraccarico vista la poca potenza di qui stiamo parlando.
Le batterie verranno caricate con un apposito caricabatterie a casa, quindi eventuali dislivelli dureranno poco tempo.
quindi, secondo voi, per ricaricare una batteria da 2 volt con un pannello da 3 volts... serve un miniregolatore?
ciao MaX
Post Scriptum
dimenticavo.... l'idea di usare pannelli da 3 volts (15x15 cm) serve per poterli cambiare facilmente in caso di guasto. Se i pannelli fossero più grandi sarebbe complicato cambiare le celle rotte.
| | | | kekko.alchemi
| Inviato il: 10/7/2010,20:07
|
No secondo me non serve nessun regolatore, se le batterie sono le kabath magari glie la fai la sovraccarica!! Anzi direi che la sovraccarica è d'obbligo per la formazione delle materie attive, e una volta formate, cmq una sovraccarica di 5-10A non gli fa assolutamente nulla, gli fa solo che bene!
--------------- L'universo è dominato dagli estremi, l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
| | | | accu
| Inviato il: 10/7/2010,21:40
|
Boh mi sempra gia brevettato, ma chiunque puo farselo a casa propria liberamente. Si chiama sylcell di XmX
www.xmx.it/sylcell.htm
Con un diodo di blocco shotky per cella si perde poco però ci si può provare. L'unico dubbio resta sull'ordine di grandezza delle potenze in transito.
Per Max, (ho pronto il Lucano, quantità di basilico 0,1 x %) accu
Pyron Perchè non apri una discussione sul carico di diversione da applicare sui regolatori di carica con qualche costruzione elettronica sperimentale? Sarebbe un passo interessante per sfruttare tutta la potenza del pannello quando prende il sole.
| | | | Pyron
| Inviato il: 10/7/2010,22:46
|
meglio di me ne può parlare keyosz che ha il suo impianto che sfrutta questa tecnologia, lui ci alimenta uno scaldabagno
| | | | | | | accu
| Inviato il: 11/7/2010,13:17
|
In quello schemino li di XmX però lui ci ha messo un relè per quando non c'è il sole. Un relè multipolare che stacca le foto affinchè le batterie non si scarichino su di esse. in pratica due generatori in parallelo, se non funziona uno funziona l'altro o tutti e due insieme.
Ora saltiamo i ricami del come collegare i due generatori in parallelo e... poniamo il caso che io volessi caricare un elemento al piombo da 2v. nominali con 5 celle da 2,5 w, che sono le piu comuni. La serie di 5 foto da 2,5V. con 5 A. di corrente alla M.P. con sole perpendicolare mi permetterà di caricare alla corrente nominale di 5 A. un elemento al piombo di capacità nominale di 50 AH Il parallelo di 10 stringhe da 5 foto mi darebbe la corrente di 50A. adatta a caricare un elemento al piombo da 500AH.
La domanda che mi sorge spontanea è: Quanto mi durerebbe la batteria di accumulatori esposta ad una carica e scarica selvaggia, come la sottoporrebbe questo schemino, senza quindi un aggieggio che ne controllasse sia la carica programmata (carica di ripristino, carica di mantenimento e carica di equalizzazione con le tensioni ben precise per fare ciò) che la scarica?
Giusto per sperimentare quindi come dice XmX
Quanti gradi hai li da te Max? Il Lucano è un superalcolico ed io non lo bevo d'estate.
