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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Accumulatori

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Il desolfatatore megapulse
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Ferrobattuto

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GigaWatt


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Inviato il: 18/2/2009,20:41

CITAZIONE
Ok, mi sono dilungato abbastanza, scusate faccine/tongue.gif

No problem, i post lunghi "ci" piacciono faccine/biggrin.gif (almeno a me).
Ciao

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 19/2/2009,19:35

CITAZIONE (Keyosz @ 18/2/2009, 20:36)
Il piombo è solubile in acqua e da qualche parte avevo letto che in condizioni di scarica profonda mantenuta per un periodo prolungato il materiale poroso dei separatori, sopratutto se di bassa qualità, tende ad "inquinarsi" di particelle di piombo finite in soluzione andando così a ridurre la caratteristica isolante dei separatori senza che ci sia una qualche perforazione per ragioni meccaniche/deformazioni.
Non chiedermi dove avevo letto tale cosa, chi se lo ricorda più, si leggono tante cose, però mi è rimasto impresso il concetto che se vero potrebbe (sottolineo potrebbe) essere una causa dei sintomi da te riscontrati.

In effetti adesso che mi ci fai pensare 3/4 anni fa in ditta avevano rovinato una batteria nuova di zecca semplicemente riempendola con acqua distillata invece che con acido (quelle nuove stoccate a secco) e mettendola in carica per alcune ore.
Se ricordo bene era una 100Ah e sotto carica con acqua distillata assorbiva pochissimo. Poi lo sciagurato accortosi che qualcosa non andava l'aveva svuotata (dopo un giorno intero sotto carica) e riempita nuovamente ma con acido questa volta. Purtroppo alla fine la batteria non dava segni vitali corretti, così prima che la buttassero via l'ho prelevata io nella speranza di recuperarla in qualche modo (era nuova!!!!).

Facendo delle prove a casa si comportava in modo simile alla tua con l'unica differenza che non ho dovuto de-solfizzarla in quanto assorbiva tanta corrente fin da subito (e sfido era nuova) ma un elemento scaldava e osservandola l'elemento sospetto presentava un colore chiaro mente gli altri erano più scuri.
Per capire cosa avveniva ho piantato due chiodi che andavano a toccare i poli dell'elemento sospetto per avere il contatto elettrico e succedeva che si caricava a 2V e passa ma nel giro di pochi minuti si scaricava.
Bene adesso ripensandoci credo che il maldestro collega abbia in qualche modo disciolto del piombo nella prima carica con acqua e che tale piombo abbia contaminato i separatori e creato una sorta di resistenza che portava a 0 l'elemento...
Almeno questo è quello che credo io alla luce di nuove informazioni e considerato che la batterie era nuova posso escludere danni meccanici e cristalli di solfato come causa di eventuali perforazioni.

Ok, mi sono dilungato abbastanza, scusate faccine/tongue.gif

In effetti la tua spiegazione calza alla perfezione,
io quando misi l'acqua,gli diedi subito una caricata,e in effetti la prima cella è rimasta parzialmente carica,poi l'ho lasciata li un 2/3 mesi ferma e adesso piu che una batteria è un scaldaacqua elettrico.
Una soluzione sarebbe estrarre le celle,levare e lavare i divisori in plastica,e rimontare tutto. faccine/wacko.gif faccine/dry.gif
Non so se ne vale la pena,anche perche alla fine è gia rovinata in partenza.
Vedro il da farsi,cmq il tuo intervento è stato veramente utile,abbiamo scoperto una possibilita veramente remota,non avrei mai pensato che la semplice acqua riuscisse a mettere in corto le celle tramite discioglimento del piombo.... faccine/sad.gif
Si ha sempre da imparare.
Che ne hai fatto della batteria?

