Sfatiamo un mito.

Ho sempre letto da tutte le parti, e lo si vede anche da come sono costruite molte batterie commerciali, che una piastra positiva per formarsi in modo ottimale deve avere su entrambe le facciate una piastra negativa.
Magari devono essere messe in questo modo non solo per formarsi ma anche per aver la massima resa dalle piastre.
Per me è tutta na cavolata.
Lo dimostra la cella con la limatura ... la prima che ho costruito con piastre appoggiate sul fondo di un bidoncino da 5 litri tagliato a metà.
Sono in orizzontale e non si guardano minimamente ... manco i bordi si guardano perché gli ho messo in mezzo un separatore.
queste 2 piastre si stanno formando in modo omogeneo senza mancanze di alcun genere ... e da quando ho invertito la polarità hanno una progressione da spavento.
Il progetto non è mio ... è di Newton ... io lo solo copiato, con il suo permesso, e lo sto sviluppando in quanto lui è troppo preso con il lavoro e non ha molto tempo da dedicare a questo progetto.
Il progetto di Newton lo potete trovare in pagine precedenti a questa ... è ben documentato e ci sono le foto delle sua cella.
La sua cella però è trattata con un componente chimico che ora mi sfugge il nome ma nelle pagine precedenti viene nominato.
Ora non ricordo se lo ha mischiato alla limatura o meno ma quelle due piastrine grandi quanto un francobollo stanno rendendo un botto di energia.

Fine prima parte del messaggio.

Inizio seconda parte del messaggio.

Comunque, a parte questo discorso, le mie piastre stanno rendendo bene anche se non si guardano l' una all' altra ... e senza componenti chimici ... solo piombo.
Dalle misure delle mie piastre avevo scritto che la positiva ha una potenza di 500 mAh calcolando solo una facciata ... ma ho visto che le piastre si sono formate anche sotto perché il bidoncino non è del tutto piatto ... è bombato per cui ricalcolo la piastra come piastra formata in entrambe le facciate per cui è da ritenere che sia una piastra positiva da 1 Ah.
Nell' ultimo ciclo ha aumentato in modo sproporzionato e l' unica cosa che ha cambiato colore nelle piastre è solo il bordo e la parte sotto delle piastre ... la limatura deve ancora cambiare colore.
Poi con le piastre messe in orizzontale si notano meglio le varie problematiche e i vari cambiamenti che subiscono le piastre in quanto eventuali incrostazioni, sporco, sedimenti, scorie ed altro restano sulla piastra e si può analizzare l' evento.
Ora io non so se questa limatura si andrà ad aggregarsi in modo sicuro e stabile alla piastra di piombo e se magari aumenta la capacità della piastra stessa ... ma se la posizione della piastra rimane ininfluente non solo per la formazione ma anche per la potenza, come lo dimostra la cella di Newton, si possono progettare celle o batterie in modo più comodo ed efficace.
Farò una illustrazione grafica, con una immagine di Excel, di una tipologia di cella con più piastre ... facile da costruire e sicura nei collegamenti elettrici.
Questo progetto di assemblaggio è simile all' assemblaggio delle celle ad idrogeno con le opportune modifiche.

Fine messaggio.

Con questo video si possono costruire celle da 2 volt facendo ben poche modifiche ... se non nessuna.

https://www.youtube.com/watch?v=iJNCaLbERI0

Buona visione.

Ciao Ita e buongiorno a tutti.
La piccola cella con le due piastre 3x2 cm sono realizzate con sola limatura di piombo spessore circa 4-5 mm senza aggiunta di sostanze chimiche. Durante queste feste è stata lasciata al suo destino e l'ho trovata totalmente scarica e con la negativa bianca qiundi solfatata. La negativa era una positiva invertita ma nel maneggiarla ho visto che si era convertita solo la parte superficiale, nell'interno dello spessore della limatura è ancora marrone.
Ho provato a ricaricarla e dopo alcuni cicli carica scarica sono riuscito a farla ripartire ma l'autonomia è scarsa attorno alle 5 ore con 80 mA. Adesso provo a lasciarla in carica a lungo per vedere se si riprende altrimenti riparto da capo.

CITAZIONE (Newton, 14/01/2017 09:46:59 )

Newton ... le attuali batterie o celle stazionarie vengono calcolate in C20.
Le mie batterie sono dichiarate a 12 volt da 100 Ah in C20 ... significa che se gli applichi un carico da 50 watt (che corrisponde a C20) dopo 20 ore di scarica dovresti essere entro una tensione di 10,50 volt.
La tua cella ha una positiva che in totale arriva a 80 mAh.
Per fare un paragone dovresti applicarci un carico da 4 mA (sarebbe il C20 della tua cella) e vedere quante ore ci mette ad arrivare a 1,75 volt.
Fai questo test e poi scrivi i tempi di accumulo.
Sicuramente ti vogliono dei giorni prima di arrivare a 1,75 volt ... ci saprai poi dire.

