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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Accumulatori

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Accumulatore stazionario a piastre tubolari - Come è fatto, Schemi, foto e video della tecnologia di accumulo stazionario tubolare
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DOLOMITICO

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Inviato il: 10/1/2010,13:32

Leggendo un po di materiale sulle batterie credo ci è sfuggito un particolare che forse spiega un po anche perche a Keyosz l'ossido andava a spasso per la cella.
Almeno sulle piastre piane dopo l'applicazione della pasta non è che la cosa sia finita lì,mettono le varie piastre a stagionare dentro a dei forni a temperatura e umidita controllata.
La spiegazione anche se va un po verificata è di mettere in forno per 48h (la temperatura se ho capito bene è di 30 gradi) ad un elevato tasso di umidita,consigliano di mettere una ciottola di acqua,poi una volta "cotte" loro usano il termine "stagionate" si lasciano 3/4 gg ad asciugare e poi si procede con il montaggio,così che la pasta sia ben aderente alla piastra,essendo secca si dovrebbe fissare meglio e non disperdersi cosi velocemente.

Le info le ho prese da questo link
Qui riporto la spiegazione in inglese:
"

Plate Curing:
After pasting plates must be cured. This hardenns the pasted and bonds it to the plate.
Plates are usualy curred at around 30c in high humidity (90%) for about 48 hours. This can be done in a conventional oven at home. Just stick em in the oven with a pot full of water. You will have to keep an eye on the water. After curring plate are left to dry for about 3 - 4 days.
"

Forse per le tubolari è un po la stessa cosa,che ne pensate?

 

Keyosz
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Inviato il: 12/1/2010,10:03

Ciao Dolomitico,
interessante, mi pare di averlo letto anche su quel libro americano comprato e scaricato dalla rete inn formato elettronico, però la vedo una procedura un pò elaborata.... ma alla fine le piastre a griglia delle batterie auto sono fatte così, giusto? ma alla fine si sfregolano comunque mandando in giro la pasta/materia attiva sotto forma di polvere finissima, che oltre a far perdere Ah alla batteria manda anche in corto tutti i separatori!! bah che macello.....

Quei tubetti bianchi usati per le piastre tubolari positive sono veramente belli, trattengono la polvere di biossido di piombo in modo egreggio anche dopo 20 anni, se si potesse trovare quel materiale e magari a basso costo....

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 13/1/2010,10:28

Si,ma molte stazzionarie sono pure fatte a piastre,pero molto più spesse,quindi il fattore determinante è lo spessore,il rapporto è cmq la età di vita di una cella a piastre piane (500/750 cili) contro il doppio delle tubolari (1000/1200 cicli).
Quello che mi incuriosisce e che col desolfatatore dicono durino di più,a causa che i cristalli non riescono a ingrandirsi e sfaldare la pasta,aumentando la durata di entrambe le tipologie.
Tornando alla stagionatura,dici che serva per fissare per bene la pasta al suo posto?
Dalle tue prove dicevi che tende a staccarsi e migrare altrove,forse manca questo passaggio,ovviamente basterebbe impastarle e poi metterle al sole ad asciugare,cosi da rendere il tutto un po piu stabile.

 

kekko.alchemi

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Inviato il: 13/1/2010,11:48

Io direi di cuocerle al forno a circa 200 gradi. Sto andando avanti con la mia plantè, sto realizzando le membrane ceramiche, non appena realizzo qualcosa e ho un po' di tempo posto le foto.

un saluto a tutti



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L'universo è dominato dagli estremi, l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
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by kekko

 

Keyosz
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Inviato il: 13/1/2010,13:16

Si hai ragione Dolomitico, il solfato di piombo, che è il prodotto naturale dells scarica della batteria, occupa un volume maggiore rispetto aklle materie attive di origine, quindi anche senza cristallizzare fà dilatare, storcere e sfladare le piastre fatte di materia attiva pressata e stagionata, questo è un motivo per cui bisogna evitare di scaricarle troppo in profondità, perchè più le scarichiamo e più facciamo ingrandire le piastre con la conseguenza di dilatarle e sfaldarle perdendo la materia attiva.