 

Keyosz
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Inviato il: 20/2/2009,08:52

L'ho messa nel mucchio delle tante altre che avevo recuperato al cassonetto e che non ero riuscito a resuscitare poi un bel giorno per fare spazio ho riportato tutto ancora al cassonetto giallo delgli accumulatori esausti :

Ai tempi non avevo pensato che un giorno avrei potuto recuperare il piombo contenuto! va beh, fa niente, tanto quei cassonetti delle batterie sono sempre pieni o posso chiedere al meccanico faccine/wink.gif

Dovete scusarmi ma la fotocamera digitale c'è l'ho da solo 1 anno e di solito quando mi immergo in qualche lavoretto del genere mi dimentico di fare foto, per quello che ne ho poche, prometto di documentare di più eventuali pazzi esperimenti in futuro faccine/biggrin.gif

 

Lupo cattivo

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Inviato il: 20/2/2009,13:16

Perdonate, ma una cosa proprio non è esatta.
Il piombo non è solubile in acqua, nemmeno dopo mille anni. faccine/blink.gif
E' abbastanza solubile, perlomeno se confrontato con altri metalli, in soluzioni acide di acido nitrico, acetico e anche taluni acidi deboli organici, credo anche il tartarico, tant'è che si è fatto questa fama di metallo facilmente solubile.
Se lo fosse l'acido solforico lo distruggerebbe.
L'ipotesi di lastre in corto è tutt'altro che peregrina e certo ponti se ne possono essere creati sugli elementi divisori, ma non per successive deposizioni di piombo sciolto dall'acqua, sarebbe un controsenso chimico: l'accumulatore funziona proprio perchè il piombo è sciolto in forma ionica nell'elettrolita se si depositasse sui separatori lo farebbe immediatamente e in qualsiasi caso.
Piuttosto verifica anche che non ci siano crepe o buchi tra le varie celle, nelle batterie, decisamente più piccine , che usavo io succedeva.

 

Keyosz
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Inviato il: 20/2/2009,18:46

In effeti non so quasi nulla di chimica, ma avevo letto da qualche parte a proposito della solubilità del piombo, o forse era riferito al biossido di piombo?
In effetti se guardi un accumulatore usato trovi depositi di piombo e biossido di piombo ovunque ma credo per ragioni elettro-chimiche durante le fasi finali di carica.

Correggimi se sbaglio ma osservando cosa succede a degli elettrodi puri ho notato che durante la fase di sovracarica/elettrolisi l'ossigeno sul polo positivo tende ad ossidare e generare biossido di piombo, quindi consumando l'elettrodo del +, mentre dal negativo l'idrogeno se ne va via libero senza reagire.
E' plausibile una tale spiegazione data dall'osservazione?

In effetti per formare il materiale attivo elettricamente ho notato sperimentalmente che si forma la massa sul positivo in fase di carica e quella del negativo in fase di scarica... (osservazioni da ignorante senza basi culturali, solo supposizioni)

 

Lupo cattivo

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Inviato il: 20/2/2009,19:05

CITAZIONE (Keyosz @ 20/2/2009, 18:46)
In effeti non so quasi nulla di chimica, ma avevo letto da qualche parte a proposito della solubilità del piombo, o forse era riferito al biossido di piombo?
In effetti se guardi un accumulatore usato trovi depositi di piombo e biossido di piombo ovunque ma credo per ragioni elettro-chimiche durante le fasi finali di carica.

Correggimi se sbaglio ma osservando cosa succede a degli elettrodi puri ho notato che durante la fase di sovracarica/elettrolisi l'ossigeno sul polo positivo tende ad ossidare e generare biossido di piombo, quindi consumando l'elettrodo del +, mentre dal negativo l'idrogeno se ne va via libero senza reagire.
E' plausibile una tale spiegazione data dall'osservazione?

