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Energia Alternativa ed Energia Fai Da Te > Geologia e Sismologia - Studio di Sismografi e Precursori

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RICERCA DI ANALOGIE TRA FENOMENI GEOLOGICI E POSIZIONI DEGLI ASTRI
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max_linux2000

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Inviato il: 22/1/2011,18:59

4 anche dalla spagna. Quest' estate ne prendeva almeno una decina.

...si vede che li hanno tirati giù per la revisione faccine/biggrin.gif

ciao
MaX

 

mac-giver

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Inviato il: 24/1/2011,01:09

Sole in anticipo anche in norvegia e alaska.
Secondo le previsioni il sole doveva sorgere sui cieli di Tromsø,venerdì la cosa si è verificata giovedì.
In alaska nella postazione di Barrow,il sole si è presentato con giorni di anticipo.
www.niburunews.com/index.php?option...nment&Itemid=37
Questo è quello che si è visto a Tromsø:
Le immagini vanno alla rovescia
http://s778.photobucket.com/albums/yy66/he...mview=slideshow
Che dire si saranno sciolti i ghiacciai davanti casa anche là …
moriremo tutti sommersi dalle acque anche se tra l’altro stanno pure diminuendo di livello…

http://www.3bmeteo.com/giornale-meteo/clim...medio+del-10830

ma non è che l'asse terrestre si è spostato un pò di più di qualche microsecondo? faccine/dry.gif

 

max_linux2000

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Inviato il: 24/1/2011,15:47

dovresti leggere il libro di flabio barbiero: una civitá sotto ghiaccio.
http://www.flaviobarbiero.com/bf/bookshop/...-sotto-ghiaccio

brevemente: questa persona ha sviluppato una teoria che spiega tutte le glaciazioni, anche quelle in Africa, il fatto che 12.000 anni fa in siberia c' era un clima mediterraneo come del resto anche nel canada del nord e il mare era 130 mt più basso di ora, come rivelano molti dati geologici e ittici coerenti tra di loro.

Naturalmente parla di atlantide, ma lasciamo perdere questa parola, e dimentichiamo il mito per concentrarsi solo nella teoria.

La terra è formata da diversi strati, alcuni di questi semiliquidi. Quindi la terra non è una palla di roccia che gira nello spazio, ma neppure un pianeta gassoso come giove o saturno, per cui si comporta come... un giroscopio.
Un giroscopio perturbato dalle forze gravitazionali combinate di sole e luna, che gira attorno all' asse di figura contrastando coostantemente queste forze. Ma coosa succede se per caso un meteorite o un movimento sismico di grosse proporzioni cambia leggermente gli equilibri?

Non succede niente se la forza è di segno opposto a quella del sole-luna.
Ma se invece capitasse con la stesso segno o direzione nell' emisfero nord o negativo nell' emisfero sud?
Succederebbe che per un attimo la terra cambierebbe leggerissimamente la sua rotazione e la cosa finirebbe li se non cii fossero in campo le forze combinate di sole-luna che per quanto modeste sono sempre maggiori di zero, per cui potrebbe accadere che qualche tempo dopo il giroscopio cambi la sua inclinazione.

Il signor Barbiero ha anche descritto in una appendice tutti i calcoli matematici che avvallano la sua teoria. Io non sono in grado di dire se sia corretta o meno la sua teoria, ma apparentemente mi sembra coerente e plausibile.

Unico problema: l' asse della terra non si può muovere a meno che non si scontri con un pianeta delle sue stesse dimensioni. E da li le nostre teorie spiegano perchè l' asse è immutabile e che è sempre stato cosí da quando la terra si è raffreddata poco dopo la sua formazione.
E se fosse sbagliato? e se l' asse potesse cambiare diciamo con discreta facilità?
Non sono uno scienziato, ma so che la scienza è sempre pronta ad ammettere i propri errori una volta trovata una teoria che spiega meglio un determinato fenomeno.

