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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Accumulatori

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Nuove sperimentazioni su celle da 2 Volt, Celle Plantè
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ITA815

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Inviato il: 24/09/2020 14:56:28

Proverò questa soluzione.

 

ITA815

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Inviato il: 01/10/2020 07:13:38

Aggiornamento cella prototipo.

La cella sta eseguendo cicli regolari con una configurazione diversa dai cicli precedenti ed è un mese che lavora in questa nuova configurazione.
La nuova configurazione consiste nell' avere aumentato la densità dell' acido facendo in modo che la tensione di inizio scarica si porti dai 1,79 volt della configurazione precedente ai 1,85 volt della nuova configurazione.
Questo implica una cella in meno nel pacco celle per lavorare a 24 volt e una tensione di fine carica che si porta dai 2,08 volt della configurazione precedente ai 2,24 volt della configurazione attuale.
Questa nuova configurazione è una "configurazione limite" in quanto con una corrente di carica C5 la cella arriva alla tensione massima di carica di 2,24 volt in 5 ore e 20 minuti ... in pratica non esegue consolidamento.
Applicando un carico C3 la cella riesce ugualmente a scaricarsi al 100% quando raggiunge la tensione di fine scarica.
La capacità resta invariata.
Non si notano particolari forme di malta sulla superficie delle piastre e l' elettrolisi che viene generata a fine carica è nettamente superiore alla configurazione precedente ... fermo restando che il tempo di elettrolisi è nettamente inferiore rispetto alla configurazione precedente a causa del mancato consolidamento a parità di tempo di ricarica.
Tirando le somme la cella esegue quasi 3 cicli completi di carica/scarica in 24 ore ... questo significa che nei prossimi 3 mesi di cicli la cella avrà eseguito l' equivalente di un anno di cicli sotto impianto fotovoltaico.
Tecnicamente quando arriverò al 01-01-2021 la cella avrà eseguito quasi 365 cicli di carica/scarica ... per sicurezza il resoconto lo termino il 01-02-2021 ... in questo modo abbiamo coperto il margine di differenza.
Passato tale termine la cella verrà smontata e verranno controllate le piastre per vedere in che stato si trovano.
Naturalmente ogni mese scriverò un resoconto dell' andamento.

Con questa nuova configurazione le celle da collegare in serie saranno 13 con una tensione di inizio scarica che si attesta a 24,05 volt con un carico C3.
La tensione di fine scarica sarà sempre di 22,00 volt.

Al prossimo aggiornamento.

 

ITA815

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Inviato il: 01/10/2020 08:35:17

Annotazione.

In questo ultimo mese di cicli la cella ha eseguito circa 86 cicli completi di carica/scarica.
Sul fondo della cella non risultano residui di ossido ... se nei prossimi 3 mesi persiste questa situazione si potrebbe, a questo punto, fare delle piastre di 3 millimetri di spessore rispetto alle attuali piastre che hanno 7 millimetri di spessore ( la cella attualmente è composta da 5 negative e 5 positive )... e dopo avere formato e ripulito le piastre dalla malta creata in fase di formazione si potrebbero imbustare le piastre.
Questo comporta l' avvicinamento delle piastre sino a farle appoggiare l' una contro l' altra come si fa con le piastre delle batterie auto ... la busta, molto sottile, non ne creerebbe il corto circuito tra le piastre e si recupererebbe altro spazio in quanto al momento lo spazio che abbiamo tra le piastre è di circa 6 millimetri ... una busta porta via solo 2 millimetri.
Non ci sarebbe bisogno di forare le piastre ... una eventuale deformazione delle piastre non comporterebbe problemi di corto circuito con una tipologia di piastre imbustate.
Questo tipo di assemblaggio risulterebbe molto utile perché si potrebbero inserire nella stessa cella molte più piastre e la capacità passerebbe da 5 Ah ad un ipotetico 15 Ah.
Tutto questo però lo valuterò a febbraio ... solo dopo 365 cicli di carica/scarica si può valutare quanto residuo cade sul fondo della cella e se vale la pena imbustare le piastre.
Di certo, al momento, sembra una cosa fattibile ... magari facendo in modo che la parte inferiore della busta possa rimanere aperta facendo in modo che eventuali residui di ossido che si staccano dalle piastre possa fluire sul fondo della cella.
Se i residui sono irrisori allora si possono creare delle piastre di 3 centimetri più lunghe eliminando lo spazio sottostante le piastre che attualmente è pari a 3 centimetri ... questo porterebbe la cella ad una capacità di circa 20 Ah.
Tutto questo lo valuteremo a febbraio.



Modificato da ITA815 - 01/10/2020, 08:44:52
 

RAUNARDE
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Inviato il: 01/10/2020 12:23:56

Ita sei un mostro di perseveranza, io al 7 giorno avrei lanciato tutto nel cassone della raccolta differenziata.

continua così!