Io non ho mai realizzato piastre a griglia con materia attiva pressata in mezzo in tutti i miei prototipi fai-da-te, solo notavo quali fossero i problemi maggiori delle batterie commerciali mentre le aprivo per recuperare il piombo e gli ossidi, ma in uno dei miei primi prototipi in stile plantè (quello con la lamiera di piombo avvolta nel barattolo di vetro) avevo notato che dopo diversi cicli di carica e scarica veloci dalla piastra positiva si staccavano scaglie di ossido di piombo che avevano 2 effetti deleteri: 1) si perdeva materia attiva se cadeva sul fondo 2) mandava in corto le piastre quando entrava a contatto con la negativa formando ponti.

Sono sicuro che se prendi una griglia di piombo, gli spalmi sopra gli ossidi/pastella di recupero dalle batterie sventrate, le pressi e le lasci a stagionare come dici tu otterrai delle belle piastre nuove di elevata capacità, ma secondo me il problema è che sai già dove vai a parare in quanto poi quel tipo si sfalda in uso ciclico, perdendo capacità e mandando tutto in corto gradualmente.

Devo essere sincero che l'idea buttata lì da Lupo ai tempi di tenere le materie attive separate ed al loro posto grazie alla forza di gravità è un idea che mi stuzzica ancora adesso, difatti stò facendo diverse prove, ma l'inconveniente più grande è che se le materie attive non sono ben pressate sul conduttore di piombo la resistenza interna della cella è elevata, però hanno un elevata capacità, la materia attiva si recupera al 100% dalle batteriette buttate via, pericoli di corti 0% il chè, ho constatato, porta anche un altro beneficio ovvero autoscarica molto molto bassa, il primo prototipo che avevo fatto a fine marzo 2009 eroga ancora corrente oggi, compatibilimente alla sua alta resistenza interna, una batteria normale si sarebbe scaricata.

Dolomitico se hai tempo e volgia potresti provare a fare 2 griglie di piombo, pressarci dentro della materia attiva, "cuocerla" un pò e poi mettere le 2 piastre in un barattolo con acido ed iniziare a fare tanti tanti cicli di carica e scarica, dovresti avere in giro le piastre di recuopero dalle batterie smontate, magari per la piastra negativa puoi anche usare una già fatta di recupero che tanto sono ancora buone ed essendo le positive a consumarsi il nostro intento è quello di testare e studiare delle positive robuste.

Ho in cantiere un altro prototipo di sedimentale ma ne parlerò se darà risultati concreti e nella sezione apposita a tempo debito faccine/wink.gif del resto il tempo libero per fare questi esperimenti è veramente poco, se pensi che con tutte le precauzioni necessarie a maneggiare queste sostanze riesco solo a fare qualcosa se ho una giornata libera se no per 2 ore non vale la pena mettere in pista tutto l'armamentario e così il tempo passa e non cobmino niente faccine/tongue.gif

Kekko sono molto interessato alle tue ceramiche, e non parlo di superflui e colorati ornamenti faccine/tongue.gif

 

Pyron

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Inviato il: 13/1/2010,20:29

ragazzi dopo la mia esperienza, piccola, con tubolari, autotrazione, e stazionarie sigillate agm a piastra piana, posso dire di consigliare caldamente le tubolari ad acido libero, non c'è paragone...sono ispezionabili, raboccabili, hanno una vita più lunga, di contro, pesano di più a parità di capacità e sono più fragili se sottoposte a vibrazioni e colpi, ma nel nostro caso a meno che venga un terremoto con epicentro proprio sotto le batterie...

 

Keyosz
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Inviato il: 14/1/2010,13:24

E vai! abbiamo convertito un altro AGM/GEL a TUBOLARI acido libero faccine/smile.gif

Adesso dovrai trovare una super tubolare da fotografare per cambiare il tuo avatar! faccine/wink.gif

Comunque sono convinto che , per uso stazionario, si può fare ancora meglio delle tubolari senza spendere come per le plantè, chissà.....

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 14/1/2010,13:27

CITAZIONE (Keyosz @ 14/1/2010, 13:24)
Comunque sono convinto che , per uso stazionario, si può fare ancora meglio delle tubolari senza spendere come per le plantè, chissà.....

Vai vai! Vediamo se riesci a farci sognare..... faccine/wink.gif
Ciao

 

kekko.alchemi

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Inviato il: 14/1/2010,16:06

Ciao Keyosz, ho trovato tutto, userò la ceramica bianca da colata!! Proprio in questi giorni sto contattando un fornitore. Penso che come prima produzione farò una ventina di membrane.