CMQ se a qualcuno interessa lo invito a leggere il libro e a verificare i calcoli effettuati.

Dal mio punto di vista, preferire che Barbiero avesse torto marcio, ma quando ho letto che qualche anno fa con l' occasione del tzunami in tahilandia l' asse si è spostato di qualche cm a causa di un' isola che si è mossa in avanti di appena 3 metri.... qualche dubbio mi è venuto.

Supponiamo che qualche cataclisma, mettiamo l' africa che si sta spezzando in due, sblilanci l' attuale equilibrio della cintura che sta attorno all' equatore.. .di poco ma lo sbilanci, non sarebbe possibile che la terra cambiasse il suo asse? (speriamo di poco, altrimenti....)

ciao
MaX

 

mac-giver

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Inviato il: 26/1/2011,15:32

CITAZIONE (mac-giver @ 22/1/2011, 15:23)
la regione magneticamente attiva che ora sta fronte terra la 1147 ha prodotto un bel treno di flare di media intensità.. ma la nostra magnetosfera è molto debole..

monitoriamo le prossime 24-72ore

interessante max.. molto interessante.. qualcosa sta succedendo ed è sotto gli occhi di tutti... cercano di dare la colpa al riscaldamento globale, ma tra pochi anni questa balla non starà piu in piedi..

intanto:

Le faglie di tutto il mondo stanno iniziano a dare i primi segnali …. di scricchiolio !
Dopo il risveglio in Arkansas (USA) in Africa (vedi la recente info ..in Messico (con la faglia Coscos) i primi che mi vengono in mente…
Per non parlare di Yellow….
Adesso abbiamo il Nevada e l’India !
www.mercurynews.com/news/ci_17168931?nclick_check=1
No reports of injuries after 4 quakes hit Nevada
http://timesofindia.indiatimes.com/city/ra...how/7336498.cms
Fresh tremors in Saurashtra, Kutch

vedi un pò..

poi: come visto sopra.. il treno di flare ha avuto il suo effetto.. anche se di debole intensità il "trenino" ha fatto accendere un vulcano

Vulcano -Kirishima- Giappone
www.flickr.com/photos/birgitha/5389943062/

non oso immaginare se parte una serie di flare bella forte con indici magnetici fuori scala che succede.. faccine/sick.gif






 

mac-giver

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Inviato il: 26/1/2011,23:28

altre accensioni..

b) Scossa di M2.4 a Yellowstone
http://www.seis.utah.edu/req2webdir/recent...uu00005507.html
c) Scossa di M2.1 sul Mt.St Helen
www.pnsn.org/recenteqs/Quakes/uw01261533.htm
d) Eruzione sullo Stromboli
http://www.meteoweb.it/cgi/intranet.pl?_ti...=news&keyval=ne

e ora cosa succede ai campi flegrei? lo sapevate che volevano trivellare il sottosuolo che sta come una pentola a pressione?

5 min per leggere a quali decisioni il sindaco di napoli è stato sottoposto..


I CAMPI FLEGREI E IL VESUVIO. SICURA ERUZIONE APOCALITTICA!
E’ SOLO QUESTIONE DI QUANDO!?