In effetti per formare il materiale attivo elettricamente ho notato sperimentalmente che si forma la massa sul positivo in fase di carica e quella del negativo in fase di scarica... (osservazioni da ignorante senza basi culturali, solo supposizioni)

Keyosk è corretto: quello che hai osservato è in perfetta sintonia con la realtà: all'anodo il piombo si ossida e si forma solfato di piombo (non quello, cristallino, responsabile della solfatazione, ma lo stesso in microparticelle nel reticolo del piombo) Pb + HSO4- -> PbSO4 + H+ + 2e-negativo
al catodo l'ossido di piombo si riduce formando piombo: PbO2 + 3H+ + HSO4- + 2e- -> PbSO4 + 2H2O
E' una ossido riduzione, in fase di carica avviene il contrario; la reazione completa è PbO2 + Pb + 2H2SO4 -> 2PbSO4 + 2H2O
Se la tensione supera quella teorica il sovrappiù di corrente viene convertito in idrolisi dell'acqua e si formano idrogeno ed ossigeno
Un tempo gli accumulatori si "facevano" cioè , partendo dal piombo puro, venivano caricati e scaricati molte volte, per rendere il piombo spugnoso e quindi con maggior superficie, adesso si mette direttamente la pasta di biossido di piombo nelle griglie di piombo e l'altra piastra, di solito più sottile, viene pretrattata per aumentarne la superficie.
Io sono rimasto alle vecchie tecnologie, è facile che siano cambiate, ma giusto per avere un idea...
Tutto questo non l'ho certo imparato all'Università, a da ragazzo smontando le batterie di moto per capire come funzionassero e leggendo tutto quello che trovavo in giro, ricordo un manuale...debbo scappare domani riprendo. faccine/ohmy.gif
Insomma la pratica vale molto, spesso più della teoria.

 

Keyosz
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Inviato il: 21/2/2009,21:40

Urka se hai ragione, sono cresciuto di pratica sia nell'elettronica che nella programmazione, poi va beh non ho mai studiato niente di chimica ma solo fatte delle prove per risolvere il problema dell'accumulo... cavolo se lo sapevo ai tempi di scuola avrei provato a seguire almeno una lezione di chimica!!!!

Oggi mentre sciavo con amici non so perchè ma parlavano di qualcosa che mi ha fatto venire in mente l'antica roma, ebbene se non ricordo male a quei tempi usavano condutture di piombo per gli acquedotti (ridordo bene?) e la gente si ammalava per avvelenamento da piombo (si sa essere tossico per il nostro organismo), ora mi chiedevo ma le particelle di piombo trasportate dall'acqua erano rimosse dalle condutture per azione meccanica di atrito dell'acqua stessa o in qualche modo disciolte?

p.s.
quando dicevo solubile non intendevo di certo come il sale da cucina faccine/wink.gif ma qualcosa di moooolto più modesto, che però magari grazie al movimento delle'elltrolisi e il calore generato dalla corrente elettrica potesse in qualche modo essere accellerato, ma non farci caso sono le mie congetture da benemerito profano faccine/biggrin.gif

 

Lupo cattivo

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Inviato il: 27/2/2009,12:25

CITAZIONE (Keyosz @ 21/2/2009, 21:40)
Urka se hai ragione, sono cresciuto di pratica sia nell'elettronica che nella programmazione, poi va beh non ho mai studiato niente di chimica ma solo fatte delle prove per risolvere il problema dell'accumulo... cavolo se lo sapevo ai tempi di scuola avrei provato a seguire almeno una lezione di chimica!!!!

