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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Accumulatori

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Nuove sperimentazioni su celle da 2 Volt, Celle Plantè
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Claudio

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Inviato il: 29/05/2021 12:39:59

Perché di piombo puro le commerciali ne hanno molto poco, la parte di massa attiva è composta da impasti di ossidi, una formulata per le positive e una per le negative, non hanno bisogno di formazione perché gli ossidi sono già pronti.

Guarda questo filmato dal minuto 20 in poi. LINK



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Inverter Sofar Solar HYD6000-EP, 5250W pannelli, 14kWh lifepo4.

 

cavallino

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Inviato il: 29/05/2021 19:38:55

Grazie Claudio per il link, ma le ho visti tutti questi filmati. Difatti prima di inoltrami in questa avventura mi sono fatto un cultura.



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Ciao a tutti

 

ITA815

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Inviato il: 02/06/2021 09:21:42

A dire il vero ho iniziano nel giugno 2016 a fare i primi test ma ho iniziato a documentare i miei lavori dal febbraio 2017 e scrivevo inizialmente sulla pagina di Kekko.

Dopo 5 anni di test posso affermare che il progetto è fattibile ma serve un assemblaggio della cella particolare.
Il problema principale di queste celle è il distacco degli ossidi che avviene in modo naturale nel tempo.
Spesso e volentieri il distacco degli ossidi non avviene polverizzandosi un pò alla volta ... si staccano delle vere proprie scaglie di ossido che poi, nel tempo, si polverizzano.
Queste scaglie di ossido non vanno subito sul fondo ma si incastrano tra la superficie della piastra e l' isolatore (senza isolatore la cella va in corto).
Serve un fondo profondo e una distanza tra le piastre notevole se vogliamo aspettare che l' ossido in scaglie si dissolvi naturalmente e vada sul fondo.
Quindi serve una cella con spazi notevoli tra le piastre rispetto alla superficie che occupano le piastre stesse ... questo perchè se le piastre non sono costantemente a bagno nella soluzione acida, nel tempo avviene la solfatazione.
Tutto questo per evitare la manutenzione periodica.
Questo fa capire che servono spazi notevoli per collocare queste celle.



Modificato da ITA815 - 02/06/2021, 09:30:30
 

Peppe62
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Inviato il: 02/06/2021 15:17:38

ciao ita, confermo in parte quello che hai appena scritto, cioè, tutto quello che riguarda ossidi ,configurazione celle,5 anni di esperimenti.
Come tu sai il nostro progetto iniziato già 1 anno fa, forse dovrebbe essere più attendibile ,perché parliamo di 2 banchi 1 a 24v altro a 48v. e a oggi arrivati a una capacita di circa 80amp che non e il suo limite ,abbiamo deciso di fermare la formazione ,alzando la densità, e vedere se rimanevano stabili .Stessi problemi elencati da te ma con altri in aggiunta, che forse tu non hai potuto aver visto capacità e test diversi, cioè avendo una configurazione in serie primo problema forti sbilanciamenti che determinano tutto il funzionamento del pacco sia in carica che sotto carico, poi le celle devono essere chiuse abbastanza ermeticamente per limitare fuoriuscita solfato ,la formazione degli ossidi a densità alta e notevolmente ridotta il problema si ripropone solo nel caso si dovesse fare inversione.

conclusione ti volevo dire come già più volte ti ho detto che i tuoi test ci sono stati molto di aiuto nella fase di inizio, ma sono molto limitati, nel caso uno si mette nel progetto come il nostro.
E comunque, a oggi le sto usando e mi sto creando qualcosa per cercare di stabilizzarle almeno in carica e vedere se la situazione migliora, in queste condizioni sono funzionanti, ma richiedono troppa corrente per la fine carica .
Non ci sono obiezioni alla passione che uno ci può mettere , conoscenza di oggi, consiglierei batterie life po4 ferro fosfato,
io un anno fa non le conoscevo altrimenti non avrei fatto una cosa del genere. Comunque rimane una bella esperienza ancora non concussa.
Saluti

 

cavallino

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Inviato il: 02/06/2021 20:06:29