I Campi Flegrei, conosciuti anche come “campi ardenti”, si trovano in un tratto dell’Italia meridionale. Secondo la mitologia greca sono il luogo in cui Efesto, dio del fuoco, stabilì la sua dimora ed anche il posto in cui un’epica battaglia fra i Titani e le più potenti divinità del mondo intero fece tremare la Terra. Gli antichi Romani, poi, credevano che si trattasse dell’entrata dell’Ade, nascosta sotto un pacifico lago.
Migliaia di anni dopo, il sito è ancora assoggettato a forze epiche, ma si tratta di una storia più scientifica che mitologica. La terra su cui sono fioriti piccoli paesi di pescatori vicino a Napoli è sottoposta a un costante e lento movimento a causa dell’attività vulcanica che esiste negli strati profondi della superficie terrestre. A Pozzuoli, una città a nord del capoluogo campano, le mura dei villaggi di terracotta stanno pian piano crollando. La terra si è sollevata ed abbassata di oltre 3 metri solo nell’ultimo decennio, distruggendo strade, un ospedale e migliaia di case. Scosse di lieve intensità sono quotidiane. Nei sobborghi della città, aree di fango bollente e spettacolari gettiti di solfuro, detti “Solfatare”, ricordano di continuo che Napoli è situata nella “caldera”, o calderone, di uno dei vulcani più pericolosi al mondo.
E mentre il leggendario Vesuvio viene considerato la minaccia più conosciuta per la città partenopea e i suoi 4 milioni di residenti, i Campi Flegrei, che si allungano sotto la baia delle isole di Capri e Ischia, in realtà sminuiscono il Vesuvio sia per dimensioni che per il pericolo potenziale. Giuseppe De Natale, capo del dipartimento di ricerca dell’Osservatorio Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ritiene che la caldera dei Campi Flegrei, formata da numerosi crateri, è un “supervulcano” con una potenzialità di eruzione capace di interessare non solo la zona più immediata ma anche l’intero pianeta.
De Natale guida un gruppo di esperti di vulcanologia provenienti da 18 Paesi in un progetto che ha l’obiettivo di trivellare la zona sottostante alla caldera per scoprire quanto imminente sia la minaccia. Il loro è uno dei maggiori progetti di perforazione nella storia della ricerca vulcanologica ed è uno studio che De Natale considera vitale per scoprire la magnitudine del pericoloso gigante sommerso.
A differenza dell’eruzione alquanto modesta del vulcano islandese Eyjafjallajökull nella primavera del 2010, il risveglio dei Campi Flegrei andrebbe molto al di là dell’immaginazione umana. L’ultima volta che sono stati attivi risale al 1538, quando uccisero dozzine di persone dando poi vita al Monte Nuovo, un massiccio alto 457 metri. L’eruzione che avvenne in questa zona più di 39mila anni fa ha avuto lo stesso effetto della caduta di un meteorite: essa creò, infatti, una depressione lunga quasi 13 chilometri che ora forma la caldera.
“L’eruzione dei Campi Flegrei potrebbero generare catastrofi in tutto il mondo”, afferma De Natale. “Se il vulcano dovesse risvegliarsi, sarebbe davvero una calamità completa su scala globale, con milioni di persone morte, forti cambiamenti climatici, forse persino una breve era glaciale, e per secoli anche la contaminazione di numerose centinaia di migliaia di chilometri quadrati in Europa”.
Il progetto ha fatto sviluppare un dibattito scientifico e filosofico in un Paese in cui l’idea di un vulcano che potrebbe seppellire una città è molto di più di un mito. Si dovrebbe dare retta ai segnali che provengono dal sottosuolo e usare la scienza per valutare il pericolo, anche aiutando Napoli ad evitare una tragedia come quella di Pompei? O è meglio non tentare la sorte nel trivellare l’immenso calderone vulcanico per paura che questo lavoro possa alterare una strana combinazione di fortuna e geologia che ha tenuto al riparo la città per migliaia di anni? Il conflitto è traboccato e ha portato il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, a ritardare l’avvio del progetto e ad organizzare un incontro a Roma per determinare se andare avanti con lo studio è sicuro.
