| PinoTux
| Inviato il: 10/12/2010,22:00
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Per avere un'idea della corrente erogata si potrebbe pensare di mettere l'amperometro subito all'uscita del ponte prima del "regolatore", il rilievo oscillografico con il carico della batteria, da come l'hai descritto, assomiglia a quello che più o meno tutti hanno misurato, almeno chi ha potuto, e penso che ciò sia dovuto alla capacità della batteria stessa, avevo suggerito di fare una sonda di corrente ma nessuno ha raccolto l'idea.... È chiaro che l'amperometro messo come suggerito sopra non riuscirà mai a leggere la corrente di picco, ma avrai almeno un'idea di quanto assorbe il carico, tolto ovviamente il consumo intrinsico del dispositivo.
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| | | | piero1955
| Inviato il: 13/12/2010,14:04
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Ieri pomeriggio, ho dedicato un pò di tempo al circuito. Ho inserito una resistenza da 0,3 ohm 7 Watt tra il ponte ed il pin 1 del LM2576. In parallelo alla resistenza, ho connesso (con in serie un trimmer da 50K) un microamperometro ed ho tarato il trimmer per una corrente di 710 mA quale è l'assorbimento della resistenza sull'uscita. Attaccando una batteria, vedo un incremento di assorbimento dopodichè la corrente decresce sino a 710 mA + la corrente di mantenimento. Con una batteria attaccata, ho fatto una veloce prova di scarica con una lampadina alogena da 55W ed ho visto che l'amperometro misurava più di 5 Ampere. La mia domanda è questa...... ma l'LM2576 non limita a 3 Ampere? Per quanto riguarda la sonda per misurare la corrente di picco alla batteria, avrei pensato di mettere una 0,1 ohm in serie al negativo della batteria ed in parallelo a questa misurare la caduta di tensione con l'oscilloscopio. Pino, ti riferisci a questa misura?
Bene, ora devo pensare a chiudere l'alimentatore e trovare un sistema per fissare l'amperometro con una scatoletta esterna fissata all'alimentatore stesso. Dopo questi lavori, passerò a testare "pesantemente" il suo potere desolfatante sulle AGM.
| | | | kyvan
| Inviato il: 14/12/2010,19:03
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non trovo il filo smaltato da 1 mm. per la bobina, per ora ne ho trovato solo da 0,6...... potrà andare?
| | | | piero1955
| Inviato il: 14/12/2010,21:41
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Mi sembra un pò troppo sottile...... potrebbe scaldare. .....mamma mia quanta neve!!!!!
| | | | Keyosz
| Inviato il: 14/12/2010,23:16
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Se hai del filo sottile avvolgine due o più in parallelo per raggiungere la sezione originale desiderata, per quanto riguarda il fatto di parallelizzare più LM2576 in configurazione desolfatante per aumentare la corrente in uscita di ricarica non è fattibile in quanto come iustamente osservato da Pinotux il principio di questo dispositivo è quello di far giungere gli impulsi appuntiti ai morsetti della batteria, ma se mettiamo più integrati a lavorare sulla stessa batteria questi lavoreranno in modo non sincronizzato in quanto non è previsto il pin di sync su questo tipo di regolatore ed inoltre usando un oscillatore R-C interno la frequenza di 52Khz non sarà uguale per tutti (cambia di poco) e quindi avremmo tutta una sovrapposizione di impulsi in uscita vanificando l'effetto desolfatante.
Però se ci pensate bene non serve avere più potenza, perchè questo dispositivo lo useremo prevalentemente su batterie solfatate le quali hanno una elevata resistenza interna per via dello strato isolante di materia attiva da ricaricare cristallizzata (solfato di piombo) e quindi la batteria in questo stato accetta per definizione poca corrente, di fatti il processo di de-solfatazione è lento e richiede tempo, quindi non vedo una reale necessità di avere più corrente, tanto una batteria in media deve restare sotto trattamento per 1 o 2 settimane per ottenere risultati aprezzabili.
Ad ogni modo questo circuito è adatto per capacità fino ad un massimo di 200Ah, con batterie più grosse perde efficacia, per via del fatto che i 50Khz sono una frequenza troppo elevata per batterie più grosse che si comportano cone un grosso condensatore e di fatti livellano gli impulsi perdendo efficacia desolfatante, per batterie più grosse, più che una corrente più elevata, servirebbe un circuito analogo ma operante su frequenze più basse con una bobina più grossa.