Oggi mentre sciavo con amici non so perchè ma parlavano di qualcosa che mi ha fatto venire in mente l'antica roma, ebbene se non ricordo male a quei tempi usavano condutture di piombo per gli acquedotti (ridordo bene?) e la gente si ammalava per avvelenamento da piombo (si sa essere tossico per il nostro organismo), ora mi chiedevo ma le particelle di piombo trasportate dall'acqua erano rimosse dalle condutture per azione meccanica di atrito dell'acqua stessa o in qualche modo disciolte?

p.s.
quando dicevo solubile non intendevo di certo come il sale da cucina faccine/wink.gif ma qualcosa di moooolto più modesto, che però magari grazie al movimento delle'elltrolisi e il calore generato dalla corrente elettrica potesse in qualche modo essere accellerato, ma non farci caso sono le mie congetture da benemerito profano faccine/biggrin.gif

Mah...questa storia delle condutture in piombo e dei romani e un po' che sta prendendo piede, ma è falsa o perlomeno è stata ampliata e travisata, come talvolta succede, almeno a mio modesto avviso.
Le condutture in piombo si sono usate e credo siano ancora in uso in molte parti, ricordo che le cambiarono, a casa mia, nei bagni, sostituendole con quelle in rame, più resistenti, negli anni '80
Almeno credo fossero in piombo, non ne sono certo, c'è qualche idraulico che legge e mi può dire?
Non credo che la solubilità del piombo sia tale da essere significativa.
I romani, secondo una tesi assai contestata in passato ed anche ora, pare che decadettero, per lo meno la loro classe dirigente, per avvelenamento da piombo.
Il fatto è che i romani usavano addolcire le bevande, come il vino, con sali di piombo solubili in acqua, assai gradevoli al palato perchè dolci. (Questa è un altra tesi, pare documentata)
Un po' come nel primo novecento si usavano bevande a base di sostanze radioattive faccine/w00t.gif faccine/w00t.gif
come l'eroina sempre nello stesso periodo, estere della morfina, inventata e commercializzata dalla Bayer come antidolorifico e successivamente sostituita dall aspirina oppure dalla coca cola che conteneva radice di cola e cocaina, successivamente sostituita (credo nel solo 1942) dalla caffeina.
Insomma si va un pochino a casaccio, quando la gente poi sta male si corregge il tiro, mi pare succeda ancora.
Certo maneggiare il piombo non è scevro da pericoli, ma basta non ingerirlo o non lavorarci 8 ore al giorno per tutta la vita (il saturnismo era la malattia tipica dei tipografi perchè i caratteri erano fatti di piombo e si usavano le dita nude per spostarli, alla lunga, fra le dita in bocca e quello che passa attraverso la pelle....)
Comunque la tua affermazione è esatta: con la corrente il piombo passa in forma ionica (si scioglie) nell'elettrolita.
Per cui, oltre all'acido solforico, c'è anche piombo.
Il fatto è che il piombo si scioglie facilmente in acidi organici tipo l'acido acetico quindi si scioglie nell'aceto ad esempio...per cui viene considerato assai solubile!

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 27/2/2009,13:27

Insomma mi pare di capire che per recuperare la batteria dai potenziali "ponti"di corto la dovrei smontare e ripulire manualmente,il fatto è che se la dovrei smontare dopo la manderei subito in fusione,altro che rimontarla faccine/smile.gif
A parte sta battuta il casino è che una volta tagliati i ponti di collegamento è un attimo sfilare le celle e pulire i divisori e il contenitore,ma poi il bello è ricollegarli di nuovo fra loro,da quello che ho visto le fabbriche fondono direttamentei ponti fra di loro.
E poi non rientra in ogni caso in una pratica fattibile da tutti.
Faro ancora una prova invertendo i poli sulle 5 celle che non tengono la carica,e se non funziona dichiarero fallito l'esperimento.
PRECISAZIONE:
Questo non indica che il pulser non funziona,indica solo che non ci sono,le condizioni ottimali perche esplichi le sue funzioni,in quanto 1 cella stava dando segni di ripresa, ma se le altre hanno micro corti non si ha recupero di capacita,e questo dipende dalla batteria.
In passato mi è gia successo di recuperare una tudor da 95A ,5 celle perfette e una in corto,la batteria ha tenuto acceso una lampada alogena da 150watt per un ora e un quarto(consumo medio 15A)pero la cella in corto è rimasta tale,e qui abbiamo una situazione analoga...