Da un lato c’è l’autorevole e suadente De Natale, che parla dei vulcani come se fossero esseri umani e sostiene che l’innalzamento e l’abbassamento del suolo tutto intorno a Napoli sia un precursore di un evento vulcanico maggiore e, quindi, che la sua esplorazione è essenziale per la sopravvivenza della popolazione in questa regione dell’Italia. D’altro canto, ci sono esperti che ritengono che il progetto di trivellamento possa compromettere l’integrità della caldera dando il via ad una potenziale catena mortale di eventi. Benedetto De Vivo, docente di geochimica dell’Università di Napoli, afferma che il sondaggio dell’area potrebbe scuotere il vulcano, provocando terremoti, esplosioni e devastanti contaminazioni nel caso in cui gas nocivi venissero rilasciati nell’aria dal calderone. “I rischi sono enormi. Non si può fare un esperimento di questo tipo in un’area urbana”, sottolinea De Vivo.
Il sindaco Iervolino sembra confuso. Se dovesse consentire la trivellazione per continuare il progetto e dovesse accadere molto di più di un leggero tremolio, sarà per sempre accusata d’essere stata negligente nella sua decisione. La Iervolino sostiene che Napoli ha già abbastanza problemi anche senza il rischio di un’attività vulcanica causata dall’uomo. In un primo momento, il primo cittadino del capoluogo campano firmò il progetto riconoscendo che ulteriori ricerche avrebbero protetto la città da un disastro incalcolabile, non che l’avrebbero causato. Dopo aver ascoltato le preoccupazioni di De Vivo, però, ha fatto in modo da ritardare il trivellamento e ha predisposto un incontro a Roma. “La Protezione Civile deve promettermi che l’esplorazione non metterà a rischio la mia città”, ha detto la Iervolino aggiungendo che “senza una garanzia non ci sarà alcun trivellamento nella caldera”.
Siccome è impossibile che ci sia una completa assicurazione, De Natale ormai non crede più che lui e il suo team possano avere la possibilità di perlustrare l’impressionante caldera. Il progetto, che è stato approvato dall’Unione Europea nel 2009, una volta completato costerebbe circa 14 milioni di dollari.
La tecnologia necessaria è tanto sofisticata quanto cara. La trivellazione richiede punte per trapano di fibra ottica che possono resistere a temperature fino ai 537.8 gradi centigradi, anche se è prevista l’interruzione dei lavori laddove la temperatura dovesse superare i 315.56 gradi centigradi. Siccome le torri di trivellazione costano 28mila dollari al giorno, il lavoro andrebbe avanti per 24 ore al giorno per ridurre i costi e sarebbe monitorato da 25 scienziati che si spartirebbero il lavoro in turni.
La prima fase consiste nel perforare un buco pilota di poco meno di mezzo chilometro nel cerchione della caldera sulla base dell’ex acciaieria di Bagnoli tra Pozzuoli e Napoli. Le rocce e i resti del suolo ottenuti durante la trivellazione verrebbero analizzati per creare il primo profilo geologico dei Campi Flegrei cher sia mai stato fatto. Gli scienziati impianterebbero sensori di precisione per misurare i movimenti sismici sotto terra che offrirebbero dettagli essenziali sulla volatilità del cratere e permetterebbero di lanciare in tempo un’allerta ai residenti di Napoli su imminenti eruzioni basate sulle temperature in crescita o i flussi magmatici sotterranei.
