Aspetta...non vorrei che puntiamo il dito su un falso problema o su una pagliuzza, cerco di spiegarmi meglio, per me le perdite tra parte fredda e parte calda della cella non sono così importanti, cioè se faccio lavorare la cella con la parte fredda all'aria e nella parte calda metto l'aletta di raffreddamento ( cioè sganciata dal frigo)...la parte fredda arriva a ghiacciare. Forse migliora se lasciamo le due temperature più vicine...ma non è apprezzabile...proprio perchè se la cella ha un rendimento (nel generare il freddo) basso (ipotizziamo 4%) un eventuale perdita o miglioramento del 10% non si riesce ad apprezzare (3.6% è prossimo a 4%) perchè abbiamo perdite di isolamento enormi. Cmq devo fare questo test e ci leviamo ogni dubbio....ma ovviamente rimane solo un problema teorico perchè non posso fare altrimenti...cioè devo lasciare l'aletta con la ventola...anche allungando l'aletta sposto leggermente il problema...non lo risolvo.

Cmq mi sono dimenticato una cosa importante...alimento la cella con 40Watt ...la sua alimentazione invece è di 60W...faccio questo per un motivo preciso: voglio alimentare il frigo con un pannello da 50Wp ....che è in grado di generare 40W quando c'è il sole....quindi la cella è sotto-alimentata. Potenzialmente si può anche andare a temperature più basse...ma quelle che genera la parte fredda vanno più che bene per lo scopo. Basterebbe mettere una ventola interna al frigo per colmare il gap termico...

cercavo una conferma.
se è poliuretano espanso il lambda è quasi la metà 0.023 ...quindi le perdete (teoriche) sono praticamente dimezzate...ma cmq troppe.


ora vado al matrimonio della testuggine....

Girovagando ho trovato questo link:

http://it.wikipedia.org/wiki/Cella_di_Peltier

non so se è già stato segnalato...