 

Keyosz
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Inviato il: 27/2/2009,14:36

Secondo me se proprio si vuole recuperare una batteria con celle in corto l'uninca soluzione è piantare due contatti che mettano definitivamente in corto la cella o le celle difettose in modo tale da bypassarle ed avere così in seriel solo quelle buone, ottenendo così una batteria a minor voltaggio ma almeno funzionante con tutta la sua capacità, poi giocare sui numeri, ovvero fare lo stesso lavoro su altre batterie e alla fine metterle in serie per tornare alla tensione desiderata.

Per esempio, ho 3 batterie, una con 5 celle buone, una con 3 e una con 4, metto in corto le celle che sono già in corto o parzialmente in corto (bassa resitenza interna) e poi collego le tre batterie in serie ottenendo una serie di 12 elementi per una batteria risultante da 24V.

Ci avevo seriamente pensato l'anno scorso ma per metterlo in pratica serve recuperare tante batterie per avere delle situazioni che si compensino e poi alla fine mi sono stufato che mi sembrava solo una perdita di tempo, tanto se già delle celle sonoandate in corto in un monoblocco poco ci manca che anche le altre le seguano e allora mi sono detto "ma conviene tanto lavoro?" e ho lasciato perdere faccine/tongue.gif

lo so lo so la mia solita pigrizia, ma è che ero stufo di usare rottami e cambiarli ogni pochi mesi faccine/mad.gif

 

Keyosz
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Inviato il: 27/2/2009,15:59

Ma a parte questo 3d c'è un altra discussione in merito alla de-solfatazione delle batterie? perchè ho provato a guardare in giro nel forum ma non mi sembra di aver trovato niente di specifico....

Ad ogni modo volevo portare alla vostra attenzione due casi reali in cui un regolatore di carica delle Morningstar sembra che abbia desolfatato delle batterie.
Un paio di anni fà c'era la baita di un mio amico con 2 batterie da 100Ah collegate in parallelo a 12V e con 1 pannello da 45Wp, l'elettricista gli aveva montato un regolatore di carica di una marca strana che non ricordo molto economico, l'impiantino ha funzionato per 2 anni bene poi il terzo anno ogni volta che andavano su le batterie si scaricavano subito.
Abbiamo provato a cambiare il regolatore di carica pensando che l'altro fosse bruciato, prendenone un'altro economico di un altra marca, ma niente da fare le batterie tenevano pochissima carica.
Allora abbiamo portato su un generatore con un caricabatterie di quelli da auto e abbiamo provato a mettere in carica per un pò di ore, ma anche qui niente da fare non tenevano la carica, nel senso che tenevano la tensione giusta ma duravano poco come se avessero perso gra parte della loro capacità.
Allora, prima di prendere delle batterie nuove, provai a fargli mettere un regolatore della morningstar (una versione da 30A, quello con il display) e lasciarono su l'impianto con il nuovo regolatore in funzione per tutto l'inverno, l'estate seguente quando tornarono ad usare la baita le batterie erano magicamente rinate, ovvero alimentavano le utenze come facevano in origine!!!

Una storia analoga è successa a me in baita quando ho tolto il mio vecchio regolatore di carica a tensione costante con il regolatore morningstar TS-60, la durata delle batterie (la capacità quindi) è aumentata, tornando vicino al valore originale di quando erano nuove.

Non sono sicuro al 100% ma credo che in entrambi i casi le batterie erano in parte solfatate, poi leggendo il manuale delle morningstar e verificando di persona con l'oscilloscopio ho presupposto che gli impulsi ad onda quadra mandati dal regolatore nella fase finale di carica e di mantenimento (quando regola in pwm) possano in qualche modo generare un effetto simile al megapulse descritto da Dolomitico, ovvero questi fronti asquadrati di impulsi sulle piastre delle batterie potrebbero rompere i cristalli di solfato proprio come fa il megapulse, ma con il vantaggio che fanno già parte del regolatore di carica e del processo di carica stesso del sistema.