Buonasera a tutti. Chiedo una informazioni in merito In pratica ho costruito due celle messi in due contenitore separati. Le ho formati per circa 15 giorni singolarmente con una tensione da 2 volt in fase di carica con una corrente da 300 milliampere e quando la tensione arriva a 2,6 volt in automatico passa in scarica con un carico da 400 milliampere. In pratica ho seguito la procedura che ha citato ITA815.La procedura che ho fatto e questa : Prima carica con 300 milliampere per 24 ore, scarica e inversione di polarità per altri 24 ore. Fatto ciò inversione di polarità e fatto i cicli di carica e scarica per una settimana. Dopo aumentato la corrente di carica a 600 milliampere e fatto i cicli per un’altra settimana, quando ho visto che arrivava subito la tensione a 2,6 volt ho rifatto l’inversione di polarità per altri 24 ore con una corrente da 350 milliampere circa. fatto ciò la scarica e durata non più di 30 minuti e la lampada nemmeno si accendeva e tutte le piastre positivi sono diventati di colore rosso. Ricollegando il tutto con la procedura normale ho dato tensione ha 2,2 volt con una corrente di 400 milliampere per altri 24 ore, e le piastre negativi sono ritornati di colore grigio, e la stessa procedura e stata fatta sulla seconda cella. Ha questo punto ho collegato le due celle in serie con una tensione di carica che parte da 4 volt fino ad arrivare a 5,2 con una corrente da 1 ampere e quando la tensione arriva a 5,2 volt va in auto scarica con un carico da 800 milliampere. Da notare che durante la carica non fa nessuna elettrolisi ,però quando la tensione arriva intorno a 5,1 volt fa qualche bollicina ,ma cosa di poco conto. Le due celle dovrebbero dare circa 30 ampere cadauno ,pero essendo collegati in serie sale la tensione ma la potenza e sempre quella. Detto ciò la mia domanda e questa: Per arrivare la tensione a 5,2 volt ci impiega quasi 10 ore, poi quando va in scarica ci impiega un paio di ore, a conti fatti abbiamo 10 ampere di carica ,e 2 ampere di scarica, ma le altre 8 ampere dove sono finiti. Seconda domanda: Perché quando va in scarica la tensione scende e si porta a meno di 4 volt, e se pure caso le do un carico superiore la tensione scende angora di più e va intorno a 3 volt. Se faccio la prova di corto sulla cella mi fonde un fusibile da 50 ampere. Da premettere che per arrivare a questo punto ho consumato quasi 3 kw di potenza e angora sono al principio dopo 25 giorni di carica e scarica.
Scusate se ho fatto un poema lungo, ma e per fare capire ciò che ho fatto.



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Ciao a tutti

 

ITA815

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Inviato il: 03/06/2021 00:30:09

Quello che scrivo ora vale sia per peppe che per cavallino.

Come già menzionato un sacco di volte per fare la formazione serve una densità di acido molto blanda.
Questo aiuta nel fare una formazione veloce e mantenere le celle collegate in serie allineate in fase di carica.
In più smettono di puzzare di acido solforico.
Unico difetto è una corrosione maggiore della superficie delle piastre.
Più acido ci sta nella soluzione acida e meno si corrodono le piastre .... però non arrivi mai al massimo della tensione di carica se non gli dai molta più tensione di carica ... per cui anche più ampere di quelli che erogano le celle.
Oltretutto molti di quei ampere di carica invece di essere accumulati vengono bruciati dall' elettrolisi.
Per cui ... per rientrare nelle 5 ore di carica + un' ora di consolidamento bisogna allungare, e di molto, la soluzione acida.
Quindi ho iniziato a calcolare il numero di celle che dovevo mettere in serie per raggiungere la tensione di fine carica del mio inverter (29,2 volt).
Questo perchè più abbassi la densità di acido e più abbassi la tensione operativa delle celle.
Ho trovato il giusto equilibrio con 14 celle collegate in serie.

Quindi:

29,2 volt : 14 celle = 2,08 volt di tensione massima di carica per 5 ore + 1 ora di consolidamento.

Le celle risultano cariche perchè se si osserva bene ... quando raggiungono i 2,08 volt iniziano leggermente a fare della elettrolisi.
Vi è una perdità di capacità di circa 1 ora rispetto alla densità ottimale (che è circa a 1100).
Ad una densità così bassa si raggiunge anche la tensione di equalizzazione.

Se qualcuno mi chiede quale sia la densità dell' acido per utilizzare 14 celle collegate in serie io rispondo che non lo so ... non ho mai acquistato un densimetro per leggerla.
Io mi sono basato sulle tensioni di carica e scarica ma principalmente sulla tensione di inizio scarica con applicato un carico C5.
Quando, con un carico C5 ad inizio scarica, la tensione si stabilizzava avevo una tensione di 1,84 per cella ... un pò alta per far lavorare 14 celle in serie.
Per cui ho allungato ancora di più la soluzione acida sino a portare la cella ad inizio scarica sui 1,80 volt.

1,80 volt X 14 celle = 25,2 volt di tensione di scarica ad inizio scarica.

Per iniziare da zero con la formazione serve una densità di circa 1050 o meno ancora.

Man mano che la formazione procede e le piastre iniziano ad accumulare energia la tensione di inizio scarica si alza ... quindi bisogna correggere la densità di acido allungandola un pò con acqua distillata o demineralizzata e cercare di mantenere 1,80 volt di tensione di inizio scarica.