Il circuito è di tipo switching, l'integrato limita 3A sul transistor interno il quale pilota i 18-30 volt che abbiamo in ingresso, tale corrente poi viene "iniettata" nella bobina la quale nei tempi morti quando rilascia il suo impulso induttivo genera l'effetto di trasfromazione degli alimentatori switching per cui se abbiamo in ingreso 3A a 20V in uscita abbiamo la corrente in funzione della tensione, quindi 3A*20V=60W se in uscita limitiamo la tensione a 12V avremmo una corrente di 60W/12V=5A, se la tensione fosse di 6V avremmo 10A, comunque non misurate mai la corrente sull'uscita di questo circuito perchè la bobina dell'amperometro modificherebbe gli impulsi andando a degradare l'effetto desolfatante, ma se proprio lo volete, come giustamente leggevo, prevedetelo sull'ingresso del regolatore, ovvero tra il positivo del ponte diodi e il grosso condensatore elettrolitico che và sul pin 1.
Ciao e scusate il ritardo nel rispondere ma sono stato via per 2 mesi
Diemnticavo, nella foto in cui si vedono 4 LM2576 che operano in parallelo è un caricabatterie "tradizionale" che avevo realizzato per un amico, eroga una corrente di circa 20A a 14,4V, il trafromatore è opportunamente dimensionato e garantisce circa 25V sull'ingresso dei regolatori, i quali sono realizzati come da schema datasheet ovvero con il condensatore di filtro in uscita e senza resistenze zavorra, in pratica esce una tensione continua e livellata, niente impulsi e desolfatazione, serviva come carica batterie rapido, aiuto per avviamento e carica automatica, collegandoci batterie le potevi lasciare attaccate tutto il tempo che volevi tanto era stabilizzato in tensione, ma comuqnue quell'apparato non ha niente a che vedere con la desolfatazione anche se usa gli stessi integrati.
| | | | PinoTux
| Inviato il: 14/12/2010,23:58
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Ben riletto Keyosz! Speriamo di leggerti ancora per un po'... come vedi il progetto trova sempre molti sostenitori/realizzatori. Grazie per i chiarimenti sempre graditi.
@piero1955 Penso che il sistema dello shunt da 0,1 ohm vada bene per misurare il picco con l'oscilloscopio, avendo nota la resistenza è facile ricavare la corrente "reale" e visualizzare pure la forma dell'impulso. In qualche post (che non sono riuscito a trovare) avevo suggerito di usare una sonda induttiva, ossia utilizzare un toroide ad permeabilità con avvolte molte spire ed in parallelo a queste una R da 10 Kohm e relativo oscilloscopio, questa veniva accoppiata al filo che va alla batteria facendolo transitare nel mezzo in modo da non alterare il circuito con impedenze messe in serie come poteva essere un amperometro od altro. Evidentemente era per controllare se la forma d'onda era corretta, non per fare misure di precisione! Buona desolfatazione!
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| | | | piero1955
| Inviato il: 15/12/2010,12:55
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Ciao a tutti e bentornato Keyosz. In un mio post precedente, parlavo di oltre 5 Ampere misurati a monte dell' LM2576 con una lampada 12V 55W come carico oltre alla resistenza. Per l'amperometro, ho inserito una resistenza da 0,3 ohm (forse andrebbe bene anche di meno) 7W in serie al pin1 e misuro la caduta di tensione con un microamperometro tarato con un trimmer a 710 mA. Questo è l'assorbilmento delle resistenze e del circuito stesso misurati con un multimetro digitale fluke in serie alla resistenza stessa. Giusto anche il suggerimento per Kyvan di avvolgere due fili da 0,6 in parallelo contemporaneamente in modo che i due avvolgimenti siano identici. Per quanto riguarda lo shunt "induttivo", mi sembra di averlo visto anche su uno schema di un desolfatatore (quello classico con il 555) di un americano (mi ricordo il testo in inglese)...... dovrei cercarlo. In effetti quello che vorrei io è di visualizzare in qualche modo l'operato del desolfatatore, altrimenti lo accendi e poi....... non vedi nulla a maggior ragione se hai batterie ermetiche AGM.....
Forse oggi continuo gli esperimenti......
| | | | Keyosz
| Inviato il: 18/12/2010,10:58
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Ma vedi quando desolfati non è che ci sia tanto da vedere, se sono a elettrolita liquido con i tappi puoi vedere le piastre che da bianche diventano nere le positive e grigio scuro le negative o meglio misuri la densità e vedi i valori salire fino q quando non salgono più e allora significa che la desolfatazione è terminata, ma un altra prova molto valida è la prova di scarica, prima verifichi la resistenza interna collegando per una decina di secondi qualcosa come 10-15 lampadine abbaglianti tutte insieme e verificando che riesca ad accenderle e che la tensione non scenda sotto gli 11V, poi superata questa prova colleghi un carico che assorba 1/20 della capaacità della batterie e conteggi quante ore resta acceso prima di scendere a 11V poi ricarici subito con il desolfatatore, fai questa prova ad intervalli di 4-5 giorni e se il tempo aumenta significa che il sistema stà funzionando, ovvio che se la batterie per esempio è una 100Ah ritieniti fortunato di raggiungere 60-70Ah con la sola desolfatazione, in quanto questo sistema riconverte i cristalli di materia attiva scarica ma non ripara le piastre colandone delle nuove dal piombo fuso e rimettendole dentro la batteria
| | | | kyvan
| Inviato il: 18/12/2010,22:39
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CITAZIONE (Keyosz @ 14/12/2010, 23:16) Se hai del filo sottile avvolgine due o più in parallelo per raggiungere la sezione originale desiderata grazie della risposta nel frattempo ho trovato un filo più grosso, ma adesso il problema è opposto: cercando di riempire l'anello sono riuscito a mettere al max 29 spire: posso continuare sormontando le spirali precedenti?