| | | | max_linux2000
| Inviato il: 11/7/2010,14:07
|
CITAZIONE (accu @ 11/7/2010, 14:17) In quello schemino li di XmX però lui ci ha messo un relè per quando non c'è il sole. Un relè multipolare che stacca le foto affinchè le batterie non si scarichino su di esse. in pratica due generatori in parallelo, se non funziona uno funziona l'altro o tutti e due insieme. si, io invece voglio metterici dei diodi
CITAZIONE Ora saltiamo i ricami del come collegare i due generatori in parallelo e... poniamo il caso che io volessi caricare un elemento al piombo da 2v. nominali con 5 celle da 2,5 w, che sono le piu comuni. La serie di 5 foto da 2,5V. con 5 A. di corrente alla M.P. con sole perpendicolare mi permetterà di caricare alla corrente nominale di 5 A. un elemento al piombo di capacità nominale di 50 AH Il parallelo di 10 stringhe da 5 foto mi darebbe la corrente di 50A. adatta a caricare un elemento al piombo da 500AH. La superficie disponibile è molto limitata e con inclinazione sempre sbagliata, quindo non m aspetto grandi produzioni. Direi che 5A è un valore reale
CITAZIONE La domanda che mi sorge spontanea è: Quanto mi durerebbe la batteria di accumulatori esposta ad una carica e scarica selvaggia, come la sottoporrebbe questo schemino, senza quindi un aggieggio che ne controllasse sia la carica programmata (carica di ripristino, carica di mantenimento e carica di equalizzazione con le tensioni ben precise per fare ciò) che la scarica? penso a una 15ina di anni almeno e mica scherzo! Sto pensando di costruire delle batterie kabath da usare con questo schema, o uno simile. Quindi cose robuste e non studiate per avere una durata programmata come qualsiasi batteria sul mercato.
CITAZIONE Quanti gradi hai li da te Max? Il Lucano è un superalcolico ed io non lo bevo d'estate. oggi 32 e per uno abituato alle montagne dolomitiche come me sono tantissimi ...cmq hai ragione è un super alcolico, ma un "chupito" piccolo piccolo una volta la settimana non fa male......
hic!! MaSC
Post scriptum
dimenticavo... ma io voglio mettere 6 celle con un diodo normale in modo da ottenere 2.3 volt max (0.5x6)-0.7=2.3
2.3V è un buon valore che non sovraccarica mai la batteria. È un peccato sprecare la produzione di una cella, ma in questo modo mi assicuro che funzioni in qualsiasi condizione.
| | | | Morzilla
| Inviato il: 11/7/2010,16:07
|
Salve a tutti. Se non sbaglio Max i Diodi Schottky hanno una caduta di tensione di 0,35V e non di 0,7V come quelli normali...potresti usare quelli per il tuo progetto...potresti mettere una cella in meno (5 invece di 6), però devi vedere un attimo in condizioni reali se può funzionare o meno...in linea teorica no, perchè avresti 5x0,5V = 2,5V - 0,35 = 2.15V, un pò troppo basso per una tensione di mantenimento/carica di un elemento al Pb...però se consideri che la produzione può essere un pò più di 0,5V...allora ce la potresti anche fare...
| | | | accu
| Inviato il: 11/7/2010,16:18
|
Beh se adoperi le plantè, ma siamo sempre nella storia e poi le devi ancora fare, e attivare, beato te che hai tutto sto tempo!
Scusa Morzilla è arrivato il tuo messaggio prima del mio.
Però Max ha anche detto che ha i pannelli con poco sole quindi ha messo una cella in più per questo motivo e poi mi sembra che volesse adoperare diodi al silicio
| | | | max_linux2000
| Inviato il: 11/7/2010,21:26
|
si, ho fatto 2 conti e ho pensato che sia meglio usare 6 celle (3 volt totali) collegate attraverso un diodo normale (0,7 volts di caduta) per ottenere 2.3 volts, i quali se non sbaglio sono ottimi per una carica di mantenimento (e nient'altro).
Riguardo al tempo.... magari ne avessi e tra l'altro mi mancano pure i soldi, ma penso che questo sia un problema comune ultimamente
ciao MaX
Modificato da max_linux2000 - 12/7/2010, 00:24
| | | | accu
| Inviato il: 11/7/2010,22:44
|
Su consolati che poco fa la Spagna ha vinto il mondiale, hanno giocato veramente bene, bravi.
| | | |
Versione Completa!
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|