Nota bene: le mie sono supposizioni fatte sui risultati ottenuti nella pratica, ma non è da escludere che magari la rigenerazione delle batterie nei due casi sia dovuta ad un altro processo svolto dai regolatori della morningstar, ovvero la carica in 4 fasi, dove il dispositivo porta le batterie a diversi livelli di tensione per dei tempi ben precisi facendo dei cicli ben programmati ogni giorno, compresa la carica di equalizzazione 1 volta al mese.

Comunque il risultato finale non cambia, che sia per gli impulsi del pwm, che sia per la carica a più stadi o altro, con i regolatori della Morningstar le batterie stanno veramente motlo meglio.

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 27/2/2009,23:10

Di spiegazioni sulla desolfatazione non ce ne sono tantissime,a parte i test fatti da me su un altro forum,(non conoscevo questo forum ancora)è un argomento poco affrontato ancora,molti sono forse scettici sulla fattibilita,ma questi aggeggini funzionano se la batteria è recuperabile.
Per il tuo regolatore ho guardato le caratteristiche,e mi sembra che non vi sia nulla di desolfatante,pero è un regolatore di classe superiore,e forse il fatto che ha un software che rivela e regola i vari parametri di sicuro puo aver giovato.ci saranno delle differenze fra un regolatore da 25€ a uno da 100/200€
Io sono passato da uno steca economico a uno a displey simile a quello che scrivi tu e la differenza è palese,pensa che se il regolatore non fa il suo dovere puo succedere anche una divisione fra l'acido e l'acqua che si stratifica all'interno della batteria,cosa non di certo benefica,invece un buon regolatore "vede"quando intervenire.

 

eneo

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Inviato il: 3/3/2009,12:36

ciao a tutti..date un'occhiata a questo
desolforatore
ne vale la pena?

 

Elektron

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KiloWatt


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Inviato il: 3/3/2009,13:47

Made in China con tanto di brevetto cinese ...

Per 20 euro si può anche provare ...

 

Keyosz
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Inviato il: 3/3/2009,15:07

Hmm, io della roba cinese proprio fiducia 0, scusate ma un paio di esperienze....
Se proprio preferisco mettere 40 euro in più e comprare quello tedesco che suggerisce Dolomitico faccine/wink.gif

Ad ogni modo quello che volevo dire nei post precedenti è che credo che il processo di de-solfatazione non sia così scientifico e complesso da replicare come volgiono farci credere, credo che ci sia un certo range di correnti impulsive che che generino lo stesso effetto anti-solfatazione.

Ad ogni modo, avete presente quell'accumulatore che mi sono costruito a piastre piano nel barattolo di vetro? ()
Quelli lì l'ho lasciato 1 anno fermo scarico a 0V, e 2/3 settimane fà, quando l'ho ripreso, era in evidente stato di solfatazione, si vedeva lo strato biancastro sulle piastre, ma l'ho messo sotto carica ad impulsi e nel giro di un giorno ed una notte il 90% del solfato si è riconvertito in materiale attivo!
Se guardate bene la foto sia sulla piastra del negativo che su quella del positivo (quella più scura) si notano ancora alcuni puntini bianchi residui delle macchie molto più grosse che c'erano prima, sono spiacente che non sono stato abbastanza scaltro da fotografare prima della ricarica.... faccine/chair.gif se no si vedeva meglio la differenza oltre alle mie sole parole....

Il circuito che uso è un banale regolatore switching dal quale ho rimosso il condensatore in uscita in modo da far arrivare gli impilsi della bobina direttamente sulle piastre dell'accumulatore e modificato la rete di retroazione per evitare che si bruciasse l'ingresso del feedback.
Ho usato un LM2576

 
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