Se le condizioni fossero quelle giuste, gli scienziati allora darebbero il via alla seconda fase e utilizzerebbero strumenti generalmente usati nell’esplorazione di petrolio per trivellare altri 4 chilometri verso il centro del calderone. (Come misura di confronto, basti pensare che i minatori cileni liberati recentemente erano intrappolati a una profondità di poco superiore ai 600 metri). Nel progetto, la trivella non dovrebbe mai raggiungere la principale riserva magmatica della caldera, che si stima possa trovarsi ad almeno 6,5 chilometri sotto la superficie terrestre.
L’esplorazione potrebbe rivelare fratture nella terra che porterebbero alla liberazione nell’aria di gas nocivi. Secondo De Natale potrebbe anche colpire le riserve magmatiche sparse qua e là. Ma visto che il foro sarebbe relativamente stretto, lo scienziato ritiene quasi impossibile una fuoriuscita della lava. Nonostante ciò, ci sono comunque rischi sostanziali. Nel 2006, in Indonesia, uno scavo vulcanico venne interrotto dopo l’eruzione del vulcano fangoso Lusi che provocò 13 vittime e 30mila sfollati. Gli scienziati dell’Università Durham in Inghilterra e dell’Università Berkeley in California hanno concluso che a causare l’eruzione fu proprio la trivellazione.
Racconti come questo sono esattamente la ragione delle preoccupazioni di De Vivo, che ribadisce come la perforazione di sacche di gas nocivi – qualcosa che potrebbe facilmente accadere nel trivellare un vulcano sotterrato di cui non si sa nulla – potrebbe causare esplosioni che scatenerebbero l’attività sismica. L’area della vecchia acciaieria in cui è già stato organizzata la base su cui ci sarà il trivellatore diventerà una nuova area residenziale e un parco, e De Vivo è allarmato dall’idea che i detriti della perforazione possano contaminare il suolo e rendere l’area inabitabile. “Nessuno può sostenere con certezza che cosa può accadere una volta che si traforano fluidi supercritici che sono stati sotto pressione per così tanto tempo”, chiosa evidenziando che se la stessa cosa dovesse accadere nel deserto non ci sarebbero dubbi nel proseguire le ricerche “ma non sotto Napoli”.
D’altro canto è vero che c’è un grande potenziale nell’esplorazione. De Natale sostiene che tali fluidi possano persino essere utilizzati per l’energia geotermale, specialmente durante la seconda fase del progetto. Paolo Gasparini, esperto di studi geotermali presso l’Università di Napoli, crede che tra tutti i vulcani italiani i Campi Flegrei contengano la più promettente energia geotermale. Per Gasparini, siccome sono parte di un vulcano molto “caldo”, un giorno potrebbero persino fornire energia all’Italia intera e oltre. E siccome i Campi Flegrei si trovano in una delle regioni più povere del Paese, la possibilità di creare posti di lavoro e di crescita economica nell’esportazione dell’energia geotermale è considerevole. “La caldera è come un vasto deserto in cui le potenziali scoperte sono tantissime”, ritiene lo studioso aggiungendo che “l’opportunità di ottenere questa energia da vendere è davvero promettente”.
Per di più, De Natale nota come ci siano segnali che il vulcano si stia svegliando. “I Campi Flegrei stanno cambiando, evolvendosi, crescendo, crollando e riscaldandosi sempre di più. C’è molto movimento là sotto e abbiamo bisogno di capire solo che cosa sta succedendo”, osserva. D’altro canto, De Vivo tiene a sottolineare che, seppur non abbia niente di personale contro De Natale, non riesce a capire perché il suo gruppo vuole rischiare così tanto nel perforare in un’area così vicina all’epicentro del capoluogo napoletano. “Il lavoro degli scienziati è monitorare i rischi, non quello di crearli”, conclude.