Su un densimetro a scala graduale che parte da 1100 si può fare il calcolo della densità a occhio guardando il gambo del galleggiante non graduato visto che la scala graduale è lineare.

Questi sono i dati che ho io.

I test vanno avanti ...



Modificato da ITA815 - 03/06/2021, 00:43:09
 

ITA815

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Inviato il: 03/06/2021 01:05:00

Cosa importante che non ho mai scritto ma ora me ne sono ricordato (e qui si tirano le somme di 5 anni di lavoro).

Una volta che ho trovato l' equilibrio tra:

1) Raggiungere la carica massima in 5 ore + 1 ora di consolidamento con una corrente di carica C5.
2) Regolato la tensione di inizio scarica calcolata su 14 celle.
3) Riuscire a scaricare completamente la cella a fine scarica con un carico C5.
4) Mantenere le tensioni lineari sulle celle collegate in serie.
5) Far risultare ininfluente la temperatura ambientale (esclusa la formazione).
6) Avere un buon amperaggio di spunto per carichi gravosi.
7) Perdere poca capacità di accumulo rispetto alla densità ottimale.
8) Riuscire a fare l' equalizzazione.

Ho trovato curioso che dopo aver trovato l' equilibrio giusto ... se si modifica tale equilibrio modificando la densità dell' acido, sia aumentandone la densità che abbassandola, la tensione di fine carica non viene più raggiunta o l' elettrolisi non avviene più alla tensione massima carica.
Se la densità la abbassi, rispetto all' equilibrio che ho trovato, la cella può anche arrivare a tensione massima di carica calcolata sul numero di celle collegate in serie ma gli ossidi non si caricano completatamente e non avviene più l' elettrolisi.
Viceversa se alzi la densità dell' acido, rispetto all' equilibrio che ho trovato io, succede l' opposto.

Quindi ... se si alza la densità dell' acido puoi togliere una cella perchè aumenta la tensione di esercizio delle celle ma nel tempo non raggiunge più la tensione massima di carica con corrente di carica C5 ... quindi addio anche all' equalizzazione.
Se invece abbassi la densità di acido si abbassa anche la tensione di esercizio e sei obbligato ad aggiungere una cella ... solo che non avviene più l' elettrolisi ... se riesci a caricare la cella al 60/70% rispetto all' equilibrio che ho trovato è già tanto.

Per cui ... ci sta poco fare ...

E qui finiscono i test di formazione e di tutto il resto.

Ora non resta altro che vedere come lavora la cella e costruirla in modo ottimale per i tipi di residui che rilascia nel tempo senza incappare in problemi di solfatazione, scorie che si staccano dalle piastre e non si dissolvono subito, vedere se le celle rimangono stabili nel tempo ... ecc. ecc. ecc.....

5 anni di lavoro ragazzi ... 5 anni ...



Modificato da ITA815 - 03/06/2021, 02:01:19
 

AlessandroT

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Inviato il: 04/06/2021 14:00:22

Azzz 5 anni sono 5 anni



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6 poly 250w. Bella stagione 4 sotto inverter pip 3024 e 2 sotto boiler 24v, inverno tutti sotto inverter. 12 batterie epzs 180ah con densità acido abbassata da 1,28 a 1,24

 

ITA815

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Inviato il: 07/06/2021 00:05:53

Già.

 

cavallino

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Inviato il: 07/06/2021 17:31:16

CITAZIONE (ITA815, 07/06/2021 00:05:53 ) Discussione.php?214425&215#MSG3278

Già.


Certo una bella esperienza sul settore. Io invece le mie due celle collegati in serie non acquistano potenza. Fanno i ciclo di carica con 1 ampere e scarica 1 ampere per oltre 6 ore, ma non intende ad aumentare potenza, In pratica le ho fatto parecchie inversione di polarità ma niente da fare. Difatti ogni giorno che passa non aumenta per niente di capacità.



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cavallino

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Inviato il: 10/06/2021 17:17:54

Dimentica di dire che le piastre positivi sono più neri che rosso scuro, e con tutto ciò non ne vuole sapere di aumentare la capacità. Martedì sera di questa settima le ho fatto di nuovo un’altra inversione di polarità per 24 ore con una corrente di 400 milliampere. Durante la carica di inversione per vedere la tensione salire ha a 1 volt ci ha impiegato quasi 8 ore e per arrivare a 2,2 volt quasi 24 ore. Fatto ciò ho fatto la scarica ,e in meno di 2 ore se portata a 0 volt. A questo punto rifatto inversione sempre con una corrente di carica da 400 milliampere e per arrivare a 2,4 volt ci sono voluti 24 ore ,rifatto la scarica con un carico da 400 milliampere la tensione si porta subbio a 2 volt con il carico e la durata di scarica non supera i 5 ore. Purtroppo sono profano su come devo fare.
Bastavano solo un piccola direttiva per come fare.
1)= Prima carica con cella nuova che corrente bisogna dare
2)= Per fare la scarica la tensione nella cella a quando deve arrivare.
3)=Dopo alla prima scarica bisogna fare inversione di polarità
4)= Se si la seconda carica che corrente ha di bisogno
In ogni modo bastano solamente un piccolo spunto per come bisogna fare.