Appena l'ho fatte e cotte a 950 gradi per farla diventare cercamica, monto il prototipo. Le membrane sono delle tasche al cui interno metterò le piastre positive insieme ai fanghi di ossido di piombo!

Se mi dai il tuo indirizzo sarò lieto di inviarti qualche membrana per fare delle prove, ovviamente te le regalo.

x il bismuto ti ho risposto nella sezione del mio impianto!

Saluti kekko



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DOLOMITICO

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Inviato il: 15/1/2010,10:55

CITAZIONE
Dolomitico se hai tempo.......

Non ti dico quanto vorrei provare ma è sempre il tempo che è tiranno,ho molte cose in sospeso e devo concentrarmi un po li senno non si conclude molto,in effetti l'intento di tutte queste prove è quello di trovare il metodo più semplice per riciclare tutti quegli ossidi che sono gia pronti dentro le vecchie batterie,è un po strano convertire gli ossidi in piombo lucente per rifarne degli ossidi,basterebbe levare i cristalli di solfato e ripressarli dentro dei tubetti,basta trovare i tubetti giusti.
La tecnica delle piastre piane non è totalmente da rigettare a patto ovviamente da avere dei limiti di vita,è anche forse la più semplice da mettere in piedi per adesso.
Ma una cosa da valutare è i tubetti o i famosi separatori sono impermeabili?nel senso se io uso un tubetto di plastica aperto in cima,ci metto gli ossidi li presso e un perno di piombo mi reagisce come una tubolare o la plastica mi blocca le reazioni?

 

kekko.alchemi

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Inviato il: 15/1/2010,12:06

Ciao dolomitico, sicuramente ti blocca le reazioni, perchè la plastica essendo impermeabile non permette lo scambio ionico! Gli ioni passerebbero da sopra il foro, ma la superficie di contatto diventerebbe davvero irrisoria.

Quello che ti serve sarebbero dei tubetti semi-permeabili, che non fanno passare ne i liquidi e ne gli ossidi, ma permettono lo scambio ionico. Torno a dire che il materiale, secondo me, migliore e duraturo nel tempo è la cermica bianca.



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DOLOMITICO

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Inviato il: 15/1/2010,13:35

Ok,fin li ci siamo,
ho trovato in soffitta una cosa che spiega la mia idea,si tratta di 2 tubetti,
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1263558431.jpg
http://www.energialternativa.info/Public/NewForum/ForumEA/1/9/8/4/7/7/0/1263558435.jpg

ovviamente sono richiudibili a incasso,ma proprio grazie all'incasso che non è ermetico anzi vi è lo spazio per lo scorrere dell'elettrolita.
Ovviamente la resistenza sarà alta,non metto in dubbio,ma di sicuro l'ossido starà la dentro e non andra a spasso in giro.
La mia teoria è che invece che sfruttare l'idea di keyosz che è cmq validissima di realizzare piastre orizzontali e quella di bloccare gli ossidi in contenitori verticali,come appunto le tubolari,pero con un sistema casalingo di facile realizzazione.
Della serie,smonto la batteria rovinata,macino tutte le positive(o quello che ne rimane)se possibile una sorta di desolfatazione per recuperare l'acido,e poi riempire dei contenitori con l'ossido ,cosi di piombo metallico ne necessiterei molto meno limitando il problema della forgia e il reperimento del materiale necessario e quindi mi servirebbe solo per i pettini per "raccogliere" la corrente,e il tutto non deve richiedere anni luce di lavoro.
Tutto questo per aumentare la capacita disponibile e massimizzare la durata.
Appena ho un'ora libera provo a fare una pila con questo tubetto. faccine/smile.gif

 

Keyosz
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Inviato il: 18/1/2010,17:16

Ciao Dolomitico, l'idea di tenere i fanghi è giustissima, ma dovresti farla in scala molto ridotta, del tipo tubicini piccoli non più larghi di mezzo centimetro e non più alti di 2 o 3 centimetri e poi metterne in cantiere almeno 200, sì perchè da delle prove effettuate l'anno scorso con ossidi depositati in piccoli contenitori ho verificato che in questo modo ottieni grande capacità ma la resistenza interna è data dalla distanza e dalla sezione di elettrolita che c'è tra la materia attiva positiva e quella negativa, difatti otterrai una cella che ti dà 2V a vioto ma al primo piccolissimo carico si siede , poi se togli il carico risale a tensione normale, la cosa interessante è che tenderà a tornare verso i 2V anche dopo giorni di corto se le materie attive usate erano cariche.