http://newapocalypse.altervista.org/blog/2...e-apocalittica/

 

NonSoloBolleDiAcqua

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Inviato il: 27/1/2011,00:42

CITAZIONE (mac-giver @ 26/1/2011, 23:28)

Non va il link...



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Chi sa raccontare bene le bugie ha la verità in pugno (by PinoTux).
Un risultato se non è ripetibile non esiste (by qqcreafis).

 

mac-giver

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Inviato il: 27/1/2011,10:09

CITAZIONE (NonSoloBolleDiAcqua @ 27/1/2011, 00:42)
CITAZIONE (mac-giver @ 26/1/2011, 23:28)

Non va il link...

opss corretto ! faccine/smile.gif

http://www.meteoweb.it/cgi/intranet.pl?_ti...news_id%3D35144

 

mac-giver

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Inviato il: 27/1/2011,17:42

BOATI IN FADALTO: INDAGHERÀ IL DIPARTIMENTO DI PROTEZIONE CIVILE
Il sindaco Da Re con le forze dell'ordine in sopralluogo nell'area


VITTORIO VENETO - Vertice ieri, martedì, in città per dare una risposta ai residenti del Fadalto che da settimane avvertono misteriosi boati a tutte le ore del giorno e della notte.

Sindaco, uomini della Forestale e dei Vigili del Fuoco, tecnici comunali e Polizia Locale, Carabinieri e personale dell'Enel hanno eseguito ieri mattina un sopralluogo nella zona.

«Questa mattina (ieri ndr) c'è stata un'ispezione della centrale dell'Enel con i suoi tecnici - spiega il sindaco Gianantonio Da Re - e abbiamo appurato che l'Enel non centra nulla».

Proprio in queste ore la società che produce energia elettrica ha diramato una nota alla stampa in cui precisa che «le centrali di Fadalto e Nove sono in regolare esercizio e non è stata rilevata alcuna anomalia. Da parte nostra - aggiungono - sottolineiamo che non sono in corso lavori particolari sui gruppi di produzione o sulle opere idrauliche tali da provocare rumori anomali».

Dunque l'ipotesi che i rumori possano essere collegati in qualche modo alla presenza delle centrali Enel è stata ieri scartata.

«Appurato che i boati non sono frutto di scoppi di superficie e avendo eliminato fattori come l'Enel, l'autostrada o la cava sopra il Fadalto abbiamo capito che il boato viene dal sottosuolo e può essere di natura geologica o sismica. Abbiamo concordato di avvisare il Prefetto, la Regione Veneto e la sua Protezione Civile e il Dipartimento di Stato a Roma, affinchè invii i propri tecnici e strumenti per rilevare l'eventuale natura di questi scoppi».

«A questo punto - chiude il sindaco - preferiamo dare tutto in mano al dipartimento di stato. Cercheremo di monitorare la zona per capire la natura di questi boati».

Intanto tra i residenti cresce la paura. Confermate le scosse di terremoto registrate nella sera e notte di domenica, così come documentato dal Centro Ricerche Sismologiche di Trieste. La magnitudo delle tre scosse registrate domenica 23 ha toccato al massimo 2,1 punti della scala Richter.


http://www.oggitreviso.it/boati-fadalto-ar...-di-stato-32422

ma mo che so sti botti?? faccine/huh.gif

 

Ferrobattuto

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Inviato il: 27/1/2011,21:55

CITAZIONE (mac-giver @ 27/1/2011, 17:42)
......ma mo che so sti botti?? faccine/huh.gif

Roccia che si frantuma?........ Probabile che ci siano pressioni molto alte tra i blocchi, sotto terra, in zone montagnose o rocciose succede. Più la roccia è dura e più si frantuma rumorosamente.

 

mac-giver

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Inviato il: 28/1/2011,11:31

http://tribunatreviso.gelocal.it/cronaca/2...uazione-3284438


Ancora boati sul Fadalto, pronto il piano di evacuazione
Il piano è stato predisposto dalla Protezione civile. L'autostrada A27 sarebbe la principale via di fuga.



I boati sul fadalto si ripetono, di giorni e di notte, anche mezza dozzina nelle 24 ore. E la popolazione ha paura. Tutti pensano a L'Aquila e ai 6 mesi di scosse che precedettero il rovinoso sisma.

Anche il presidente della Regione, Luca Zaia si dice preoccupato, «anzi preoccupatissimo» ma invita a «non creare allarmismi».

Ecco perché la Protezione civile ha messo a punto, nel massimo riserbo, i piani di evacuazione in caso di emergenza.

«Sono gli stessi pronti da anni - puntualizza Carlo Celso, che coordina i 300 volontari distribuiti nelle 6 associazioni del territorio comunale - e che abbiamo perfezionato di recente».

Prevedono, tra l'altro, che lo stadio di atletica si trasformi in una grande tendopoli e che i campi da calcio diventino aree di raccolta (come pure la piana degli Alpini, sopra Nove, luogo ideale per l'atteraggio degli elicotteri).