| | | | phoenix.2
milliWatt Gruppo:Utente Messaggi:2
Stato:
| Inviato il: 19/12/2010,15:59
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Ciao a tutti, sono un new entry e ho realizzato il circuito in oggetto. E' il primo giorno di test, su una batteria da 8 amper 12 volt per moto, ma so che le piastre sono rovinate, gli ho fatto di tutto a quella batteria, piu che altro mi serve per vedere la performance del circuito. Non ho uno osclloscopio, per cui non so esattamente che tipo di impulso esce. Quello che non ho ben capito è l'integrato. Ho acquistato 3 adj e 3 con uscita a 5. Domanda, ma quelli con uscita 5 si possono regolare come i 78xx o lm317 ??? (premetto che ho realzzato il mio desolfatore con un adj come da schema) Un'altra domanda che vorrei fare è : E' possibile regolare la corrente mantenendo costante la tensione ? se si come ? perchè ho un trasfo che ne eroga al max 3,5 amper e un ponte a diodi da 4 amper, che questo vado a sostituirlo appena posso, ma il trasfo di recupero, scalda abbastanza, a tutto gas. limitando la corrente, come leggendo il megapulse si potrebbe fare una cosa buona.. Ottimo circuito, mi ha funzionato quasi subito, ho infatti visto dopo la modifica sul feedback con condensatore, perchè infatti non regolavo niente con trimmer, che mi sembra leggermente grandicello, penso che un 4,7k dovrebbe bastare. La taratura infatti si fa con pochissima escursione con 10k.. per il resto è ok a parte la mancanza di regolazione della corrente..
| | | | Keyosz
| Inviato il: 21/12/2010,23:23
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x Kyvan: sormonta pure senza farti troppi problemi
x Phoenix.2: potresti usare la versione fissa a 5V però internamente ha già un partitore resistivo con una resistenza di avlore basso verso massa, di conseguenza il trimmer con i valori nello schema originale non vanno bene, dalla mia esperienza personale usando gli integrati a tensione fissa interponendo il trimmer succedeva che auto-oscillavano e lavoravano male, la soluzione era di usare trimmer di bassa resistenza come quelli da 1K, ma poi la corrente che scorre nel trimmer è più alta e il circuito va bene solo per tensioni basse, ma in questo caso il circuito non è come da manuale ma ha la variabile in più del condensatore mancante in uscita quindi non saprei cosa dirti, prova, ma poi potrebbe finire che per usare la versione fissa a 5V cambi i parametri e magari non de-solfata più.... è da provare, non garantisco. Non è possibile regolare la corrente, per lo meno l'integrato non prevede questa funzione, l'avevo fatto su un circuito che usava questo integrato tramite un operazionale esterno che agiva sul feedback mixando con il sensing della tensione ma l'integrato lavorava in modalità originale come stabilizzatore di tensione con condensatore di filtro in uscita e non come pulser/desolfatatore, quindi direi che è troppo complicato ahche solo da imbastire, meglio trovare un trafromatore adeguato
| | | | piero1955
| Inviato il: 22/12/2010,09:34
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Ciao Keyosz. una domanda, visto che conosci come le tue tasche l'LM2576...... mentre per me è la prima volta che lo uso. In un post precedente, ho scritto che misuro 5A a monte dell'integreto stesso (dove misuro 24VDC) ovvero con un microamperometro in parallelo ad una 0,33ohm (tarato con un trimmer e un multimetro fluke in serie)in serie al pin1. All'uscita, la 15 ohm, la batteria e una lampadina da 55W. Non dovrebbe limitare a 3A? Non capisco...... Cosa mi puoi dire?
| | | | kyvan
| Inviato il: 24/12/2010,15:04
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innanzi tutto grazie a Keyosz per la risposta
@piero1955 ma la lampadina non era in sostituzione della resistenza, qualora questa fosse stata di difficile reperibilità?
@ tutti
Buon Natale e tanti auguri per un felice anno nuovo
| | | | | | | kyvan
| Inviato il: 24/12/2010,16:07
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CITAZIONE (piero1955 @ 24/12/2010, 15:54) esatto, ma io ho sempre creduto che il forte carico fosse dato dalla resistenza O (quindi in alternativa) dalla lampadina
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Versione Mobile!
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