Modificato da cavallino - 10/06/2021, 18:30:26


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ITA815

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Inviato il: 11/06/2021 08:35:31

Tutti i dati menzionati non sono supportati in modo corretto se non si conosce la densità dell' acido.
A quale densità di acido stai lavorando ?
Se la densità non è quella giusta non vai avanti.

 

cavallino

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Inviato il: 11/06/2021 18:16:11

Che io sappia la densità dell'acido ha poca importanza ,può essere al 10/20 oppure al 30%.Solamente se si lavoro con il 10% si ha una corrosione sulle piastre più veloce ma si ottiene meno corrente di spunto, se invece si va oltre il 10% si ha meno corrosione sulle piastre di cui richiede più tempo per formali ,ma si ha più spunto di corrente. Questo E ciò che ho letto sul scheda del testo Plantè.
In ogni caso non ho capito niente di ciò che dici, ti ho fatto un sacco di domande ma con esito negativo.
Se mi poi dare una dritta in merito forse riesco ad arrivare prima a capire la sua funzione.
In pratica se io faccio una cella da 2 volt composta da 5 piastre negativi e 4 positivi ,la prima carica che tensione devo dare e che corrente ,ed eventualmente la densità dell’acido. Fatto il primo ciclo cosa devo fare.
Come vedi sono solo 6 risposte che devi dare se ti e possibile.
Detto questo allego una pagina da me convertita dal

Library of the University of California
CELLULE DEL TIPO PLANTE.
in volume di acido solforico puro in 10 parti di acqua.
· La corrente di carica è stata ottenuta da due celle Grove. È con questa forma di cellula che Planté ha fatto la sua origina! e brillanti esperimenti come descritto nelle sue "Ricerche". Il processo di "formatura", suggerito da Planté, è stato gestito nel modo seguente. La corrente dalla batteria primaria veniva fatta passare attraverso la coppia secondaria, fino a quando il gas non usciva liberamente dalle piastre. Quando il circuito di carica è stato interrotto, dall'accumulatore è stata ottenuta una corrente di alta intensità ma di breve durata. Esaminando gli elementi, si è riscontrato che quella piastra che era stata unita al polo positivo delle cellule primarie era rivestita con una sottile pellicola di perossido di piombo. La piastra che era stata unita al polo negativo della batteria primaria era appena alterata nell'aspetto o anche nelle proprietà elettriche.
Ad ogni carica successiva il perossido sulla piastra positiva · affonda un po 'più in profondità nel metallo. Questa operazione di "alimentazione in" prosegue fino a che non si è formato uno spessore di ossido sufficiente a proteggere il piombo da ulteriori azioni elettrolitiche. In tutte le cellule del tipo Planté si sperimenta poca o nessuna difficoltà nel "formare" l'elemento positivo. Con l'elemento negativo, invece, il caso è molto diverso. Qui il materiale attivo è piombo chimicamente spugnoso, ed è solo attraverso la ripetuta ossidazione e disossidazione della superficie del metallo che si può ottenere la profondità necessaria di questo piombo finemente suddiviso. Questa, quindi, è la difficoltà riscontrata in tutte le forme di cellule Planté. Il metodo usuale impiegato per produrre la quantità desiderata di piombo spugnoso attivo è mediante un sistema di carica,
Pagina 8



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Claudio

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Inviato il: 11/06/2021 19:43:53

CITAZIONE (cavallino, 11/06/2021 18:16:11 ) Discussione.php?214425&215#MSG3282

Che io sappia la densità dell'acido ha poca importanza





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cavallino

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CITAZIONE (Claudio, 11/06/2021 19:43:53 ) Discussione.php?214425&215#MSG3283

CITAZIONE (cavallino, 11/06/2021 18:16:11 ) Discussione.php?214425&215#MSG3282
Che io sappia la densità dell'acido ha poca importanza





Vedi e un argomento angora poco conosciuto, e tutto da studiare.
Difatti adesso sto costruendo un oscillatore che produce scariche a impulsi da 10 volt, cosi facendo cerco di perforare le piastre in fase di formazione. Sempre rispettando la corrente di base. Essendo che mi sono inoltrato su questo esperimento ,me lo voglio studiare per bene. Purtroppo ho notato che quando si fanno le inversione di polarità parecchi frammenti di ossido di piombo positivo si stacca dalla piastra, e questo non va bene secondo me. Ma come vedi non ci sono confronti serie su questo argomento.



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