Il piano prevede anche vie di fuga che non siano a rischio. L'A27 è la principale. In caso di terremoto, infatti, diventerebbe problematico attraversare la stretta di Serravalle e il centro del quartiere.

Sarà aperta, in caso di necessità, nel giro di pochi minuti anche la «sala della crisi», da cui saranno coordinati i soccorsi o, comunque, le iniziative di aiuto.

Sia l'assessore di competenza, Mario Rosset, che il suo collega Bruno Fasan (nella foto), sottolineano, «con orgoglio», che il «modello Vittorio Veneto» di Protezione civile è quello più affidabile, in ambito provinciale e regionale. Vi fanno parte anche i Comuni dell'hinterland.

Ecco, perché con ansia si attendono in città i riscontri del sismografo installato a Fadalto Basso dall'istituto di Oceonografia di Trieste. I tecnici saranno oggi in Val Lapisina per rilevare i primi dati.

Ieri, intanto, il Dipartimento di protezione civile ha inviato a Vittorio un esperto per raccogliere ed esaminare i dati della microsismicità raccolti dalla centralina installata alla scuola media Da Ponte.

«Di questa situazione sono fortemente preoccupato, anche se invito a non fare allarmismi - dichiara il governatore Luca Zaia - dobbiamo andare a fondo delle cause dei boati, capire puntualmente se si tratta di scosse telluriche, e questo per la massima tutela dei cittadini. Io credo che il mondo scientifico sia in grado di dirci che cos'è - insiste - Ed è bene che lo faccia velocemente. La storia dei nostri territori è ad altissima sismicità. Per Vittorio Veneto sarebbe un autentico disastro, come ammettono i tecnici; non voglio nemmeno pensarci».

Martedì prossimo una delegazione del Comune, con a capo la comandante della polizia locale, Angela Zoppè, sarà in Regione, presso la protezione civile, per nuovi ragguagli. Mercoledì sera, in municipio, un vertice per fare il punto della situazione e prendere eventuali provvedimenti. Nei prossimi giorni arriveranno nuovi sismografi da installare in tutta la valle. Oltre che in città, dove però non si avvertono i boati.



piano di evacuazione?? la cosa si fa seria mi sa..

 

max_linux2000

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Inviato il: 28/1/2011,14:23

....hanno provato a misurare l'altezza di quelle montagne attorno? mi sa che si sono alzate.


ciao
MaX

 

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Inviato il: 28/1/2011,15:45

non so lo max.. però il tipo di rumori sono veri e propri botti.. secchi..

scoppi...le rocce fanno i botti così? boh!

cmq alla fine il trenino di flare il suo effetto l'ha fatto..

Il vulcano giapponese Mount Kirishima ci sta dando dentro, questa è la più grande eruzione in cinquant’anni
All’interno anche delle foto stupende
http://www.dailymail.co.uk/news/article-13...n-50-years.html
Stranamente tutte queste eruzioni che non si ricordano in 50 anni o 100 anni succedono in questo periodo storico, ma sarà solo un caso…???


 

mac-giver

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Inviato il: 28/1/2011,19:32

altri fatti strani.. ma non è la prima volta che si sentono.. solo che se non è la centrale telefonica cosa è??

http://iltirreno.gelocal.it/pontedera/cron...-spegne-2043143

 

max_linux2000

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Inviato il: 29/1/2011,10:04

probabilmente un buon magnetometro potrebbe essere utule per misurare le differenze tra un paese e l'altro.

ieri ho scoperto che il mio cellulare (android) oltre ad avere una bussola ha anche un magnetometro... probabilmente un giocattolo... cmq segna 45 uT lontano da qualsiasi fonte magnetica... a parte il polo nord ovviamente.

 

mac-giver

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Inviato il: 29/1/2011,14:36

i botti non si placano..