Dalle prove fatte ho notato 2 caratteristiche in antitesi:
bassa distanza tra materie attive = elevate correnti ma autoscarica elevata e corti nel tempo
elevata distanza tra materie attive = basse correnti di scarica ma autoscarica tendente a zero

Nei prototipi a sedimentazione dove ci sono alcuni centimetri di elettrolita tra le due polarità e non vi è nessun separatore poroso che possa trattenere particelle di piombo/ossidi e creare ponti conduttivi ho constatato un'autoscarica veramente irrisoria, un valore così bassso che se non fosse per la quantità di materiale necessaria penserei ad un accumulo stagionale, tanto su una capacità così elevata le correnti di scarica sarebbero sicuramente bassissime in proporzione, qualcosa di paragonabile alla corrente consumata da un orologio con la sua piletta da 1,5V per intenderci faccine/wink.gif

Domenica stavo ancora somontando una batteria perchè mi servivano altre materie attive e ho collegato un fatto che ho sepre notato al problema dell'inquinamento dei separatori con polveri conduttive, parlo del fatto che quando cerchi di staccare le piastre l'una dall'altra sono come appiciccate ai separatori che si strappano e a volte vanno a pezzi, segno, secondo me, che le polveri metalliche delle materie attiva trapassano quelle sottili membrane porose che usano nelle commerciali.

Al momento stò provando la versione sedimentale su file parallele con materiali alla portata di tutti ma ci ho messo 2 settimane (2 domeniche si intende) solo ad assemblare recuperando le materie attive, ora mi servono 20 litri di acido che devo recuperare litro per litro dalle batteriette scrause.... col poco tempo a disposizione vado alle calende greche.....

Kekko gentilissimo, ma prima dammi il tempo di finire le altre prove se no tra prototipi e roba ammassata esco di casa per far posto!

 

DOLOMITICO

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Inviato il: 18/1/2010,17:26

tutto ok,ma per curiosita se si usassero per fare da tubetti delle normali cannucce di plastica?
Oggi ne ho preso un pacco,voglio provare,di sicuro qualcosa salta fuori,per larghi sono da 1/2cm ma alti scrivi solo 2/3 cm,perchè cosi pochi?
Beh appena ho tempo provo,sto ultimando la mia raccolta di filo di rame,ormai dovrei essere quasi a posto faccine/smile.gif

 

Keyosz
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Inviato il: 19/1/2010,08:54

Raccolta di filo di rame? ti sei dato all'ecologia con il riciclo del rame? :O

La normale plastica tappa il passaggio di ioni e fluido e isola elettricamente, il biossido di piombo che ci pressi dentro reagisce solo alle due stremità dove viene a contatto con l'elettrolita (sotto e sopra dove presumo il tubetto resterà aperto), tutta la massa di ossido nella parte centrale sarà a contatto elettrico con il circuito esterno grazie all'asticella di piombo ma non riuscirà a depolarizzarsi scambiando ioni con l'elettrolita e quindi la piastra negativa, azzerando la differenza di potenziale e quindi impedendo lo scorrere della corrente, detto in parole povere tutta la materia attiva che metterai nella cannuccia a 1 cm circa di distanza dalle aperture non reagirà, quindi sarà come non averla faccine/wink.gif

Poi ieri mi dimenticavo, per quanto riguarda le materie attive (fanghi/polveri) di recupero dalle batterie usate non preoccuparti di desolfatarli prima, anche perchè sarebbe un lavoro troppo minuzioso e difficile a mio avviso, mettile nella batteria nuova che costruisci, se il progetto è buono poi dopo una volta completata la metti in ricarica con il desolfatatore e riattivi tutte le materie attive rigettando anche acido solforico in soluzione e quindi aumentando la densità, te lo dico perchè l'ho anche provato sui prototipi.

Difatti le materie attive delle batterie usate saranno in parte o quasi totalmente solfatate, ma non riusciamo più a ricaricarle perchè le griglie si sono dissolte e non sono più a contatto elettrico con il circuito esterno e quindi il desolfatatore, ma riassemblandole in un nuovo elemento fai-da-te dove le rimettiamo a contatto elettrico con il circuito esterno grazie a nuove piastre di piombo o soluzioni equivalenti rimettiamo in pista le materie attive per la desolfatazione elettrica faccine/wink.gif

 
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