Scusate se mi intrometto nella discussione (il novellino appena arrivato sul forum!),
ma mi sembra di capire che ciascuno di voi abbia detto cose giuste, forse non è stata chiarita una cosa abbastanza importante, i regolatori di carica non si differenziano solo per tensione e corrente ma anche per la modalità di regolazione che usano.
Per quanto ne sappia io si differenziano in 4 categorie in base al principio di funzionamento e come viene realizzato elettronicamente:
1) a relè - pannello pilotato in on/off (vecchissimi con una pessima gestione delle batterie)
2) lineare tensione fissa (stabilizza tensione in uscita ma dissipa tantissimo e non carica bene le batterie)
3) regolazione pwm (sono quelli più diffusi ed economici attuelmente)
4) regolazione shunt (simile al 3 ma mette in corto il pannello invece che staccarlo per risparmiare sulla componentistica)
5) MPPT (più costosi ma per fortuna si stanno diffondendo, elettronicamente sono più complessi)
Il numero 1 lasciamolo pure perdere ma equivale ad attacare e staccare il pannello direttamente alla batteria, magari un pò più velocemente che a mano
e comunque ne ho visto uno solo tipo 12-15 anni fà ed ero totalmente novizio, ma capii subito dalla pratica che il metodo era veramente scadente come regolazione di carica per le batterie.
Il numero 2 non l'ho mai visto in commercio ma solo costruito artigianalmente, se fosse venduto sarebbe un pò come quello che ha ipotizzato ferro per quanto riguarda la dissipazione, proprio come fanno i regolatori di tensione lineari in elettronica per chi se ne intende (tipo 7812 per capire il principio).
Il numero 3 e 4 danno lo stesso risultato a lato batterie, ovvero una corrente ad ona quadra a frequenza costante ma variando il duty-cycle ovvero variando il tempo di on ed off del transistor/mosfet per simulare quello che farebbe il regolatore lineare ma riducendo drasticamente il calore dissipato. In più, ormai quasi tutti questi, seguono diverse solgie di tensione per ottimizzare la carica e prolungare la vita delle batterie.
Il numero 5 è quello tecnologicamente più avanzato e quindi anche costoso, al suo interno realizza una logica abbastanza articolata che gestisce contemporaneamente sia i parametri della batterie che quelli del pannello per ottimizzare il tutto, lo stadio di potenza non è un semplice interruttore (meccanico o elettronico transistor/mosfet che sia) ma comprende in alcuni casi un circuito L C (induttanza e condensatore) come negli switching o in alcuni casi anche un trasformatore ad alta frequenza come negli inverter, ma il tutto supervisionato da un microcontrollore che con algoritmi elaborati (alcuni anche brevettati) "inseguono" la massima resa del pannello realizzando un adattamento di impedenza tra batterie e pannello.
Scusate se dico tutto questo ma il problema del trasferimento dell'energia dal pannello alle batterie cambia radicalmente in base alla tecnologia usata nel regolatore, quindi credo sia giusto specificare il tipo di regolatore prima di analizzare le portate, cosa entra e cosa esce, perchè camiba abbastanza.
Per portare dei nomi così inquadriamo cosa ciscuno di noi usa o vuole comprare:
cat. 3) Morningstar di fascia medio/alta, Xantrex
cat. 4) Steca e alcuni Morningstar di fascia bassa
cat. 5) Outback Power , Blue sky e Xantrex ultimo uscito
Questi sono solo quelli che conosco, altri non so...
Bolle ha il bellissimo regolatore della Outback (si tratta bene hehe) che tra una settimana arriverà anche a me!!!! non vedo l'ora!!!! (ci è voluto 3 mesi e 1000 telefonate per averlo)
Vi posso dire con certezza che cta.3 e 4 corrente out minore o uguale a corrrente in
cat. 5 corrente out minore, uguale o maggiore a corrente in
Infatti nelle specifiche di 3 e 4 troverete indicata solo una corrente max mentre nella cat. 5 in genere ne specificano 2 (per esempio l'outback FM80 riporta 60A max in e 80A max out).
Per scegliere la portata del regolatore bisogna prima conoscere che tipo di regolatore è e poi selezionarlo in base a una corrente di ingresso (proveniente dal campo fotovoltaico) almeno 20-30% superiore a quella di corto dei pannelli che si intende usare.
Ovvio che il regolatore può essere anche sovradimensionato in previsione di ampliamenti dei pannelli o altre ragioni ma ovviamente il costo del dispositivo scelto aumenterà...
Per riagganciarmi alla discussione, potrei sbagliarmi, ma credo di aver capito negli anni che il trasferimento di energia dal pannello alle batterie per gli impianti ad isola si divide in due categorie:
A) con perdita fino a circa il 30% nominali nel caso di regolatori semplici come cat.3 e 4
B) con perdita minima non superiore al 3-5% nel caso di regolatori cat. 5
Per semplificare ipotizzo che le batterie siano scariche, che i pannelli siano irraggiati al massimo e che nei processi chimici ed elettronici le dispersioni non siano influenti, solo per semplificare la comprensione del processo.
Nel caso A la perdita è dovuta ad una differenza di impedenza tra batterie e generatore fotovoltaico che accopiati direttamente (transistor/mosfet acceso fisso) nella fase di carica bulk la differenza tra tensione della batteria e quella della gobba della curva del pannello moltiplicata per la corrente che scorre è potenza persa e per la precisione dissipata come calore sul pannello.
Questo è il fattore che tipicamente penalizza un pò gli impianti ad isola, ma solo nella fase di carica massima e con regolatori di stampo "vecchio" od ecomonico.
Nel caso B è come se avessimo un "trasformatore virtuale" sempre dimesionato correttamente in input in base alla tensione e corrente di resa massima del pannello in quel dato momento e in uscita tarato perfetto per la tensione delle batterie. In questo caso, e solo in questo caso, a mio avviso si può tenere P costante in ingresso ed uscita, infatti tale tipo di regolatore permette di avere una corrente in uscita superiore a quella in ingresso, ma attenzione non sempre e l'incremento varia da 0 ad un 30% massimo tipico.
Gli impianti ad isola con questo tipo di regolatore, nella fase di carica bulk (quando le batterie mangiano tutta l'energia prodotta) o se l'assorbimenti dei carichi è uguale o superiore all'energia prodotta, performano allo stesso livello dei grid-connected.
C'è anche da notare che i regolatori di carica in tecnologia MPPT (quelli ti tipo B nella mia esposizione) per diverse ragioni, che ora forse non è il caso di analizzare, aumentano il valore medio di energia immagazzinata negli accumulatori in quelle giornate invernali in cui abbiamo meno sole rispetto ai cugini pwm più semplici ed ecomonici, che a mio avviso per un impianto ad isola è veramente una marcia in più!
Ok ok, come al mio solito mi dilungo troppo, scusate se vi ho annoiato ora la smetto, promesso
... e se ho dimenticato qualcosa o ci sono errori in quello che ho detto nonesitate a correggermi, così almeno imparo aualcosa in più anche oggi!!!
Ciao e buona carica a tutti voi indipendenti!!!!