 

ITA815

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Inviato il: 01/10/2020 19:41:29

Quando arrivo a febbraio sono 5 anni che ci lavoro.
Non penso che Plantè abbia eseguito, o fatto eseguire ad altri, un test così prolungato per avere tutte le informazioni che ho ottenuto io sino ad ora.
ho consumato più di 300 litri di acqua demineralizzata e più di 100 litri di soluzione acida prelevata dalle batterie.
Ho sostituito più di 10 bombole di gas da 35 litri per la fusione del piombo e la costruzione di almeno un migliaio di piastre prototipo.
Ho formato decine di celle.
Penso che di più non si poteva fare con i pochi attrezzi in mio possesso.
Ma questo era l' intento ... cioè con poco riuscire a fare tutto per arrivare alla soluzione finale.
Ora mancano pochi mesi per un resoconto finale ... staremo a vedere.

 

ITA815

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Inviato il: 20/10/2020 12:36:18

Aggiornamento cella.

La ciclatura della cella a bassa densità non può proseguire perchè non mantiene la stabilità sui tempi di carica/scarica.
Ad ogni ciclo la cella perde pochi minuti di capacità in modo costante ... dopo settimane ha perso veramente tanto.

A questo punto ho sostituito la soluzione acida a bassa densità con una densità di partenza a 1750.

Il risultato è che le piastre positive hanno iniziato a sciogliere la crosta solida che si era creata sulla superficie e hanno iniziato a prendere il colore marrone naturale.
Cosa diversa per le negative ... non si assestavano al meglio e non scaricavano la loro incrostazione.
A questo punto ho invertito la polarità ... in questo modo ho tolto tutti i residui dalle piastre.
E' stata regolata la densità di acido facendo in modo che la cella si stabilizzi ad una tensione di inizio scarica a 2,00 volt con un carico C3.
La tensione di fine scarica è a 1,83 volt.
La cella al momento ha recuperato tutta la sua capacità portandosi sui 7,8 mAh/cm^2.
Attualmente lavora in queste condizioni da una settimana e al momento sembra stabile.
La tensione non raggiunge i 2,43 volt di rito ... raggiunge i 2,33 volt in 5 ore e 20 minuti di carica.
Comunque la elettrolisi sulle positive è buona ed è sufficiente sulle negative.
La cella esegue zero minuti di consolidamento.
Ora vediamo se le piastre restano pulite o si incrostano di nuovo.

Al prossimo aggiornamento.

 

Claudio

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Inviato il: 20/10/2020 16:04:49

ITA815 hai scritto "densità di partenza a 1750"



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ITA815

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Inviato il: 20/10/2020 17:35:43

Scusa ... hai ragione ... 1175 è la misura esatta.

 

ITA815

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Inviato il: 20/10/2020 18:54:58

A proposito ... ho aggiornato il manuale di formazione.
Al momento ho scritto il grosso che serve per la formazione di base.
Terminato tutto il test (tra circa 1 anno) aggiornerò in tutti i dettagli sia il manuale di formazione che questa pagina.
In questa pagina verranno sintetizzati in modo semplice tutto il lavoro eseguito in questi 4 anni di test.
Purtroppo la simulazione del rendimento di una cella sotto fotovoltaico richiede tempo ... e per quanto ne acceleri i tempi mi serve sempre 1 o 2 anni di test per simulare almeno 5 anni di funzionamento continuo.

Si prega di portare pazienza.

 

qqcreafis

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Inviato il: 22/10/2020 21:37:40

sarebbe bello provare con degli eletrodi rivestiti di piombo

per il - va bene tutto anche il carbone ma per il + ci sono problemi.

si potrebbe tentare con del diossido di stagno che effettivamente viene usato come elettrodo https://it.wikipedia.org/wiki/Diossido_di_stagno

il problema della piastra + è che il PbO2 corrode qualunque cosa anche il piombo che eventualmente sta sotto , questi ossidi intermedi sono poco conduttivi e mandano in malora l'accumulatore ...


certo se uno uno "ga i danè" come dicono a milan o come si dice dalle mie parti "ga di sood" o come avrebbe detto mio nonno " ga di scud" (scudi (!!)) si può prendere l'elettrodo platinato o dorato (in effetti avevo visto sul tubo che eletrodi di titanio platinato resistevano a torture incredibili)



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ODE AD UNO STUDENTE MERITEVOLE (Sermone)
Allora Xyz è stato bravo! noi dobbiamo riconoscere che è stato molto bravo, bisogna dirlo !
In un mondo dove tutto SEMBRA uguale a tutto.
In un mondo dove chi abbruttisce la dignità dell’intelligenza umana si arroga meriti.
In un mondo in cui si dice che i giovani non hanno speranza perché “tanto non troveranno lavoro” perché tanto non “non avranno la pensione”.
Xyz è stato bravo! ha capito tutto, ha fatto un compito perfetto.
Xyz ci da una SPERANZA.
Xyz non ha seguito le falsità che ci circondano.
Xyz si è impegnato ed è riuscito nel suo intento.