FARRA D'ALPAGO. «Alle 13.40 un forte boato ha sinistramente fatto sobbalzare la sella del Fadalto, in Comune di Farra d'Alpago». Lo conferma senza nascondere la sua preoccupazione il sindaco Floriano De Pra che sta continuando a monitorare la situazione. Tre ore dopo, il primo cittadino di Farra, insieme all'assessore Bruno Fasan di Vittorio Veneto, accompagnava i tecnici dell'Ogs di Udine, dipendenti dal centro di oceonografia di Trieste, all'installazione in zona di un sismografo. La prossima settimana gli esperti saliranno di nuovo in Alpago per raccogliere i dati e portarli allo studio. Gli oltre 60 botti che si sono avvertiti in Val Lapisina, ma soprattutto sul Fadalto e a Fadalto Basso, segnalano sommovimenti tellurici o un più tranquillo assestamento delle falde freatiche? «Ancora non siamo in grado di fare nessuna ipotesi», afferma il sindaco, «e proprio per questo c'è inquietudine fra la popolazione». Sei botti anche ieri, con la tendenza del fenomeno ad allargarsi, sia verso l'alto, la sella del Fadalto appunto, sia in direzione opposta, verso valle, a Nove. Ecco perché è stata decisa l'estensione della rete di rilevazione sismica. L'altro ieri una centralina era stata installata a Fadalto Basso, ieri si è proceduto con la collocazione di altre strumentazioni in località Caloniche, sopra la sella, alle pendici del Nevegal, quindi a Nove e a Gaviol, sempre in Val Lapisina. Giuseppe Berton, che abita a Fadalto Basso ed è un appassionato di sismologia, ha da ieri una preoccupazione in più. «Il fenomeno sembra che si stia spostando verso valle, infatti un brutto colpo è stato avvertito anche a Nove. Ed è la prima volta che accade in misura così perentoria». Dal 10 gennaio scorso, Berton si è fissato sulla carta 60 boati, piccoli, medi e grandi. Li ha avvertiti, lui e la sua famiglia, di sera, di notte e di mattina presto; durante il giorno no, perchè non è a casa, quindi il numero è da moltiplicare. Nelle ultime 24 ore sono stati avvertiti alle 23.26, alle 23.43 e alle 23.59 di giovedì, quindi alle 5.46 e alle 6.58 di venerdì. A metà giornata l'"orco", come ormai lo chiamano da queste parti, copiando l'"Orcolat" del Friuli, si è avvertito prima a Nove e poi sulla sella del Fadalto. «Tutto è sotto controllo», tranquillizza Angela Zoppè, alpagota, comandante della polizia locale, «le segnalazioni vengono partecipate al nostro Comando in tempo reale e noi le comunichiamo a chi di dovere». «Con i sismografi che sono stati piazzati dall'istituto di Oceonografia di Trieste», rassicura l'assessore Mario Rosset, «potremmo avere una precisa rappresentazione grafica del fenomeno e attribuirgli così un'origine certa, evitando il dilagare di ipotesi che si sono susseguite in questi giorni». «Ci scambiamo le segnalazioni anche con gli amministratori dell'Alpago», informa la comandante Zoppè, «che sono in contatto anche con il comando dei vigili del fuoco di Belluno e la loro protezzione civile. Ma tutti i dati vengono inviati ai carabinieri di Vittorio Veneto che sono in stretto contatto con il Centro Sismico di Trieste». Il sindaco di Farra conferma che anche in Alpago sono state incaricate una serie di persone per "ascoltare" eventuali botti e segnalarle ai sindaci che le trasmetteranno ai vigili del fuoco a Belluno. «Questi dati verranno messi a confronto con quelli di Vittorio Veneto». Martedì prossimo, in Regione un vertice per fare il punto. Francesco Dal Mas


http://corrierealpi.gelocal.it/cronaca/201...mografi-3293798

 
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