Terminata la scarica della cella con le piastre in piombo forato con fori da 4,5 millimetri di diametro.
Tempo di accumulo 5 ore e 8 minuti con un carico da 700 mA ... la scarica più performante di questa cella aveva raggiunto un accumulo pari a 5 ore e 25 minuti.
Nella scarica precedente il tempo di accumulo era stato di 5 ore.

Terminata la scarica della cella con le piastre in piombo forato con fori da 6,5 millimetri di diametro.
Tempo di accumulo 5 ore e 33 minuti con un carico da 700 mA ... nella scarica precedente aveva un accumulo pari a 5 ore.

La cella con la limatura è ancora in scarica.

La cella con le sole piastre in piombo è ancora a riposo.

Sulla batteria sto scaricando le singole celle con un carico da 700 mA.
Dopo 2 giorni di riposo ho scaricato la cella 1 che ha avuto una autonomia di 3 ore.
Terminata la scarica della cella 1 ho messo in scarica la cella 6 ... più avanti vi scriverò i tempi di scarica.

Ora passiamo in esame la cella con la limatura.
Come vi avevo preannunciato la positiva convertita in negativa ha emesso sulla superficie della piastra delle strane scorie.
Questa è un' immagine generale della cella.

Immagine Allegata: Cella limatura 1.jpg
 

Questa è una foto in dettaglio del materiale che si è formato sopra la ex positiva.

Immagine Allegata: Cella limatura 2.jpg
 

Questa invece è la piastra che da negativa sta diventando positiva.

Immagine Allegata: Cella limatura 3.jpg
 

Ecco un ingrandimento di questa ex negativa.
Come vediamo ha quasi completato la conversione.
Comunque anche qui le scorie non mancano anche se sono molto più piccole.
Probabilmente quando tornerò ad invertire la polarità anche su questa piastra succederà quello che sta succedendo sull' altra.

Immagine Allegata: Cella limatura 4.jpg
 

Terminata la scarica della cella con la limatura.
Tempo di accumulo 7 ore con un carico C20 (50 mA) ... la scarica precedente aveva 6 ore e 30 minuti di accumulo.
La cella ha quasi terminato la conversione delle piastre e i tempi di accumulo stanno progredendo con tempi di guadagno più corti.
Vediamo più avanti con che cadenza aumenta l' accumulo e quando si fermerà.
Comunque guardando le scorie che si depositano sulla limatura si evince che il mio piombo fuso ha un sacco di impurità.
Dovrei portare la fusione oltre gli 800 gradi ma costruire un forno ad alta temperatura non è semplice e quello descritto da Kekko non è del tutto chiaro.
Mi limiterò a fare pulizia sulle piastre e al limite aggiungerò altra limatura e continuerò con la pulizia.

La cella 6 della batteria si è scarica in 6 ore.
Ora sto scaricando la cella 5.

Ita, ti ammiro moltissimo!

Raffinazione del piombo.

Per raffinare il piombo metallico ottenuto dal forno a vento si usano sia processi pirometallurgici sia elettrolitici. In ambedue i casi si allontana per prima cosa il grosso del rame portando il piombo greggio a una temperatura appena sopra la sua temperatura di solidificazione; la maggior parte del rame si separa e viene asportata sotto forma di metallina e di Speiss.

Quando il metallo prodotto nel forno a vento ha un contenuto di bismuto basso, si procede a una raffinazione riscaldando il piombo greggio in forni a riverbero a 800°C. Lo stagno, l'arsenico e l'antimonio vengono così ossidati selettivamente dall'aria e formano scorie che galleggiano sul piombo fuso. Le stesse impurezze possono essere pure eliminate con un altro processo, per ossidazione chimica, che avviene a temperatura assai più bassa, 420°C. Si tratta del processo Harris che consiste nell’immettere nel piombo fuso, mantenuto in agitazione, una miscela costituita per la maggior parte da soda caustica e, in piccola parte, da cloruro e nitrato di sodio: si formano così delle schiume contenenti stannato, antimoniato e arseniato di sodio che si separano dal piombo e dalle quali i tre metalli possono essere successivamente recuperati.

Dal piombo cosiddetto dolce risultante, si rimuovono l'argento e l'oro con il processo Parkes. Lo zinco che rimane ancora nel piombo (circa 0,2%) viene allontanato o ripetendo un trattamento con il processo Harris, o con cloro o per distillazione sotovuoto. Dopo una raffinazione finale ottenuta per trattamento con soda fusa, il piombo, praticamente allo stato puro, viene colato in blocchi.

Fonte:

http://www.ing.unitn.it/~colombo/Piombo.htm#_Raffinazione