 

ITA815

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Inviato il: 26/10/2020 07:24:47

Le positive si corrodono dal basso verso l' alto per 2 motivi.

Motivo 1) - l' acido solforico tende a rimanere in superficie ... quindi nella parte inferiore delle celle la soluzione acida è inferiore per quello che riguarda la densità.
In fase di elettrolisi si disgrega la parte inferiore delle piastre ... questo perchè è l' acqua il disgregante e non l' acido.

Motivo 2) - La differenza di densità di acido tra la parte inferiore della cella e la parte superiore poco incide sulla corrosione delle piastre.
La vera differenza la si vede nell' elettrolisi che si genera sulla superficie delle piastre.
L' elettrolisi che si genera sulle piastre positive è ossigeno ... altamente disgregante ... queste bollicine risalgono in superficie ... questo fa in modo che la superficie delle positive, nella parte alta delle piastre, abbia una quantità maggiore di bollicine rispetto alla parte bassa delle piastre stesse.
Questa grande quantità di bollicine che passano sulla parte alta delle piastre genera un isolamento maggiore dalla soluzione acida salvaguardando maggiormente la parte alta delle piastre.
Questo succede perchè le bollicine di gas, quando salgono, scivolano sulla superficie delle piastre ... non si staccano mai dalla superficie delle piastre.
Ma sino a quando la temperatura delle piastre resta alta non ci sono grossi problemi ... i problemi iniziano quando la temperatura scende.
Questo perchè la soluzione acida, più concentrata nella parte superiore della cella, si addensa man mano che la temperatura scende ... e più si addensa e meno si rimescola con l' effetto elettrolisi creando un divario notevole tra la densità dell' acido nella parte inferiore della cella rispetto alla parte superiore della stessa.
Questo fa in modo che le bollicine risalgono molto più lentamente nella parte superiore delle piastre e si aggregano molto di più rispetto alle bollicine che si creano nella parte inferiore delle stesse.
Questo rallenta la carica sulla parte superiore delle piastre in quanto l' ammassarsi di bollicine nella parte alta crea un isolamento tra le piastre e la soluzione acida ... senza il contatto della soluzione liquida sulla superficie delle piastre la carica non avviene.
Questo spiega il perchè le piastre si distruggono dal basso verso l' alto.
Per risolvere il problema bisogna costruire piastre rettangolari che si sviluppano in lunghezza e non in altezza e si mette una soluzione acida con altezza di almeno il doppio rispetto alle piastre.
La densità dell' acido va misurata e regolata sulla parte alta delle piastre nel periodo invernale.
In questo modo la differenza di densità tra la parte bassa delle piastre e la parte alta delle stesse è minima ... e l' ammassarsi di bollicine nella parte alta delle piastre è minima.



Modificato da ITA815 - 26/10/2020, 08:21:22
 

Claudio

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Inviato il: 26/10/2020 11:05:02

ITA815 mi sembra strano che ci sia più acidità nella parte superiore che in quella inferiore dato che più è acida più pesa.

Non è che le piastre si usurano più in basso che il alto perché sottoposte a maggior acidità e non il contrario perché due piastre messe nell'acqua non si consumano.

Pensiero personale, poi se tu l'hai misurata non metto assolutamente in dubbio ciò che hai rilevato, le misure non mentono.

Le batterie Fiamm hanno un tubicino che raccoglie la condensa che si forma in alto, e la condensa è acqua, e la riporta in basso, se fosse come dici tu diminuirebbe ulteriormente l'acidità sul fondo dell'elemento.

Questa è un Fiamm da 400A 2V



Immagine Allegata: Tubicino.jpg
 
ForumEA/U/Tubicino.jpg



Modificato da Claudio - 26/10/2020, 11:13:23


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ITA815

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Inviato il: 26/10/2020 12:02:55

Purtroppo non è così.
L' acido solforico puro è oleoso ... è in grado di mescolarsi al 100% con l' acqua ... ma se non viene rimescolato la parte oleosa dell' acido risale.
Il tubo che tu vedi in foto viene messo per riportare i vapori dell' elettrolisi sul fondo della cella perchè sono carichi di acido solforico.

Secondo te perchè vi è una puzza irresistibile di acido solforico quando la cella va in elettrolisi e genera gas irrespirabili ?

In pratica succede l' opposto di quello che pensi tu.

 

Claudio

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Inviato il: 26/10/2020 12:37:51

Ok io ti credo, se hai misurato, ma obbiettivamente tutti i trattati di batterie al piombo acido libero dicono il contrario.



Immagine Allegata: Stratificazione.jpg
 
ForumEA/U/Stratificazione.jpg



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Inviato il: 26/10/2020 12:52:01

Questo è un testo dell'Università Degli Studi Di Palermo,
Ingegneria dell’Innovazione Tecnologica.
DIID - Dipartimento Dell’Innovazione Industriale e Digitale
Settore Scientifico Disciplinare ING-IND/23

LINK



Immagine Allegata: Stratificazione.jpg
 
ForumEA/U/Stratificazione_1.jpg



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